La strada per il ritorno alla profittabilità passa per un nuovo modello di business. Che si impara in casa dell’azienda da poco acquisita.
23 aprile 2004 Con l’obiettivo di ritornare alla profittabilità
entro la fine dell’anno, Gateway sta dando un serio giro di
vite al proprio piano di ristrutturazione e riorganizzazione.
Drastiche le
misure: riduzione delle linee di prodotto e tagli alla forza
lavoro che, nella peggiore delle ipotesi, potrebbero interessare fino
al 50% dei dipendenti dell’azienda.
Secondo fonti americane, la società
starebbe cercando di allineare il proprio modello di business a
quello della recentemente acquisita eMachine.
Vendite
dirette e negozi di prorietà sono alla base del modello organizzativo di
Gateway. Un modello che non si sta rivelando in alcun modo soddisfacente, al
contrario di quanto accade invece in casa eMachine, che riesce a portare
risultati interessanti con un numero decisamente inferiore di dipendenti e con
una rete di partnership con retailer qualificati, quali Best Buy e Costco.
Non è dunque un caso che ben otto tra i top manager di
eMachines, dopo l’acquisizione, siano stati portati sui ponti di
comando di Gateway.
Quanto ai possibili tagli, Gateway avrebbe ammesso
l’eventualità agli stessi dipendenti. In una nota interna il chief
administrative officer della società avrebbe infatti ammesso che la società è
pienamente consapevole delle preoccupazioni dei dipendenti circa la sicurezza
del loro posto di lavoro, ma che l’azienda oggi si trova ad avere daventi a sè
poche alternative.
E uno dei peggiori scenari prefigurati dall’azienda
prevede il taglio di circa 2.000 unità nella propria forza lavoro, cosa che
corrisponde a circa la metà dell’organico attualmente utilizzato.
Non bisogna
dimenticare, poi, che l’azienda solo tre settimana fa aveva annunciato un primo
round di licenziamenti: 2.500 i tagli annunciati per arrivare alla soglia allora
definita critica dei 4.000 dipendenti.
Ma la riorganizzazione non passa solo
per la riduzione dell’organico.
Tra le misure sotto esame in questo momento
ci sono l’accorciamento della piramide manageriale, il consolidamento
delle unità di produzione e lo snellimento delle linee di
prodotto.
Quest’ultima decisione sembrerebbe rinnegare la strategia
lanciata solo lo scorso anno, quando Gateway sembrava certa che la via della
profittabilità dovesse per forza passare attraverso un listino prodotti più
ampio e più orientato verso il mondo consumer.
Centodiciotto prodotti nuovi,
suddivisi in 22 categorie, hanno avuto come risultato un incremento del
fatturato ma anche un allargamento delle perdite.
Si cambia rotta,
dunque.
E ancora una volta il modello di riferimento è
eMachine, con il suo portafoglio prodotti decisamente più contenuto e
con la sua maniacale attenzione ai costi.
Tanto che qualche analista
ironicamente commenta che la sensazione è che ltra le due l’azienda acquisita
non sia certo eMachine.