Ibm cresce ma non convince

Una trimestrale con segni positivi per Big Blue, che mostra tuttavia qualche debolezza sui contratti di servizio.

Una trimestrale che non soddisfa analisti e investitori quella presentata ieri da Ibm.
Big Blue ha registrato infatti un incremento del 2% nel fatturato, che si è attestato a quota 23,7 miliardi di dollari, al di sotto dei 24,2 miliardi attesi da Wall Street.

Un risultato che risente, è vero, della debolezza dell’euro, ma che mostra anche un certo rallentamento nei contratti di servizio.
Ed è questo il segnale che più impenserisce gli osservatori.
In un momento in cui si cercano conferme di uscita dal periodo di recessione, la spesa nei servizi It è la cartina di tornasole della ripresa degli investimenti.

E nel bilancio di Ibm si leggono un calo del 12% nei contratti di servizio, che passano a quota 12,3 miliardi di dollari, e una riduzione del 19% nei servizi di outsourcing, che a loro volta si attestano a 6,5 miliardi di dollari.

Da parte sua Ibm tende ad attribuire il calo sostanzialmente ad aspetti valutari e precisa che alcuni rinnovi di contratto sono in realtà scivolati al prossimo trimestre, che dunque dovrebbe mostrare segnali di crescita più robusti, indipendentemente dalle fluttuazioni valutarie.

Meglio la situazione sul fronte degli utili.
In questo caso la crescita è dai 3,1 miliardi di dollari del pari periodo del precedente esercizio agli attuali 3,4 miliardi, pari a 2,61 dollari per azione.


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