Gateway chiude i negozi

A sorpresa la società annuncia un piano di riduzione dei costi che passa attraverso la chiusura dei punti vendita diretti. Ma dove è il piano compensativo?

2 aprile 2004 La mossa lascia davvero perplessi. Poche settimane
dopo la formaliazzazione dell’acquisizione di eMachines, poche
settimane dopo aver confermato la propria politica di vendita diretta, ma
soprattutto ancor prima di aver messo a punto un piano preciso di sviluppo delle
sinergie con la stessa eMachine e senza rendere noto un progetto di
compensazione delle revenue, Gateway ieri ha di punto in bianco
annunciato la prossima chiusura dei suoi 188 punti vendita.
Una mossa
che comporterà il taglio di 2.500 dipendenti, pari al 38% della forza lavoro
attualmente impiegata.
Taglio dei costi, è la giustificazione presentata
dall’azienda, che promette di presentare i benefici dell’operazione in
concomitanza con il rilascio della prossima trimestrale il 29 aprile.
Va
detto che la decisione non è del tutto inattesa. Da tempo gli analisti
sostengano che per Gateway questa sia la mossa giusta, soprattutto adesso che ha
la possibilità di capitalizzare le alleanze con il mondo dei
retailer.
Tuttavia, ciò che lascia perplessi è la velocità con la quale
Gateway ha preso questa decisione. Velocità che fa temere un’assenza di piano
compensativo, di una strategia attenta delle strade percorribili per
garantirsi le stesse revenue da canali diversi.
E’ però vero che
l’espoerienza da capitalizzare è quella di eMachine, che, con il
suo modello, fattura 8 milioni di dollari per dipendente, laddove al
momento Gateway si ferma a 450.000.

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