Fatti furbo, fatti una startup in Ict

La Commissione europea promuove il modello startup con finanziamenti diretti e illustrando i casi di successo come Docebo.

L’Ict porta occupazione, si ripete spesso, ma anche in questo amplissimo settore c’è bisogno di stimoli ed esempi. La Commissione Europea ha identificato come obiettivo particolare i giovani dei sei Paesi membri con il più alto tasso di disoccupazione, ovvero Cipro, Grecia, Italia, Portogallo, Slovacchia e Spagna.
StartUp Europe è il piano d’azione specifico per la nuova imprenditoria dell’Agenda Digitale della Commissione Europea. In questo ambito, il direttorato DG Connect presieduto da Neelie Kroes promuove le startup di successo quale modello da seguire per l’imprenditorialità in ambito web e Ict. Nonostante gli attuali livelli di disoccupazione, in particolare in Italia e tra i giovani, i posti di lavoro nel digitale in Europa aumentano ogni anno di circa 100.000 unità, ma il numero di nuovi laureati e di lavoratori qualificati nel campo delle Ict non riesce a coprire questo fabbisogno.
Tra le imprese italiane che possono essere di stimolo ed esempio a studenti delle superiori, giovani laureandi e neolaureati, oltre che ai disoccupati, troviamo senz’altro Docebo, forte realtà nel settore e-learning.


L’esempio di Docebo

Nel corso della sua attività, ormai decennale, Docebo è stata anticipatrice dei tempi in Italia. Nata nel 2005 da un’idea di Claudio Erba, l’azienda ha seguito tutte le regole di una start-up partendo già nel 2006, con 150 mila euro ricevuti inizialmente da Seeweb, per poi crescere fino ad ottenere 2,4 milioni di euro di finanziamento da Principia II (2012). E’ quindi un ottimo riferimento per chi vuole avere successo cercando capitali di ventura.
Il messaggio che Claudio Erba rivolge ai giovani italiani è un invito schietto a rimboccarsi le maniche già dal primo anno di università. Bisogna sporcarsi le mani generando idee, sviluppando progetti e sperimentando soluzioni, con intraprendenza e, soprattutto passione: “il mondo dell’It è alienante e richiede ore e ore di lavoro, pazienza e dedizione”, spiega Erba.
La realtà dell’information technology, continua Claudio, “è del tutto “internazionalizzata”. il mercato è il mondo intero, suddiviso in due macro aree: sarà quindi fondamentale un’ottima conoscenza dell’inglese e, ancora meglio, “un’esperienza di lavoro all’estero”.
“L’Ict è un settore in evoluzione in cui si sta registrando un’inarrestabile crescita”, conclude Erba; “impossibile che giovani motivati e volenterosi non trovino spazio in questa area di lavoro”.


I primi passi

Se avete un’idea innovativa in ambito Ict/web e siete interessati a costituire una startup come ha fatto Docebo, potreste trovare molto utili alcune azioni.
Innanzitutto contattare reti di acceleratori di business o di business angels, quindi partecipare agli eventi dedicati alle startup, quindi cercare un finanziamento. Per quest’ultimo punto sono a disposizione anche quelli erogabili dalla Commissione Europea per le Pmi all’interno di Horizon2020, che possono essere richiesti a questo indirizzo.
La Commissione Europea seleziona imprese innovative e dirompenti per investire e supportare le loro idee nell’ambito di SME Instrument. La vostra società potrebbe ricevere fino a 3 milioni di euro in finanziamenti, un supporto di alto livello e internazionale e tutoraggio. Lo SME Instrument allocherà oltre 2,8 miliardi di euro dal 2014 al 2020.

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