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Cisco Co-Innovation Center, in Italia lo sviluppo di cybersecurity e privacy

L’innovazione e la ricerca in ambito privacy e cybersecurity passano da Milano, per Cisco:
l’annuncio dell’apertura del Cisco Co-Innovation Center, in collaborazione con il Museo Nazionale della Scienza e della Tecnologia di Milano.

Fiorenzo Galli , Direttore Generale del Museo, ha accolto la stampa ricordando come il Museo non sia più solo uno spazio di mera fruizione, ma piuttosto si pone come promotore di innovazione e cultura.

Da qui nasce la partnership con Cisco, in grado di fornire competenze alle nuove generazioni.

Da luglio 2019, data del primo approccio fra la società americana e il Museo Leonardo da Vinci di Milano lo sviluppo è stato già notevole; un punto di partenza di cui Galli si dichiara particolarmente orgoglioso, ed entusiasta delle prospettive future.

Enrico Mercadante, South Specialist and Innovation leader di Cisco Italia, ha concordato con la soddisfazione per l’inaugurazione di questo Innovation Center milanese.

Una azienda che punta al futuro deve avere molte frecce al proprio arco, e per questo esiste un network degli Innovation Center di Cisco, ognuno focalizzato su diversi argomenti.

Mercadante ha sottolineato il successo della iniziativa Digitaliani, che ha contribuito a creare cultura digitale per il nostro Paese e a certificare oltre 24000 studenti in cybersecurity.

cisco digitaliani
La ministra Pisano (in rosso) e Agostino Santoni, Ad di Cisco Italia con alcuni ragazzi del programma Digitaliani

Formazione per i giovani e attività di reskilling sono senza dubbio una grande esigenza italiana: va dato atto a Cisco di essersi spesa in questo senso. Il principale focus di lavoro per il Cisco Co-Innovation Center di Milano è la cybersecurity e privacy che sono il tema base su cui fondare la trasformazione digitale del sistema paese.

Collaborare con le grandi aziende ben strutturate è certo importante, ma senza scordare la grande quantità di piccole aziende che peraltro costituiscono parte fondante della filiera delle grandi imprese.

In questa ottica, ad esempio, va interpretato il servizio Tim Safe Web, basato su Cisco Umbrella. Nel Museo, continua il manager, verranno poste in essere azioni culturali per alzare il livello di consapevolezza su cybersecurity e privacy. Un Museo che vive e guarda al futuro, e non si limita a mostrare le vestigia di un glorioso passato: un salto quantico per il mondo museale, decisamente al passo con i tempi.

La digitalizzazione delle infrastrutture senza dubbio agevola e abilita una quantità di operazioni, ma al tempo stesso aumenta il fronte di attacco: Cisco è in prima linea su questo fronte. Senza dimenticare che le reti 5G, e la conseguente diffusione di IoT e IIoT, faranno letteralmente esplodere il traffico dati e la dimensione delle reti, che senza un adeguato controllo sono destinate a diventare un grave tallone di Achille.

La privacy sta parimenti assumendo un grande peso nell’economia e nella società moderna; la tecnologia deve aiutare le organizzazioni a trarre vantaggio dai dati ottenuti senza per questo sconfinare in violazioni della privacy: le normative come il Gdpr non ammettono errori in questo senso, pensa meccanismi sanzionatori molto stringenti.

Secondo Anthony Greco, Trust Strategy Officer di Cisco, l’innovazione viene percepita da molti manager come necessaria ma pericolosa al tempo stesso: se da un lato i vantaggi della digital transformation sono evidenti, i rischi connessi a sicurezza e privacy sono non di rado ritenuti superiori ai benefici.

SI tratta di un atteggiamento in qualche misura comprensibile, ma tutt’altro che corretto da un punto di vista dello sviluppo.

Per questo, continua Grieco, Cisco ha creato l’Innovation Center di Milano: creare competenze, alzare la consapevolezza e collaborare con le aziende per fugare dubbi e elevare il livello di sicurezza e privacy: torna quindi il tema della collaborazione, è ormai evidente che nessuno può pensare di affrontare la digital transformation in autonomia; quantomeno non in sicurezza e sostenendo costi sicuramente superiori.

Secondo Cisco la cyber security è uno sport di squadra. Fatta di skill, talenti, capacità tecniche, ricerca e collaborazione. Quattro elementi di pari valore, che messi assieme formano un team formidabile, in grado di affrontare le sfide poste in essere dai cybercriminali.

Il Cisco Co-Innovation center sara il punto di partenza per lo sviluppo non solo della cybersecurity per l’Italia, ma anche per le altre region. Un compito che rende orgogliosi, ma altrettanto impegnativo.

Chuck Robbins
Chuck Robbins, Ceo di Cisco

Anche il Ceo di Cisco, Chuck Robbins, ha ricordato il successo di Digitaliani: il tema della formazione e degli skill è da tempo molto caro al manager americano.
Robbins ha raccontato di essere appena rientrato dal World Economic Forum di Davos, e ha indicato come anche in quel contesto si sia molto discusso sulla grande importanza di formare le nuove generazioni.

Il fronte di esposizione agli attacchi cyber, sottolinea Robbins, si fa sempre più ampio. E al tempo stesso scontiamo un grande gap fra le posizioni scoperte nella cybersecurity e le persone dotate di skill adeguate.

Ecco perché, conclude il Ceo, è essenziale incentivare, promuovere e fornire il massimo livello di formazione in ambito sicurezza informatica.

Nel corso dell’inaugurazione, Cisco ha mostrato alcuni esempi di tecnologia applicata; uno molto interessante è frutto di una collaborazione con il Comune di Milano “Safer Milan”.

Si tratta di un sistema di IoT che monitora il livello di piena dei fiumi di Milano, e li elabora insieme ai dati pluviometrici per anticipare possibili criticità. In capo a questo, Cisco protegge questo network di sensori per evitare attacchi di hacker: un esempio di sicurezza fisica ed informatica che lavorano in simbiosi.

Che la cybersecurity sia non un tema qualunque ma il più rilevante per il futuro, è una ferma convinzione anche di Agostino Santoni, Ad di Cisco Italia. La proprietà intellettuale, sottolinea il manager italiano, non è infatti più stivata nelle menti degli imprenditori ma affidata a sistemi informatici che devono essere messi in sicurezza: è questa la missione di Cisco.

Agostino Santoni
Agostino Santoni, Ad di Cisco Italia

La scelta del Museo Nazionale della Scienza e della Tecnica di Milano come sede di Cisco Co-Innovation Center è davvero illuminata: un mix di passato, presente e futuro, nobilitato dalla cultura italiana e dalle alte tecnologie di Cisco per abilitare la cybersecurity.
Si tratta un vero esempio di collaborazione fattiva e funzionante, nel solco della iniziativa “Safer Internet”, che vede Cisco collaborare con la Polizia Postale.

Il presidente di regione Lombardia, Attilio Fontana, si è unito al plauso per le iniziative di Cisco: il paese – sottolinea Fontana – viaggia a ritmi troppo lenti rispetto al resto del mondo e la collaborazione attiva con realtà visionarie come Cisco è determinate per agganciare il treno della crescita e della innovazione

Paola Pisano, Ministra per l’Innovazione tecnologica e la Digitalizzazione, ha a sua volta sottolineato l’importanza della sicurezza per il sistema paese, ma non solo: un attacco verso uno stato sovrano si ripercuote a cascata su altre nazioni e sui cittadini stessi. Pisano ha anche messo in guardia dai rischi connessi alla mancanza di comunicazione.

Negare l’importanza di un attacco subito, nel tentativo di limitare i l’impatto sull’immagine, è un rischio molto grande e spesso produce ulteriori danni

Paola Pisano
La ministra per l’Innovazione Paola Pisano

La ministra ha ricordato dei dati significativi: sono solo 3000 euro l’anni gli investimenti medi in sicurezza posti in essere da piccole aziende, e solo 20000 quelli spesi da parte della grandi imprese. Si tratta di valori largamente insufficienti a garantire un livello di sicurezza informatica anche solo di base.

Pisano ha indicato come siano oltre 11.000 i Data Center della Pubblica Amministrazione: evidente quanto sia importante la cybersecurity per il nostro Governo oltre che per Cisco. Paola Pisano ha ricordato che il compito dello Stato è formare tutti i cittadini, non dovendo perseguire un reddito. A maggior ragione è meritoria l’iniziativa Digitaliani, conclude il ministro.

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