Anche il “made in Italy” ha da dire sulla Bi

Che il mercato in questione offra spunti vivaci alle software house nostrane lo confermano le recenti strategie varate da Gruppo Formula Zucchetti ed Esa Software

Anche i software vendor
nostrani si muovono al ritmo della Business intelligence. Lo
testimonia il recente annuncio di Gruppo Formula, che ha
ufficializzato la creazione di una business unit ad hoc, ma anche la
roadmap di prodotto tracciata da Zucchetti e gli input lanciati da
Esa Software ai partner.
Ma andiamo con ordine.
Da Ottobre
2006 i diversi centri di competenza di Formula sulla Bi di Bologna,
Torino e Milano sono stati raccolti in una divisione, che ha come
mission lo sviluppo di prodotti e progetti in quest’ambito.


Coordinata da Iuris
Cella
, «quest’ultima nasce per portare sul
mercato la competenza di Gruppo Formula e ha come obiettivo il
consolidamento degli investimenti fatti sul tema e la partnership con
Business Objects. Perché oggi, visto che i prodotti si
assomigliano un po’ tutti, la differenza la fa l’esperienza».

Collocare, allora, la scelta di creare una unit dedicata al di fuori
di una strategia tracciata da diverso tempo sarebbe sbagliato: «Il
peso della Bi sul fatturato totale del Gruppo è rilevante –
conferma il direttore -. Ora si tratta di dare un nome e un cognome a
cose che esistevano già e che si rivolgono a mercati come
Consumer good, Manufacturing, Servizi, ma anche Utilities».


D’altronde la
mappa tracciata da Cella è chiara: «Formula oggi ha
1.200 clienti. Di questi, circa 800 possiedono la sua soluzione Erp
completa e, circa 350, sono nominativi conosciuti dalla nostra
busines unit. L’intenzione è di portare, entro i
prossimi due anni, a novanta l’attuale trentina di partner che,
fra i 350 citati prima, possiedono una soluzione completa di Bi»
.


Un obiettivo che
Formula intende raggiungere tramite la propria diretta. «Ciò
non toglie – lascia trapelare Cella – che strutture indirette possano
essere coinvolte nella fase di sviluppo progetti. Per il futuro, poi,
non si sa mai. Per ora ci interessa consolidare il brand di Formula
anche in ambito Bi»
.





C’è
spazio per i partner

Chi, invece, da sempre impegna diretta e
canale nella vendita dei pacchetti di InfoBusiness è
Zucchetti. Frutto di cinque anni di ricerca, la suite della software
house lodigiana è arrivata alla release 2.5, che ha portato
migliori funzionalità di calcolo. Per il futuro, la ricerca è
indirizzata verso nuove funzionalità (quindi per utenti più
evoluti), che da qui al 2009 prevedono il rilascio di cinque linee di
sviluppo in parallelo. L’idea è di offrire uno strumento
con metodologie di analisi maggiormente evolute.


Un’ottima
opportunità per le piccole software house locali che formano
il canale di Zucchetti, ma che, al pari dei partner di Esa Software,
dovranno essere all’altezza della nuova proposition. Perché,
se è vero che da diversi anni esistono nell’offerta
della società di Rimini soluzioni standard di Bi, è
altrettanto vero che un secondo livello di soluzioni è alla
portata di chi propone il mondo di e.


«A una prima
offerta già cablata e pronta – ci spiega Daniele Ugolini,
product manager dell’offerta gestionale di Esa
-, è
possibile aggiungere nuove dimensioni per dar vita ad apposite
analisi che rimangono a disposizione del cliente in ottica di
progetto. A questo livello teniamo corsi di formazione perché
ci siamo accorti che quello della Business intelligence è un
ottimo veicolo di vendita che, però, raramente viene applicato
alla fascia bassa del mercato».


Altra cosa è
l’offerta Erp e il relativo target di grandi aziende che Esa
approccia con la diretta «anche se – precisa Giancarlo
Fabbri, direttore tecnico di Esa
– nel mondo dell’Erp
diverse vendite sono state portate dal canale».
E se la
speranza è che nel futuro sempre più strutture
dell’indiretta partecipino attivamente al business di fascia
alta di Esa, la porta per i distributori sembra chiusa: «A
nostro parere, possono portare sul mercato lo strumento, non la
soluzione – sentenzia Fabbri -. In passato sono stati fatti diversi
tentativi per stringere partnership, ma senza successo. Di
opportunità, semmai, potrebbero essercene se decidessimo di
andare sul mercato estero, dove teniamo sempre un occhio aperto e
dove sarebbe tutto da inventare»
.

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