Il futuro degli xSeries Ibm passa per X3

La nuova generazione del chipset, nato come Exa, alla base degli attuali e futuri sviluppi di Big Blue nel settore dei sistemi a base Intel. Novità anche dal fronte storage.

È difficile inventare qualcosa di originale, tecnologicamente parlando, in un settore standardizzato come quello dei server a base Intel (o Amd). Ibm ci ha provato con la Enterprise X-Architecture, un chipset che va a inserirsi nella classica architettura di un sistema, composta da processori, memoria e bus, per migliorarne l’equilibrio complessivo, le prestazioni e la scalabilità. Il componente è stato di recente aggiornato alla nuova generazione, battezzata X3, che promette un miglioramento fino al 38% di prestazioni su una macchina a quattro vie basata su processori Xeon, fa girare simultaneamente applicazioni a 32 e 64 bit ed è già predisposta a ospitare i prossimi processori dual core. Come sottolinea Giovanni Linzi, vicepresidente del Systems & Technology Group per la regione Sud di Ibm, «Il prodotto, oggi, conta ancora, nonostante sia chiaro che i clienti si attendono da fornitori come noi soprattutto delle soluzioni. Tutto rientra in una strategia volta a offrire valore, che si traduce in flessibilità, semplificazione dell’It e strumenti adatti a trasformare i puri dati in informazioni utili al business». Ecco perché conta avere qualche elemento differenziante anche dal punto di vista tecnologico, come sottolinea Alessandro De Bartolo, xSeries Technical Sales Support Manager di Ibm Italia: «X3 rafforza l’attitudine delle nostre macchine alla server consolidation, elemento di grande importanza in tempi nei quali le aziende cercano in tutti i modi di risparmiare sui costi. Le macchine dotate del nostro chipset scaleranno presto dall’attuale disponibilità quadriprocessore, fino a un massimo di 32». Il manager ha rimarcato anche la riduzione della latenza del sottosistema, cosa che contribuisce al miglioramento delle prestazioni.


Il primo modello contenente il nuovo chipset è l’xSeries 366, costruita con processori Xeon Mp, Active Memory Ddr-2 e Active Pci-X 2.0. Rispetto al precedente modello x365, si tratta di una macchina pressoché del tutto rinnovata nelle proprie caratteristiche, sia a livello di sistema che nelle componenti, soprattutto di memorizzazione esterna.


Un ulteriore e più cospicuo aggiornamento della gamma di server è atteso per il 1° giugno.


Intanto, Ibm ha rafforzato anche la propria gamma storage midrange, con l’introduzione del dispositivo TotalStorage Ds4800, che il costruttore posiziona, anche in termini di prezzo, in diretta concorrenza con i vari Emc Cx700 o Hp Eva5000, pur promettendo fino al doppio delle prestazioni. Il sistema di memorizzazione offre anche una scalabilità che porta a un supporto massimo di 67 Tb ed è progettato per integrare software per il failover dei dati, feature specifiche di integrità e alta disponibilità, il tutto gestito da una semplice interfaccia grafica. Altre caratteristiche includono una funzione di “call home”, per generare automaticamente allarmi in presenza di malfunzionamenti, una batteria a lunga durata per tamponare eventuali problemi energetici e capacità di espansione più estese.


Il Ds4800 è progettato per operare in ambienti eterogenei, sia a livello hardware, in coabitazione con prodotti storage anche di altri costruttori, sia a livello di sistema operativo (Aix, Solaris, Hp-Ux, Windows e varie versioni di Linux Power-based). Il TotalStorage Productivity Center offre le necessarie feature di gestione, ivi inclusi il reporting su asset e capacità, monitoraggio, previsione e configurazione del dispositivo.

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