Google punta ai 100 miliardi di dollari

La parola al Ceo Eric Schmidt, che parla di piani a lungo termine, di crescita internazionale, di incrementi. E che mette a tacere qualsiasi speculazione.

Dopo il tonfo dei giorni scorsi, quando è bastato un intervento dai toni conservativi del Chief financial officer per far tremare di nuovo il titolo a Wall Street, è toccato al Ceo Eric Schmidt prendere la parola e chiarire a investitori e mercati quali sono gli obiettivi di Google.

Il manager è stato chiaro: Google può e deve diventare una realtà da 100 miliardi di dollari e la strada per raggiungere questo obiettivo deve passare attraverso un significativo aumento di pubblico, prodotti, servizi, accordi.
Con strategie nuove, che devono essere implementate fin da questo 2006 per rendere attuabile l’obiettivo.
Che cosa Schmidt intenda con 100 milioni di dollari non è del tutto chiaro, lui stesso ha giocato sul binomio capitalizzazione/fatturato.
Tuttavia, come sottolinea la stampa americana, dal momento che la capitalizzazione dell’azienda è già superiore ai 100 miliardi di dollari sembra chiaro che il Ceo si riferisse al fatturato.
Ma è altrettanto chiaro che passare da 3,19 a 6,14 miliardi di dollari (come avvenuto dal 2004 al 2005) è una cosa. Passare da 6,14 a 100 è tutto un altro ordine di grandezza.

Battute a parte, Schmidt è stato chiaro su altri punti, forse quelli che maggiormente stanno a cuore agli azionisti: la società ha una chiara strategia a lungo termine. Il gioco delle previsioni a breve termine non le appartiene, cosa del resto espressa con estrema chiarezza fin dalla sua fondazione.
Schmidt ha parlato di crescita sui mercati internazionali, ha negato un indebolimento dell’area del keyword advertising, ha assicurato che non c’è regressione in alcuno dei segmenti nei quali l’azienda opera.

E il fatto che il titolo sia risalito in serata dimostra che il Ceo deve essere stato davvero convincente.

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