Il cliente chiede una gestione del business “intelligente”

Con l’intento di spendere meno soldi in soluzioni “inutili”, le aziende hanno bisogno di applicativi di forecast e supporto decisionale facili e immediati

In azienda volumi e
complessità dei dati stanno rendendo indispensabili gli
strumenti di Business analytics. Lo testimoniano i dati più
recenti rilasciati da Idc Italia, che per il mercato della Business
intelligence stima un 2006 da 151 milioni di euro in crescita del
7,1% sul 2005.


Si tratta di un tasso
di incremento di assoluto rispetto, soprattutto se confrontato con la
crescita media dell’Ict in Italia, attestata attorno al 2-2,5
per cento. Anche migliore l’andamento delle soluzioni di
Business performance management, per le quali è stimata una
crescita dell’11,1%, in virtù della novità del
settore. Per questo stesso motivo, il valore complessivo di mercato
si attesterà, però, a livelli più bassi,
raggiungendo in Italia i 31,1 milioni di euro.


Secondo i dati di
Gartner, rilasciati in occasione dell’ultimo Bi Summit di
Londra, si conta su un incremento del 10% per il 2007 in Emea,
raggiungendo quota 1,5 miliardi di euro, e una crescita annuale media
del 9,7% fino al 2010 a sfiorare i 2 miliardi di euro. L’aspetto
interessante, però, è che i “mega vendor”,
come li definisce Gartner – Oracle, Sap e Microsoft – cresceranno in
questo settore a una velocità tripla rispetto ai produttori
puri di soluzioni di Bi. Questo perché la tendenza sembra
essere di scegliere un vendor già presente in azienda e una
soluzione di Bi unica per tutti i dipartimenti.


Secondo Gartner,
inoltre, la crescita del settore è quasi obbligata per quelle
aziende che hanno investito in Erp complessi, perché ora hanno
la necessità di dare un significato alla mole di dati estratti
dagli Erp stessi. Il futuro di queste tecnologie sembra sempre più
legato alle valutazioni delle performance aziendali (il cosiddetto
Business performance management), che attualmente, tornando ai dati
Idc, pesa per il 6% circa sul totale.


I sistemi Bpm
permettono di comprendere per tempo se i risultati dell’azienda
sono in linea con gli obiettivi prefissati e, nel mondo, il fatturato
di queste soluzioni ammonta a circa 1,6 miliardi di euro, con ipotesi
di crescita media annua dell’11,2% da qui al 2010. A fare la
parte del leone saranno ancora gli strumenti di pianificazione e
budgeting (il 37% sul totale), seguiti da quelli di consolidamento
(28,8%), Activity based costing (17,3%) e scorecard (16,9%).



Chi lavora sul
campo
Dati e previsioni a parte, cosa succede in Italia quando
un operatore di canale va a proporre soluzioni di Business
intelligence? Dai contributi raccolti, la situazione sembra
allettante anche da noi.

«Alcune grandi aziende italiane
usano già soluzioni di Bi
– afferma Antonio Frigerio,
marketing manager di Atlantic Technologies 
soprattutto
a causa della necessità di riorganizzarsi a seguito di
fusioni. Ci aspettiamo in futuro un abbassamento del target. Già
da 2-3 anni le Pmi si stanno affacciando a questo mercato e, di
conseguenza, i produttori leader stanno lavorando per fornire
soluzioni più “light”»
.

Ma interessarsi non
vuol dire comprare,
come conferma Edoardo Grazzi, responsabile
commerciale di Rtt
:
«Si tende a parlarne di più
rispetto a quanto poi si realizzi. Va considerato che a volte per Bi
si intende anche solo lo sviluppo di semplice reportistica,
utilizzata magari come approccio verso un mondo di analisi
multidimensionale. Mentre, con le aziende che hanno correttamente
meccanizzato i tipici processi aziendali, e hanno quindi a
disposizione una consistente mole di dati da analizzare, si arriva a
parlare di Enterprise information system».


«Per quanto ci
riguarda – prosegue Frigerio – registriamo richieste spontanee
soprattutto nel Corporate performance management con cui si ha un
risultato immediato e nei progetti di forecast, perché il
cliente ha bisogno di analisi più veloci rispetto a quelle
fornite dagli strumenti Erp. Generalmente, dunque, il cliente
approccia timidamente la Bi cercando risultati concreti in poco
tempo. Per questo, i moduli che si implementano per primi riguardano
l’area finanza e controllo».




Interlocutori
diversi
I temi di realizzazione dei progetti di Bi mediamente
non sono lunghi, anche se molto dipende dal progetto specifico e se
ci si trova di fronte a un cliente nuovo o consolidato. Inoltre, si
cerca di evitare accuratamente il responsabile It. «Si parte
dalla divisione commerciale o dalla direzione finanziaria – conferma
Frigerio -, per poi andare sulla logistica e sulle risorse umane. E
si dovrebbe puntare direttamente ai direttori di queste divisioni
anche se il cliente, spesso, ci dirotta verso il responsabile It»
.


Generalmente il
progetto inizia con una consistente analisi delle aspettative del
cliente e si cerca di rendere il progetto meno invasivo possibile.
«Anche in ambito enterprise – afferma ancora Frigerio –
tendiamo a introdurre tranche progettuali ristrette».
In
quest’ottica le soluzioni di simulazione sono le novità
più apprezzate. «La parte di pre sales prosegue fino
alla realizzazione di un prototipo, generalmente in cinque-dieci
giornate – spiega Frigerio -, l’implementazione vera e propria
richiede mediamente un mese e successivamente si esegue il fine
tuning sulla qualità del dato estratto».


Grazzi concorda sui
tempi, ma la formazione a chi dovrà poi usare le soluzioni?
«Quella sul front office è molto rapida – risponde
Frigerio -, ma dipende dalla soluzione scelta. La formazione sul
datawarehouse, invece, è più delicata. Noi chiediamo un
tecnico dedicato per un certo numero di giornate».
Per
Grazzi «bisogna superare le resistenze che riguardano la
difficoltà di un utilizzo personale di uno strumento
strategico per tutta l’azienda. E, spesso, l’utente
confonde la tecnologia con gli aspetti funzionali»
.
Fondamentale, infine, per entrambi gli interlocutori, affidarsi ad
almeno due vendor, complementari, più che concorrenti. Per
Atlantic Technologies, Cognos e Oracle, per Rtt ancora Cognos e
Hyperion
.

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