In Second Life il business è per pochi

Qualche dato per capire le dimensioni del mondo virtuale tanto di moda

La prima cosa da dire su Second Life è che non si tratta di un gioco. Non ci
sono livelli da superare, punteggi o altro. Ci si registra gratuitamente, si
sceglie un avatar e si entra in un mondo che nel momento in cui scriviamo ha
oltre 7,6 milioni di residenti (sono gli avatar registrati) con solo però poco
più di 28 mila persone online alle 14,30 di mercoledì qualsiasi. Buona parte di
quei 7,6 milioni, infatti, sono persone da una visita e via, mentre il numero di
chi frequenta con costanza l’universo creato da Rosedale è molto minore.




Sul sito sono presenti una lunga serie di statistiche, con grafici in continua ascesa come quello che indica in oltre sette milioni i dollari scambiati in Linden dollar, la moneta utilizza in Sl. Un dollaro vero vale circa 260 Linden e la rivista americana Fortune stima il Prodotto interno lordo del mondo che non esiste in oltre cinquecento milioni di dollari.



I soldi su Sl si spendono per comprare del terreno (ci sono oltre ottomila isole), costruirsi una casa, avviare un’attività o comprarsi altri oggetti.

Il business vero è però roba per pochi. Il Pmlf (Positive monthly linden dollar flow) è  fra i dieci e i cinquanta dollari per 10.600 residenti, fra duecento e cinquecento per 1.628 residenti, e superiore a cinquemila dollari per 139 persone.

Recentemente l’Espresso ha pubblicato una guida su Second
Life, mentre in libreria si può trovare “Second Life”
di Mario Gerosa, giornalista ed esperto di mondi virtuali.

Su
Internet segnaliamo il sito www.secondlifeitalia.com, che ha
avviato un progetto per la raccolta di documentazione in italiano su Sl, e il blog su Sl e Corporate Second Life indagine sulla presenza delle aziende
su Sl.

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