ICT, l’Italia rimane fanalino di coda

Aitech-Assinform archivia il 2006 con una crescita dell’1,6% per l’informatica e del 2,1% per le Tlc. Qualche spiraglio per il 2007.

Un moderato ottimismo sulla crescita del mercato dell’Ict in Italia nel 2006 emerge
dai dati preliminari del Rapporto Assinform, presentati dall’associazione di settore
AiTech-Assinform, e come di consueto elaborati e commentati da Giancarlo Capitani
amministratore delegato di NetConsulting.

Rispetto a un trend mondiale che nel 2006 vede in crescita l’It del 6,1% e
le Tlc del 5,2%, in Italia precipitiamo a un +1,6% per l’It (era del +0,9% nel
2005) che si confronta con un +3,9% della media europea, mentre le Tlc sono
in frenata e si attestano su un +2,1% (contro un +3% di un anno prima). Inutile
ripetere ancora una volta che il nostro paese non solo si conferma fanalino
di coda rispetto ai paesi più industrializzati ma ha anche aumento il
gap in fatto di investimenti in capacità di avviare innovazione.

All’interno del mercato dell’It, valutato in 19,8 miliardi di euro, troviamo
il settore dell’hardware in significativa crescita (+3,7% contro un +3% del
2005) seguito da software e servizi a quota +1,1% (era un +0,4% un anno prima).
Il tutto in parte è frutto dell’accelerata fatta dall’economia nazionale:
il Pil ha raggiunto una crescita dell’1,9%, gli investimenti in macchinari sono
saliti a un +1,8%, i beni immateriali a un +7% (nei quali può rientrare
anche la componente sviluppo software e servizi), i consumi a un +4,3% e l’export
a un + 5,3%.

Analizzando in dettaglio il settore dell’hardware (5,473 miliardi di euro),
si osserva una significativa crescita in valore dei pc del 7,2% nonostante la
pressione dei prezzi (e in controtendenza rispetto all’Europa), mentre in unità
l’incremento è del 15,2% (4,979 milioni di pezzi venduti) dove la parte
del leone viene fatta dai notebook (+24,4%) trainati dal mercato consumer.

Negativi sono risultati i server midrange (-11,3%) e le workstation (-16,4%)
mentre i mainframe arrivano a un picco di crescita del 53,6% generato da cicli
di sostituzione dei modelli vecchi avviati soprattutto da banche e Pubblica
amministrazione.

Anche lo storage è negativo (-5,8%) ma il valore non dà l’idea
del reale movimento di acquisti, in quanto sconta un sostanziale abbassamento
dei prezzi. Nell’ambito delle stampanti in deciso calo (-12,3%) emerge il forte
aumento delle multifunzioni (+17,3%) adottate anche in ambito consumer.

Il mercato del software, che ha raggiunto i 4,192 miliardi pari a un aumento
del 2,7%, vede la componente middleware crescere su tutte (+5,5%) a testimonianza
del processo di rinnovamento in atto presso le aziende. Le altre aree software
di sistema e application aumentano rispettivamente del 2,3% e dell’1,7%.

Nel mercato dei servizi, pari a 9,289 miliardi (+0,4%), soffrono le componenti
che maggiormente risentono della pressione dei prezzi (servizi di elaborazione,
formazione, sviluppo e manutenzione) mentre crescono significativamente l’area
dell’outsourcing (+2,4%), la system integration (+1,2%) e lo sviluppo e manutenzione
(+1,2%).

All’interno delle telecomunicazioni (pari a 44,040 miliardi), analizzate per
macrocategorie, si conferma l’allungo delle Tlc mobili a scapito delle fisse:
le prime hanno raggiunto 23,642 miliardi (+4,5%) e le seconde 20,398 miliardi
(-0,4%). Sul valore complessivo troviamo che i servizi valgono 34,350 miliardi,
mentre gli apparati pesano per 9,690 miliardi.

Alcuni dati ancora che danno un’idea dell’avanzamento dell’Italia verso il
digitale: gli accessi a banda larga sono saliti a oltre 8,5 milioni di unità
(+25,7%, dimezzando il trend dello scorso anno del 52,4%), mentre in ambito
mobile le linee attive sono salite a 81,9 milioni di unità (+13,4%) con
un numero di utenti sostanzialmente stabile (44,9 milioni di unità).

I trend per il 2007
Il 2007 non sarà molto diverso dal 2006, con una crescita
stimata per quest’anno del 2% per It e Tlc
”.Numeri positivi ma non
sufficienti per il Paese. “La ripresa è iniziata, ma è
necessario un salto di scala per vincere le quattro sfide che abbiamo di fronte
”.

La prima è quella della produttività. Mentre
gli Stati Uniti aumentavano la produttività con una robusta iniezione
di nuove tecnologie, l’Itali è riuscita a realizzare guadagni di produttività
senza la tecnologia ma riducendo i costi. Bisogna invertire questo cammino.

La sfida più importante, però, è quella della crescita.
Cresciamo meno degli altri e per questo è necessario avviare
grandi progetti Paese
”, ha affermato Capitani ricordando una proposta
più volte avanzata dall’Associazione.

Poi c’è l’innovazione. Secondo i dati Eurostat relativi
al 2004 solo il 36% delle imprese italiane innovano contro una media europea
del 42%. Aldilà delle cifre, però, le imprese italiane innovano
in modo individuale senza una visione di sistema come spesso succede all’estero
dove nel processo sono coinvolti clienti, fornitori, università e centri
di ricerca.

E infine c’è la convergenza, in Italia secondo Capitani
interpretata in maniera banale, che vede il consumer avvicinarsi sempre di più
verso il mondo business e dalla quale possono arrivare idee innovative.

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