Perchè il prezzo delle etichette Rfid raggiunga livelli accettabili per una diffusione su larga scala, devono cambiare le tecnologie di produzione.
Un nuovo studio condotto dalla società statunitense IDTechEx
frena in qualche misura gli entusiasmi relativi alle tecnologie
Rfid.
La società sostiene che se da un lato le cifre sono plausibili
(un mercato destinato a passare da 2 a 27 miliardi di dollari nell’arco di
10 anni), dall’altro devono essere meglio contestualizzate.
Per essere
più precisi, il passaggio a Rfid non deve essere considerato
esclusivamente come la sostituzione dei codici a barre con un altro tipo di
codice identificativo.
Perchè in questo caso le cifre non potrebbero certo
tornare.
Ogni anno, sostiene lo studio, in tutto il mondo si stampano
qualcosa come 10 mila miliardi di codici a barre.
Per arrivare allo stesso
livello di etichette Rfid probabilmente non basteranno 15 anni. A meno che non
vi sia una drastica riduzione dei prezzi delle etichette stesse, fino a toccare
la soglia del centesimo di dollaro.
Riduzione impensabile con le tecnologie
attuali, che prevedono un assemblaggio di diversi componenti discreti, ma
possibile qualora le etichette fossero interamente stampate.
Ma anche
pensando a una tecnologia di produzione diversa, si sarebbe risolta solo la metà
del problema.
Per acompagnare etichette a basso prezzo ci vorrebbero
dei lettori a basso prezzo. Senza parlare poi delle soluzioni di
integrazione con i sistemi informativi sovrastanti.





