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CSR: eco-design, diritti umani e etica del lavoro, in Cegid

Responsabilità sociale di impresa, in inglese CSR: è la sfida del momento (e del futuro) con cui dovranno fare i conti tutte le organizzazioni, e il mondo It non fa certo eccezione. Intervistiamo per voi i leader di settore, svelandone strategie, impostazioni e focus d’azione. La tecnologia al servizio di società più eque ed inclusive non è uno slogan privo di contenuti, ma un obbiettivo concreto.
Del resto le aspettative dei cittadini sono elevate e impossibili da ignorare:
una ricerca del World Economic Forum realizzata assieme a Ipsos ha svelato che l’86% delle persone intervistate vorrebbe miglioramenti significativi in termini di inclusività ed equità sociale.
01net ha quindi deciso di intervistare le aziende più prestigiose del mercato It, chiedendo loro in che modo è cambiato il loro modello di business per accogliere queste importanti istanze.

Di seguito, le risposte alle nostre domande, da parte di Mario Davalli, Country Manager Cegid per il Sud Europa.

La Corporate Social Responsibility sta determinando importanti cambiamenti nel modo di operare e produrre delle organizzazioni. Etica e profittabilità sono ancora temi opposti, oppure possono convivere con successo?

Fino a qualche tempo fa, etica e profittabilità rappresentavano concetti divisivi all’interno delle aziende. Nella migliore delle ipotesi correvano lungo binari paralleli, ma nella maggioranza dei casi prevaleva una visione secondo cui il business non poteva prestare eccessiva attenzione agli aspetti morali.

Mario Davalli - Country Manager Sud Europa Cegid
Mario Davalli – Country Manager Sud Europa Cegid

Oggi, per fortuna, questo non è più possibile. Etica e profitto devono poter convivere con successo: è necessario che tutte le decisioni di business – chiaramente orientate alla profittabilità – tengano in considerazione anche i criteri della sostenibilità ambientale e del rispetto della diversità. È altresì importante che i decision-maker condividano un codice di condotta ben definito e conforme alle normative, e siano ispirati da un sano senso civico.

Spetta agli individui muoversi in questa direzione. In questo senso, il ruolo delle persone – all’interno come all’esterno dell’azienda – è diventato fondamentale per stimolare le imprese alle quali si rivolgono in qualità di clienti, partner, dipendenti attuali o potenziali, a adottare una chiara strategia di Corporate Social Responsibility.

Non per nulla, la sostenibilità è divenuta ormai una vera e propria voce del budget d’impresa, associata a KPI misurabili in termini di profittabilità e di applicazione di processi qualitativi.

Essere inclusivi e aperti ad ogni tipo di minoranza: un’affermazione che, in passato, è stata più dichiarazione di principio che concreta realtà. Quali sono le vostre policy da questo punto di vista?

In Cegid, abbiamo implementato una policy internazionale in materia di Diversity & Inclusion, che applichiamo ormai da 12 anni. Questo ci ha consentito di dare vita a una cultura aziendale in cui l’inclusione è realtà. In questo processo, il coinvolgimento delle persone è fondamentale: senza un reale impegno, tangibile e quotidiano, da parte delle persone che fanno parte dell’azienda, i termini ‘Diversity&Inclusion’ rischiano di restare semplici slogan senza fondamento.

Nello specifico, in Cegid, ci concentriamo su cinque aree di azione:

  • La promozione di modelli culturali inclusivi
  • La facilitazione dei percorsi di occupazione
  • La tutela e il sostegno dei percorsi di carriera
  • Il supporto alle persone con disabilità
  • La costruzione di una consapevolezza intorno all’importanza dell’impegno individuale come chiave per aprire a un ambiente realmente inclusivo.

A questi cinque pilastri associamo alcune buone pratiche specifiche riguardanti la gender equality, locuzione che mi sembra quasi assurdo dover ancora utilizzare nel 2022, ma che sappiamo essere ancora un punto cruciale da indirizzare affinché un ambiente di lavoro possa dirsi realmente egualitario.

Parlare di responsabilità sociale sarebbe impossibile senza riflettere sull’integrazione con le comunità in cui le società operano. Che progetti avete per il nostro Paese?

Ogni CEO dovrebbe porsi due domande cruciali: “quanto pesa la Responsabilità sociale d’impresa nelle mie decisioni?” e “quale impatto ha la mia azienda sul territorio in cui opera?”.

L’insieme delle attività di Corporate Social Responsibility di cui Cegid si fa promotrice ci permette di posizionarci sul mercato europeo e agli occhi dell’opinione pubblica come un’azienda impegnata nell’adozione e nello sviluppo di buone prassi collegate a vario titolo con la salvaguardia dell’ambiente, i diritti umani e l’etica del lavoro. Ritengo che, al giorno d’oggi, ogni CEO dovrebbe porsi due domande cruciali: “quanto pesa la Responsabilità sociale d’impresa nelle mie decisioni?” e “quale impatto ha la mia azienda sul territorio in cui opera?”.

Come Country Manager di Cegid per il Sud Europa, credo di poter affermare che il commitment dei miei collaboratori in questo ambito sia estremamente elevato. Questo accade perché, fin dai primi step di selezione del personale, prestiamo particolare attenzione a scegliere persone che “somiglino alle parole che diciamo”.

In secondo luogo, lavoriamo affinché il nostro agreement a tema CSR non resti un mero documento consultabile sull’intranet aziendale, bensì diventi un vademecum a guida delle nostre azioni giornaliere, dalla più piccola, come possono essere la raccolta differenziata o il risparmio energetico, alla più grande, dalla governance alla scelta di partner, fornitori e collaboratori che condividano la nostra stessa linea etica.

Il welfare aziendale, molto sviluppato nelle nazioni del nord Europa, ha fatto fatica ad affermarsi in modo organico in Italia. Nelle vesti di leader It, in che modo agevolate la vostra forza lavoro?

Le nostre persone, innanzitutto, possono lavorare in modalità flessibili, agili. Da sempre monitoriamo le performance in ottica di raggiungimento degli obiettivi più che delle ore effettive di lavoro. Queste pratiche in Cegid sono in atto da sempre e non sono state conseguenze forzate dalla pandemia. Inoltre, crediamo nel valore del gruppo, delle persone e investiamo costantemente in attività di formazione.

Ci poniamo sul mercato come business partner delle aziende del segmento Fashion&Luxury e siamo convinti che, per essere davvero ciò che promettiamo, anche le persone di Cegid debbano sentire che il proprio valore sia sempre riconosciuto e premiato. Così come la nostra customer promise si fonda sul miglioramento della shopping experience per gli utenti finali dei nostri clienti, la nostra employee promise consiste nel fornire la migliore esperienza lavorativa possibile alle nostre persone.

In ultimo, impossibile non parlare di sostenibilità ambientale, anche alla luce della COP26 e della fortissima sensibilità sulle tematiche da parte dell’opinione pubblica. Come avete progettato la vostra roadmap per ridurre la vostra impronta ecologica?

In qualità di azienda leader nelle soluzioni di gestione basate su cloud, prestiamo particolare attenzione all’impatto ambientale dei nostri server e alla protezione dei dati dei nostri clienti.

Stiamo lavorando a stretto contatto con i massimi esperti del settore per ottimizzare l’uso delle nostre infrastrutture cloud. Abbiamo sostenuto anche una forte crescita del nostro business SaaS e questo ci ha permesso di mettere a punto la nostra infrastruttura e adeguarla continuamente alla domanda al fine di evitare qualsiasi consumo non necessario.

Stiamo investendo in un’iniziativa di formazione per tutti i nostri sviluppatori per incoraggiare l’adozione di principi di eco-design.

Al 2021, circa l’85% dei nostri server era ospitato da Kyndryl, Microsoft Azure o altri cloud provider che operano attraverso data center conformi allo standard ISO 14001, che stabilisce severi requisiti e criteri ambientali. Nel prossimo futuro continueremo a migrare la stragrande maggioranza dei nostri dati verso questi data center.

Inoltre, stiamo investendo in un’iniziativa di formazione per tutti i nostri sviluppatori per incoraggiare l’adozione di principi di eco-design.

L’eco-design consiste in pratiche di sviluppo software che eliminano le interazioni non necessarie, consentono di risparmiare energia e riducono la quantità di risorse It utilizzate (server, larghezza di banda, capacità del dispositivo utente, ecc.), in un circolo virtuoso che permette, al contempo, di migliorare le prestazioni.

Infine, Cegid sostiene Polar Pod, iniziativa guidata dal dottor Jean-Louis Etienne e che consiste in una piattaforma oceanografica rivoluzionaria appositamente progettata per studiare l’Oceano Australe che circonda l’Antartide. L’obiettivo è comprenderne il ruolo nella regolazione del clima e della biodiversità marina attraverso la misurazione dell’assorbimento di carbonio. Tutti i dati raccolti saranno messi a disposizione della comunità scientifica internazionale e i risultati degli studi saranno resi pubblici.

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