Il consumatore? Più esperto e molto green

Il seminario annuale di Eurisko fa il punto sulle tendenze del mercato. Mentre le aziende sono un po’ immobili

Se il consumatore prima era mobile adesso è veloce, sfuggente, difficile da raggiungere. L’annuale seminario di Gfk-Eurisko che fa il punto sulle tendenze del mercato disegna un quadro in continuo cambiamento nel quale, come ha spiegato il presidente della società di ricerca Giuseppe Minoia, “i consumatori si orientano verso convincimenti più mirati e specifici, le istanze si affinano le consapevolezze su ciò che può servire si arricchiscono in profondità”.


L’onda lunga della multimedialità, delle informazioni facili da reperire e a prezzo zero portano alla ribalta nuove competenze e maggiore preparazione da parte dei consumatori che anche nel vocabolario inglobano nuovi termini. “Le parole generiche tendono a scomparire in favore di lemmi mirati presi in prestito dalla scienza e dalla tecnologica”.


Secondo Minoia il consumatore ne sa di più e ne vuole sapere di più perché è aumentata l’istruzione. Multimedialità, multicanalità negli acquisti, maggiore occupazione del target femminile, l’aumento del tempo fuori casa hanno fatto crescere il sapere che si avvale delle tv tematiche (passate dal 2001 a oggi dal 18,2 al 31,2%) e di Internet che nello stesso periodo dal 15,7% è arrivata 27%.


Questo movimento ha portato al delinearsi di nuovi aggregati di persone con interessi e passioni specifici. Il gruppo monomediale della tv generalista si sta riducendo, mentre cresce velocemente il gruppo della transmedialità giovane.


“Dalle orizzontalità generalistiche di contatto si è passati alla verticalità degli interessi”. In questo modo si diventa esperti di … con atteggiamenti che tradiscono più attese, più pretese, più critiche meno soddisfazioni, più irritazioni, più indipendenza dal mondo delle offerte e della produzione.


E le aziende? Un po’ immobili, spiega il presidente di Gfk-Eurisko. “L’offerta fa fatica a cogliere gli orientamenti”.


Anche gli stili di vita sono in profonda trasformazione. La multicanalità passa anche per gli scaffali perché nello stesso supermercato troviamo una contaminazione fra generi con prezzi di tutti i tipi.


Il telefonino fa perdere centralità alla casa, favorisce il dominio del territorio porta sempre con sé la disponibilità alla socializzazione. Solo il 40% delle nuove famiglie ha un telefono fisso in casa.


Nell’alimentazione cresce l’interesse per prodotti che promettono specifiche funzionalità, aumenta la propensione per frutta e soprattutto verdura, dalle carni rosse si passa alle bianche, l’acqua minerale è quasi d’obbligo.


Salumi, dolci e snack perdono consensi, cresce il valore della dieta mediterranea, ma anche le preoccupazioni legate alle dieta. Quasi il 40% della popolazione ha utilizzato nell’ultimo anno prodotti biologici.


Il 50% si considera sovrappeso e il 20 cerca di dimagrire anche se sempre più spesso invitiamo gli amici a cena.
“Siamo più attenti alle diete alimentari prima non avevamo questa progettualità”.


I pasti li consumiamo in maniera slow, il pane non tira più come un tempo e il consumatore si sta avvicinando a un nuovo tipo di cibo frutto di nuove arti e tecniche; “Il tutto possibilmente green a basso impatto ambientale”.


E non deve stupire che nonostante questo i Verdi siano stati buttati fuori dal Parlamento nelle recenti elezioni. “Gli atteggiamenti dei consumatori stanno sempre più valorizzando idee progettuali sul cibo che sempre meno viene considerato carburante più o meno piacevole da introiettare. Si assiste infatti a una sorta di evoluzione della specie con un consumatore più orientato a nutrirsi con intelligenza di funzione”.


In un certo senso, il consumatore si sta avvicinando a un nuovo tipo di cibo frutto di nuove arti e tecniche e nuove scoperte biotecnologiche. Anche se il tutto deve essere green. Gli esempi arrivano dai prodotti biologici, da quelli caratterizzati dalla presenza di “nuovi” principi attivi e molecole: fitosteroli, polifenoli, dai prodotti bilanciati per particolari ritmi di vita, dai drink dietetici per sportivi, cereali arricchiti per prime colazioni energetiche, sughi freschi di nuova concezione (l’industria “verde”), yogurt salutistici (difese immunitarie), nuovi tipi di primi e secondi piatti pronti (senzaconservanti e senza controindicazioni salutistiche), ma anche soluzioni che avvicinano il cibo e le bevande ai luxury goods (le nuove capsule per caffè).


Cresce l’orientamento positivo verso tecnica e scienza “buone” al servizio dei produttori e dei consumatori, corpo e mente vengono visti come organi da efficientare in prospettive mirate, piacciono gli alimentari che nutrono ma anche curano, prevengono ed estetizzano, i prodotti “nuovi” grazie al contributo delle biotecnologie, nuove scienze della nutrizione, nuova dietetica.


Nei viaggi prende piede la micro vacanza piuttosto al mese estivo. Significa prendere fiato più frequentemente con l’obiettivo di staccare. La destinazione è un optional tanto che nasce il destination marketing che offre il dove in base alle esigenze. “Il bello naturalistico e artistico non basta più, l’esperienza è fondamentale”. Anche nel turismo l’informazione su Internet è importante così come i canali tematici. In più in rete lo scambio di opinioni con gli esperti e con i blog è fondamentale.
Aumenta infine l’interesse per gli eventi del territorio, dalle sagre gastronomiche fino ai festival culturali che sono proliferati sull’onda del successo di quello della letteratura di Mantova.

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