Converged Infrastructure, la strategia di Hp per i data center

Il Tech@Work di Francoforte è stato scelto come teatro per la presentazione della rinnovata gamma Integrity, ora basata su un’architettura nella quale convergono modularmente sistemi, storage e reti.

Il futuro dei data center passa, per Hp, attraverso un’integrazione spinta, a livello architetturale, fra server, storage e reti. In pratica, tutti gli elementi hardware portanti di un classico centro di calcolo possono essere riuniti in un unico sistema e gestiti in modo centralizzato e ottimizzato. Questa visione è stata trasferita all’interno della nuova gamma Integrity, destinata a consolidare la strategia anti-Ibm (e anti-mainframe, in particolare), ma anche a rafforzare l’immagine del numero due mondiale dell’It come referente per le aziende alle prese con la riduzione della complessità del proprio data center, ma anche con una miglior gestione delle applicazioni critiche.

Il Tech@Work di Francoforte è stato scelto come teatro per la presentazione del concetto di Converged Infrastructure, centrato proprio sull’assemblaggio, in uno chassis unico, di unità server, storage e di rete, con l’obiettivo primario di ottimizzare lo spazio occupato, supportare la virtualizzazione e ridurre i consumi energetici, pur mantenendo l’alta disponibilità per le informazioni critiche delle aziende. L’architettura Superdome 2, che meglio esemplifica questo concetto, integra diverse funzionalità, che vanno dal routing intelligente dei dati fra i blade alla ridondanza dei flussi I/O.

Al centro di tutti i sistemi, troviamo gli ultimi processori Itanium “Tukwila” a quattro core, sempre sviluppati da Hp in collaborazione con Intel. Per il momento, dunque, non sembrano esserci dubbi sul futuro di questa tecnologia, nonostante di recente Microsoft e Red Hat abbiano annunciato di voler interrompere lo sviluppo delle rispettive versioni dei sistemi operativi per Itanium. Il costruttore ha mostrato una certa evasività sul tema, preferendo concentrarsi sulla flessibilità e il concetto di alternativa al mainframe.

Martin Fink, vicepresidente della divisione Business Critical Systems di Hp, ha sottolineato soprattutto “la modularità degli elementi presenti all’interno dei sistemi e la possibilità di sostituire blade o invertire ventilatori direttamente all’interno del cabinet”. Al di là degli aspetti tecnici, va rilevato come ormai sia comune il formato dei server Integrity Itanium e Proliant x86, per cui diventa possibile integrare in un unico chassis sistemi Hp-Ux, Windows o Linux, in combinazione con unità storage o componenti di rete, amministrando tutto in modo consolidato. Una console Hp Insight Control si può occupare, a seconda delle esigenze, di ripartire i carichi di rete, i consumi energetici o gli accessi ai dischi, in base al fatto che vengano coinvolte applicazioni critiche o servizi d’appoggio.

Il sistema operativo Hp-Ux è stato adattato alle specificità degli chassis BladeSystem-C, soprattutto per la gestione dei comandi della console Insight Control e del deployment automatico di server virtuali, in base al nuovo standard BladeSystem Matrix. Quest’ultimo è uno strato software che serve a pilotare tutti gli indirizzamenti virtuali del data center, per realizzare cloud privati.

Sono disponibili tre configurazioni Integrity in formato blade, ovvero i modelli Bl860c i2, Bl970c i2 e Bl890c i2. Il primo di questi è dotato di uno o due processori Itanium 9300, un massimo di 96 Gb di Ram Ddr 3 e due dischi Sas. Le altre due configurazioni sono assemblaggi di due o quattro di queste lame. Uno chassis BladeSystem-C dispone di otto slot per lame singole. La versione Superdome 2 avrà, invece, chassis particolari, che integrano il nuovo bus Crossbar Fabric, capace di ripartire fra loro i carichi di rete e le ridondanze funzionali.

Il prezzo di questi nuovi sistemi, che parte da 25mila dollari, fa sì che Hp guardi con pari interesse alle grandi aziende con data center complessi e alle medie aziende che devono comunque affrontare la gestione ottimizzata delle proprie applicazioni critiche.

LASCIA UN COMMENTO

Inserisci il tuo commento
Inserisci il tuo nome