Ict pay per use: per Var Group è tempo di agire come Cloud Builder

Prima realtà nel Southwest European midmarket a ottenere la certificazione Ibm, il system integrator di Empoli si muove con la divisione Cloud affidata a Marco Sestini in un panorama in cui l’interesse per l’as a Service è sempre più concreto.

Pronta a cogliere un chiaro trend secondo il quale, anche in Italia, le aziende si starebbero orientando verso un utilizzo delle soluzioni Ict in modalità pay per use, Var Group si è mossa per tempo conquistando per prima, per giunta nell’intero Southwest European midmarket, la qualifica di Cloud Builder Ibm.

D’altra parte a questo – “e a molto altro ancora” – deve, e dovrà, portare la divisione Cloud messa a punto già all’inizio dello scorso anno dal system integrator toscano, che ha affidato a Marco Sestini (nella foto) la gestione della business unit a cui è interamente dedicata l’offerta public, private e hybrid cloud di Big Blue, e di cui Francesco Palaschi e Tiziano Viviani sono “evangelisti”.

Ecco che allora, proprio per Sestini e per il team che con lui lavora, la nuova certificazione in qualità di Cloud Builder «attesta una progettualità che, in quest’ambito, già c’era». La stessa che, però, al momento, almeno sul mercato italiano in cui Var Group resta focalizzata, soffre ancora di una progettualità “più as a service che real cloud”, ma pur sempre forte di due macro tendenze in atto.

A identificarle è Giovanni Moriani che, in qualità di amministratore delegato della realtà di Empoli, sottolinea come, da una parte, sul nostro mercato si stiano muovendo realtà anche di piccole dimensioni interessate ai servizi erogati in outsourcing.

Qui l’esempio calzante è quello di Sirio, storica realtà di mercato che, forte di un’offerta gestionale indirizzata prevalentemente alle Pmi, «ha fatto sapere come il 35% dei nuovi nominativi portati a casa quest’anno abbia scelto – sottolinea Moriani – la modalità as a Service».

La seconda tendenza in atto è, invece, quella che asseconda la volontà delle aziende più digitalizzate di attivare in mobilità nuovi parchi applicativi, «che trovano soprattutto nelle realtà che hanno un brand da spingere sul mercato gli interlocutori più sensibili» conferma Moriani citando l’esempio dell’azienda vinicola Marchesi de’ Frescobaldi fresca dell’abilitazione di una serie di applicazioni mobile «utili ad attuare nuove strategie commerciali indirizzate ai consumatori finali come pure a partner e fornitori della catena».

E a conferma che, in Italia, soprattutto il private cloud interessa prevalentemente alle realtà di fascia enterprise, tra i primi progetti realizzati in qualità di Cloud Builder Ibm da Var Group c’è l’infrastruttura messa a punto per migliorare la continuità e l’affidabilità dei servizi It che supportano l’attività delle funzioni aziendali e dei clienti di Materis Paints Italia.

Presente sul territorio nazionale con quattro sedi produttive e otto magazzini di distribuzione che producono e distribuiscono un’ampia gamma di prodotti con i marchi MaxMeyer, Baldini Vernici e Mister Color, la realtà del Gruppo francese Materis ha intrapreso un progetto in collaborazione con la realtà di Moriani per riprogettare la propria infrastruttura tecnologica partendo da due server farm realizzate con tecnologia storage Ibm.

Realizzata in base ai nuovi paradigmi del cloud computing, quest’ultima ha permesso di realizzare un datawarehouse idoneo a centralizzare tutte le informazioni aziendali gestendo e controllando i dati da un unico punto, a beneficio di una maggiore integrazione e collaborazione tra le diverse sedi italiane del gruppo.

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