Gabetti va su Second Life. Anche per farci dei soldi

La società immobiliare ha inviato cinque agenti a esplorare il mondo virtuale. E intanto ha comprato un’isola e aperto un info point

Sono in cinque, di professione agenti immobiliari, e da qualche tempo,
novelli Cristoforo Colombo, per conto di Gabetti stanno esplorando Second Life
(www.secondlife.com) alla ricerca di
nuovi modelli di business.

La pattuglia, selezionata fra
decine di dipendenti che si erano proposti per il test, un paio d’ore per tre
volte la settimana in ufficio e quando vogliono la sera a casa (dopo che la
società li ha dotati di pc e Adsl) occupa gli uffici della Gabetti island
l’agenzia immobiliare creata su Second Life dove sono in mostra anche alcune
ville, riprodotte nei minimi particolari, in vendita nel mondo reale.




Il loro compito è di verificare
se sia possibile implementare nuovi modelli di business o replicare la classica attività di Gabetti che prevede l’intermediazione nella vendita degli immobili.
In pratica i bright five (così sono stati soprannominati in cinque esploratori) devono entro la fine di aprile essere in possesso di un portafoglio immobiliare e per la metà di agosto svolgere transazioni per 250.000 Linden dollar a testa. Il Linden dollar è la moneta ufficiale del mondo virtuale; ce ne vogliono 260 per un dollaro statunitense.
Le cifre basse non devono
trarre in inganno. Gabetti va con i piedi di piombo, ma ha un business plan che
prevede l’utile dopo il primo anno di attività. E nonostante all’inizio si parli
di fatturati molto bassi se i cinque raggiungono il risultato la società prende
l’abbrivio per estendere la sua attività anche nel mondo che non esiste.




Perché è questo il concetto. La
società su Second Life ci va non solo come ulteriore forma di marketing e di
comunicazione (anche interna), ma per farci soldi magari non oggi ma sicuramente
domani. Un test nel quale Gabetti investe centomila euro con un steering
committee al quale i bright five dovranno fare rapporto. L’iniziativa di Second
Life non nasce per caso ma si inserisce in un più ampio processo di
riorganizzazione varato dalla società con il nuovo piano industriale.

“Questa è una società che è stata sempre considerata vecchia – spiega Monteverdi – e che oggi è una società dove invece la gente
vuole andare a lavorare”. Un percorso realizzato con un nuovo management, nuove
agenzie, risultati aziendali confortanti, allargamento delle attività e con il
60% del personale che oggi, con incremento di risorse fa un lavoro diverso
rispetto al 2005. E adesso si aprono gli spazi anche per gli agenti immobiliari
virtuali.

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