Derba: il cloud testimone del cambio economico

Per il manager di Hp non si torna indietro: crescita e riduzione costi It saranno sempre abbinati. Il cloud è qui per stare.

Mario Derba, responsabile del software per Hp in Italia ha voluto «mettere i puntini sulle i al cloud», giusto per evitare alcuni fraintendimenti che nel passato «hanno portato qualcuno a non interpretare bene un fenomeno come l’Asp e, di conseguenza, a farsi male».

Il destro glielo offre una strategia che Hp sta traducendo in pratica, portando in giro per il mondo un verbo fatto di servizi di integrazione e automazione che sfocia nel cloud come bacino di destinazione inequivocabile.

«Il cloud non è un bottone che si preme e che dal giorno alla notte trasforma l’infrastruttura – dice Derba -. Piuttosto è un condensato di investimenti e di attività di integrazione di tante tecnologie» che sono sì disponibili, ma vanno interpretate.

Il percorso sgranato da Derba parte da l’altroieri, quando c’erano i multi datacenter, per arrivare a ieri, con la virtualizzazione. L’oggi è fatto dall’automazione e il domani di cloud, pubblici e privati.

E in questo cammino non ci sarà spazio per rispolverare quella che una volta era la dicotomia imperante: “spendo e investo nella crescita o riduco le spese e ottimizzo?”.

L’ancora-crisi o il dopo-crisi, ognuno è libero di intenderla come vuole, è e sarà fatto di questa nuova abbinata: crescita e riduzione spese.

Ecco perché c’è e ci sarà il cloud.

«Il futuro – per Derba – è il brokeraggio dei servizi It», in una gamma d’offerta che va dall’outsourcing vecchia maniera al public cloud.

Anche in Italia? «Si qualche utente lo ha già capito – ammette Derba -. In generale, comunque, le aziende italiane devono ancora essere aiutate a vedere la cosiddetta big picture», ossia a inquadrare, olisticamente, il passaggio dell’infrastruttura It al cloud, che idealmente dovrebbe poter essere ibrido, elastico, figlio di un’equa alternanza fra accessi privati e pubblici.

Da quanto detto da Derba si deducono alcune cose: che l’on-demand ha finalmente trovato la sua strada; così come che la virtualizzazione in valore assoluto non ha più quel senso che aveva in passato: se non la si attualizza (nel verbo di Hp: automatizza) può anche portare meno Roi di quanto ci si attenderebbe; che a breve forse avremo un altro indicatore per valutare le infrastrutture It di servizio al business: il tasso di elasticità.

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