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CSR: come Ibm armonizza gli obiettivi economici con quelli sociali e ambientali

Responsabilità sociale di impresa, in inglese CSR: è la sfida del momento (e del futuro) con cui dovranno fare i conti tutte le organizzazioni, e il mondo It non fa certo eccezione. Intervistiamo per voi i leader di settore, svelandone strategie, impostazioni e focus d’azione. La tecnologia al servizio di società più eque ed inclusive non è uno slogan privo di contenuti, ma un obbiettivo concreto.
Del resto le aspettative dei cittadini sono elevate e impossibili da ignorare: una ricerca del World Economic Forum realizzata assieme ad Ipsos ha svelato che l’86% delle persone intervistate vorrebbe miglioramenti significativi in termini di inclusività ed equità sociale.
01net ha quindi deciso di intervistare le aziende più prestigiose del mercato It, chiedendo loro in che modo è cambiato il loro modello di business per accogliere queste importanti istanze.

Per Ibm, risponde alle nostre domande Floriana Filomena Ferrara, CSR Country Manager Ibm Italy & Master Inventor.

La Corporate Social Responsibility sta determinando importanti cambiamenti nel modo di operare e produrre delle organizzazioni. Etica e profittabilità sono ancora temi opposti, oppure possono convivere con successo?

La Corporate Social Responsibility (CSR), o responsabilità sociale d’impresa, è diventata così rilevante da essere evidenziata come una delle maggiori priorità nelle strategie delle aziende.

Ibm aspira ad avere un impatto duraturo e positivo sul mondo nell’etica aziendale, nel nostro ambiente e nelle comunità in cui lavoriamo e viviamo.

Non c’è futuro, anzi non c’è un presente per quelle aziende che non effettuano importanti cambiamenti di CSR. Tra le tantissime aziende concentrate su questi temi, Ibm si impegna a contribuire con la sua gamma completa di risorse tecnologiche e competenze per affrontare i problemi sociali nelle comunità di tutto il mondo. Questo si traduce nell’adozione di una cultura aziendale che armonizzi gli obiettivi economici con quelli sociali e ambientali del territorio allo scopo di supportare le generazioni attuali e quelle future.

Ibm aspira ad avere un impatto duraturo e positivo sul mondo nell’etica aziendale, nel nostro ambiente e nelle comunità in cui lavoriamo e viviamo. In qualità di amministratore responsabile della tecnologia, Ibm si concentra nel sostenere politiche e pratiche che diano priorità a etica, fiducia, trasparenza e responsabilità. I nostri clienti e partner devono essere al nostro fianco per  guidare l’innovazione fornendo gli standard più elevati di sicurezza, privacy, protezione dei dati e conformità. Noi siamo impegnati ad aiutarli, ecco perché Ibm si è impegnata anche a formare 1.000 partner nell’etica tecnologica entro la fine del 2022.

Essere inclusivi e aperti ad ogni tipo di minoranza: un’affermazione che, in passato, è stata più dichiarazione di principio che concreta realtà. Quali sono le vostre policy da questo punto di vista?

Ibm da sempre concentra il suo impegno in campo ESG, con l’obiettivo di migliorare la qualità della vita nelle comunità in cui opera.

Equo impatto per creare spazi e opportunità per tutti puntando su diversità, equità e inclusività all’interno di Ibm a livello globale. Questo impegno non nasce oggi, ma fin dall’origine dell’azienda ed è stato rivisitato nel 1995 quando Ibm con una Survey mondiale chiedeva a tutti i suoi dipendenti, cosa avrebbe dovuto fare come azienda affinché tutti si sentissero inclusi. Questo tema è importante perché il valore più prezioso per un’azienda è il suo capitale umano con i suoi indiscutibili talenti espressi da ogni suo membro, nessuno escluso. Ibm è orgogliosa della sua cultura inclusiva e dei programmi che ha stabilito a livello globale per fornire un più ampio accesso alle competenze critiche e alla formazione. Questa attenzione all’inclusività si estende a tutta la sua attività.

Nel 2021, Ibm ha nuovamente aumentato la percentuale di donne e minoranze sottorappresentate nella sua forza lavoro, così come tra le figure apicali. Quando parliamo di Diversity, comunque, parliamo di diversi temi: dalle donne, all’orientamento sessuale, alla multiculturalità, a tutte quelle pratiche che vanno sotto il nome di “Work Life Balance” e ovviamente anche di persone con disabilità. La diversità nel senso di eterogeneità è sempre stata caldeggiata, anche perché dai gruppi con diversità nascono le idee più innovative, più creative, più originali. Per sottolineare l’attenzione dell’azienda a questo tema, posso evidenziare che in Ibm è prevista la figura specifica del Diversity Engagement Partner, che si occupa in maniera esclusiva di tutte le tematiche relative alla Diversity che Ibm vuole ricoprire ed implementare.

Attraverso i programmi di carriera e le più di 170 nuove partnership accademiche e industriali, Ibm si impegna a formare 30 milioni di persone in tutto il mondo entro il 2030.Inoltre, investirà 250 milioni di dollari (entro il 2025) in programmi di apprendistato, che offrono percorsi alternativi alla domanda di competenze nel settore tecnologico.

Parlare di responsabilità sociale sarebbe impossibile senza riflettere sull’integrazione con le comunità in cui le società operano. Che progetti avete per il nostro Paese?

Ibm da sempre concentra il suo impegno in campo ESG, con l’obiettivo di migliorare la qualità della vita nelle comunità in cui opera. La missione del team di IBM corporate social responsibility è, infatti, quella di guidare e realizzare progetti pro bono per affrontare alcuni dei problemi che affliggono le nostre società.

Ibm

 

Decine i programmi che Ibm, da sola o in collaborazione con partner pubblici e privati, promuove in Italia: da P-Tech, per sostenere la formazione delle nuove competenze richieste oggi dal mercato, a SKillsbuild, un programma di formazione digitale gratuito che aiuta studenti e adulti a sviluppare abilità, esplorare opzioni di carriera, e connettersi a potenziali opportunità di lavoro, indipendentemente dal loro background o istruzione. Tantissimo l’impegno per la sostenibilità.

Il welfare aziendale, molto sviluppato nelle nazioni del nord Europa, ha fatto fatica ad affermarsi in modo organico in Italia. Nelle vesti di leader It, in che modo agevolate la vostra forza lavoro?

Ibm è sempre stata attenta alle evoluzioni del welfare in azienda, ma come per il resto della nostra vita, anche in questo campo la pandemia ha stravolto situazioni acquisite e ha costretto le imprese a ripensare profondamente il welfare, per venire incontro alle richieste di maggiore flessibilità e ribilanciamento tra il lavoro e il tempo libero.

Ne sono esempio le più recenti iniziative volute da Ibm, come l’adozione di una formula di smart working che permette una giornata di lavoro agile e pienamente personalizzabile, grazie anche all’introduzione dei ticket restaurant, oppure l’implementazione di policy che siano al passo coi tempi e diano un supporto concreto alla crescente molteplicità delle forme familiari, come nel caso dell’estensione – a carico dell’azienda – del congedo di paternità, che include le coppie LGBTQ+ che abbiano contratto un’unione civile.

Ibm

In ultimo, impossibile non parlare di sostenibilità ambientale, anche alla luce della COP26 e della fortissima sensibilità sulle tematiche da parte dell’opinione pubblica. Come avete progettato la vostra roadmap per ridurre la vostra impronta ecologica?

La tecnologia è pronta – intelligenza artificiale, Internet delle cose, quantum computing possono fare moltissimo per mitigare effetti disastrosi dei cambiamenti climatici.

Queste sono tematiche di fortissima attenzione da parte di Ibm che è impegnata nella leadership ambientale da decenni, avendo emanato la sua prima politica aziendale sulla responsabilità ambientale nel 1971, sostenuto l’Accordo di Parigi nel 2015 e nel 2017, nel 2019, diventando membro fondatore del Climate Leadership Council, sostenendo il proprio piano bipartisan per una carbon tax con il dividendo di carbonio.

Dal 1990, ogni anno, pubblica un Rapporto Ambientale che raccoglie e documenta tutti i suoi step e i traguardi raggiunti in tema di sostenibilità ambientale, tra cui la riduzione, nel corso degli ultimi quindici anni, delle proprie emissioni di CO2 del 39,7%, con largo anticipo sull’obiettivo del 40% fissato al 2025.

Fino ad arrivare a fine gennaio 2021, quando insieme a una dozzina di altre imprese tra cui Apple, Boeing, Cargill, Dow, PepsiCo, Verizon, Ibm ha dato vita al Mit Climate and Sustainability Consortium per accelerare l’implementazione su larga scala, e nel mondo reale, di soluzioni per affrontare la minaccia del cambiamento climatico e a febbraio 2021, quando ha dichiarato l’impegno a raggiungere lo zero netto entro il 2030 come parte dei propri sforzi per proteggere il pianeta.

La tecnologia è pronta – intelligenza artificiale, Internet delle cose, quantum computing possono fare moltissimo per mitigare effetti disastrosi dei cambiamenti climatici. Inoltre, per aiutare tutte le organizzazioni governative e private nel percorso verso gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (SDG), Ibm ha definito una specifica offerta di servizi di consulenza e di soluzioni tecnologiche utili a supportare i propri clienti in tutto il proprio “Journey to Sustainability”.

Floriana Filomena Ferrara, CSR Country Manager Ibm Italy & Master Inventor
Floriana Filomena Ferrara, CSR Country Manager Ibm Italy & Master Inventor

Questa specifica offerta  comprende la definizione della strategia aziendale verso gli obiettivi di Sostenibilità, il disegno del modello di reporting ESG e la realizzazione di progetti che riguardano la transizione energetica, la digitalizzazione della supply chain, il disegno e l’implementazione di modelli di economica circolare.

All’inizio di quest’anno abbiamo annunciato l’acquisizione di Envizi, leader nella gestione delle prestazioni ambientali. Envizi aiuterà le organizzazioni a realizzare operazioni e supply chain più resilienti e sostenibili. Coinvolgere tutti è fondamentale. Ibm, insieme al creatore della Call for Code David Clark Cause, al Partner United Nations Human Rights e alla Linux Foundation, ha promosso la Call for Code Global Challenge 2022.

Per schematizzare questi impegni di Ibm in tre importanti direttrici:

Impatto ambientale

– Raggiungere l’azzeramento delle emissioni di gas serra entro il 2030.

– Evitare che il 90% (in termini di peso) dei rifiuti non pericolosi di Ibm finiscano nelle discariche e negli inceneritori entro il 2025.

– Avviare, entro il 2025, 100 progetti di ricerca o di collaborazione con i clienti, in cui le soluzioni Ibm abbiano consentito di ottenere benefici ambientali dimostrabili.

Impatto equo

– Formare 30 milioni di persone a livello globale entro il 2030.

– Registrare 4 milioni di ore di volontariato entro il 2025.

– 250 milioni di dollari di investimenti in programmi di apprendistato e nuovi posti di lavoro entro il 2025.

– Aumentare del 15% della spesa con fornitori di primo livello di proprietà di persone di colore entro il 2025.

Impatto etico

– Formare all’etica tecnologica i partner dell’ecosistema Ibm, raggiungendo 1.000 partner entro la fine del 2022.

– Aggiungere il parametro della diversity alle metriche al programma di incentivazione annuale dei dirigenti.

– Coinvolgere il 100% dei fornitori in pratiche etiche, tra cui la responsabilità sociale e ambientale e la pianificazione dei rischi.

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