Da Var a business enabler: revenue sharing per Var Group

In linea con una crescita del 12% annunciata nel segmento mid market per il 2013 in corso, la realtà di Empoli si propone alle imprese del Made in Italy interessate a internazionalizzarsi anche nelle nuove vesti di Ecommerce service provider.

È un ruolo da player globale, fino a poco tempo fa ricoperto da realtà del calibro di Ibm, oggi sempre più in cerca di specializzazione, quello cui si candida Var Group per agevolare la competitività delle realtà del Made in Italy.
Dato il benvenuto anche ad Hp nel novero di brand del mondo Ict selezionati nel tempo dal system integrator toscano «per portare un set completo di prodotti e strategie presso i clienti», per la realtà di Empoli guidata da Giovanni Moriani (nella foto) è tempo di sostituirsi a vendor «sempre più concentrati nella gestione del prodotto e sempre meno del mercato».

Accade, così, che sotto la connotazione di “My Var for Italy”, per il network trasformato dodici mesi fa in community e riunito in una due giorni a Cervia (Ra) per l’annuale convention, a farsi largo sono “nuovi ruoli” e “nuovi mestieri”.

Di Ecommerce service provider, in primis, che la società amministrata da Moriani si appresta a ricoprire «in ottica di revenue sharing» dopo aver dato vita a una joint venture «a tendere 100% Var Group» che, a oggi, non ha ancora un nome ma una genesi sì.
Nata esternalizzando il team per la comunicazione digital del brand di moda Patrizia Pepe, già cliente dell’Internet marketing media agency iMama di Var Group, «la nuova struttura – come spiegato da Moriani – sarà, per il momento, focalizzata sui segmenti fashion e lusso».
Di quest’ultimo è testimonial la casa produttrice di orologi Locman che, dalla sede fondata nel 1986 sull’Isola d’Elba, nell’Arcipelago Toscano, per bocca del suo fondatore e amministratore delegato, Marco Mantovani, ha dato conto e ragione via video di «una sinergia di passioni e territorio» stretta attorno all’implementazione commerciale del proprio shop online e alla creazione di una più fitta rete di contatti “social” per sentirsi più vicini ai propri clienti nel mondo.

Ma non solo.

Per Var Group quello identificato per supportare le aziende del Made in Italy intenzionate a sbarcare all’estero “pur senza averne l’ordine di grandezza” è sempre più un ruolo di Retail outsourcer «che, per far cogliere le opportunità legate al commercio elettronico, si prende in carico, in ottica di partnership, approccio digitale ai consumatori, gestione di piattaforme e processi di logistica, promozione dello store e gestione dei processi amministrativi, di customer service e store assistance».

Una “disintermediazione” di brand e di prodotto preso in carico dal sistema federativo di Var Group fatto di tanti centri di competenza divenuti partner di quelli che fino a ieri erano chiamati “distretti industriali” e che Maurizio Cuzari, chiamato a condurre la convention, è prontamente tornato a ribattezzare “multinazionali tascabili” del lusso, dell’agroalimentare, dell’automotive e della micromeccanica «accomunati dal problema di stare sul mercato mondiale».

Cloud computing: ora si fa sul serio
Per proporsi a loro e rispondere alla pressante richiesta di far “mestieri vecchi” con “tecnologie nuove”, mycloud network (vera e propria forma societaria decisa da Apra, Cap, Infortrada, Punto One, Sysdat, Sysdat Informatica, Sirio Informatica Sistemi, Var Applications e Var Group che, insieme a Leonet, ne costituiscono il nucleo, ndr) ha scelto di riorganizzarsi correggendo la rotta intrapresa un anno fa sotto la guida di Pietro Jacassi e Marco Sestini per cogliere le opportunità offerte dal cloud computing.

Da Empoli, così come da Genova, accanto all’offerta di software, servizi e infrastrutture cloud sono ora posizionate anche le attività sistemistiche e di connettività proveniente dall’Erp provider Leonet, utili a raggruppare sotto un’unica governance la mission mycloud del Gruppo.

Offrire accesso a servizi e applicazioni diventa allora la priorità per la struttura che, dallo scorso agosto, beneficia (grazie a un investimento del valore di oltre 6 milioni di euro in gran parte ascrivibile a SeSa, ndr) di una nuova infrastruttura datacenter tier 3, al momento di 700 mq certificata 27001.
Non manca, poi, un’offerta di servizi sistemistici, anche on premise, per realizzare ed erogare progetti cloud completata da uno spot & monitoring realizzato con un help desk di secondo livello cui rispondono sistemisti stanziali.

Il tutto per ottemperare efficacemente alle richieste dei clienti cui sarà possibile garantire “progetti definiti e tempi certi” grazie al nuovo portale che, a disposizione della rete commerciale diretta e indiretta di Var Group, consentirà anche di accedere a un Configuratore Cloud e a uno strumento per gestire le richieste commerciali di configurazione utile ad aprire un ticket di lavoro in modo più efficiente.

Negli ultimi 6 mesi, insieme all’italiana Pelliconi e al tour operator Ventura, ci ha creduto anche Sidel, realtà con 13 sedi produttive e 5mila dipendenti in tutto il mondo entrata in contatto con mycloud network per la realizzazione di una soluzione in cloud per il monitoraggio proattivo di 30mila macchinari installati in 190 nazioni dopo aver modificato il proprio go to market e detto addio alla vendita di macchinari a supporto della produzione per proporre servizi che vanno dal controllo fino alla gestione proattiva delle linee di produzione.

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