Gartner: Linux non è conveniente sui pc

Secondo la società di ricerca, la migrazione verso l’open source degli ambienti desktop implica un total cost of ownership eccessivo e non giustificabile, a meno che non si sia in presenza di applicazioni limitate e di basso profilo. Scettica la comunità Linux.

16 settembre 2003 Secondo uno studio
recentemente pubblicato da Gartner, se l’utilizzo di
Linux sui server è una scelta che può comportare risparmi anche
interessanti per le aziende, non altrettanto si può dire sul lato
desktop.
Secondo Gartner, infatti, mentre molti server sono
dedicati alla gestione di una singola applicazione, e possono dunque essere
sostituiti abbastanza facilmente, la complessità dell’ambiente desktop
rende il passaggio un po’ più ostico
.
Su un desktop vengono
utilizzate molteplici applicazioni, la maggior parte delle quali deve essere
sostituita se non addirittura riscritta. La migrazione dell’ambiente desktop da
Windows a Linux, secondo Gartner, ha senso solo in un numero limitato di casi,
ovvero quando il numero di applicazioni coinvolte è esiguo e comunque di
basso profilo: data entry o automazione dei call center.
Solo in questa
eventualità, dice ancora Gartner, il total cost of ownership è sufficientemente
basso da giustificare la migrazione.
La ricerca di Gartner, così come quella
di Forrester della scorsa settimana, è stata accolta con molto
scetticismo dalla comunità Linux.
Sono in molti a sostenere che
Microsoft stia commissionando una serie di studi che dimostrino le sue tesi e
che dunque i risultati sopno pesantemente influenzati dal
committente.

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