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Google diffonde la prevenzione digitale

Secondo le rilevazioni del rapporto European Data Protection dell’Ue, il 20% delle persone che usano Internet nell’Ue non sa come cambiare le impostazioni di sicurezza di un qualsiasi servizio web. La nuova edizione dell’evento “Vivi Internet, al sicuro” organizzato da Google insieme alla Polizia Postale e delle Comunicazioni, Altroconsumo e Accademia italiana del codice di internet parte da questo dato di fatto.

Che, preso così non sembra allarmante: considerata la totalità dei navigatori, sarebbe quasi rassicurante essere certi che appena due su dieci non sanno agire per tutelare la propria navigazione. In verità, è presumibile che la percentuale degli incoscienti sia molto più alta se solo si indaga più a fondo e non ci si ferma alla domanda: sei mai andato a curiosare su Account Personale?

Domanda che fanno e faranno i ragazzi di Google a partire dal 15 ottobre lungo le strade del tour del bus della casa di Mountain View intitolato “il minuto della prevenzione digitale” e che toccherà Milano, Cagliari, Napoli, Bologna e Roma.

L’accesso al bus, e agli eventi organizzati in concomitanza nelle università, è libero e rivolto a tutti, giovani e vecchi, che vogliano piacevolmente scoprire che c’è una pagina in cui modificare le proprie impostazioni di sicurezza legate al proprio account Google.

A supportare l’iniziativa, l’azienda americana ha mandato Caitlin Pantos – Senior Engineering Program Manager, Privacy & Security – una delle 600 persone che studiano questi temi in Google. La Pantos non ci dice niente che non si sappia già ma, evidentemente, repetita iuvant a dimostrare che il “navigatore comune” ha ancora molto da imparare.

Già, perché se Pantos ricorda che ogni secondo si verificano 32 violazioni di dati (Breach Level Index 2014, Gemalto & SafeNet), che i tentativi di phishing vanno a buon fine il 45% delle volte e che si parla ancora di evitare l’uso di password banali (123456) o di usarne una per diversi servizi, forse “qualcosa è andato storto”, parafrasando Google (Chrome).

Google fa cultura per la sicurezza

La filosofia di Google, e di altri come Facebook e i maggiori produttori di soluzioni di sicurezza, passa per concetti come “collaboratività” per sconfiggere le minacce, crittografia, navigazione sicura, verifica in due passaggi.

A questi, che dovrebbero essere standard imprescindibili per qualsiasi servizio Internet, si aggiungono due chicche, un token di sicurezza – una chiavetta Usb necessaria per accedere al proprio account Google e un cavo Usb speciale per tutelare i dati del proprio smartphone o tablet in caso di luoghi pubblici di ricarica. Si tratta di due gadget che faranno parte del kit di sicurezza che sarà fornito a chi farà visita al bus, con la speranza che aiutino a spargere la voce.

Basterà un’iniziativa come quella di Google a sensibilizzare il navigatore comune? Certo, ma forse su certi aspetti si dovrebbe passare dalla semplice proposizione all’obbligo. Ovvero, obbligare a settare i parametri di sicurezza in ogni servizio web prima del suo utilizzo.

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