Home Digitale Perché il Cio è il pivot della convergenza fra IT e OT

Perché il Cio è il pivot della convergenza fra IT e OT

Oggi ogni azienda è un’azienda tecnologica: i Cio sono i manager che sanno garantire la continuità operativa e, al tempo stesso, raggiungere gli obiettivi di reddito e di crescita.

Il Cio sa progettare modelli operativi che sfruttano i dati per analisi più approfondite: se un Ceo sta cercando di accelerare la digital transformation della propria azienda deve sapere che ha già dalla sua parte il proprio Cio, Chief information officer. Lo sostiene Chris Nardecchia, che è Senior Vice President, Chief Digital & Information Officer di Rockwell Automation.

Il Cio, spiega Nardecchia, è al centro della convergenza tra operation technology (OT) e information technology (IT); probabilmente ha già guidato progetti aziendali di ampio respiro, come l’implementazione dell’Erp; Può portare la trasformazione a un livello superiore tramite tecnologie come l’intelligenza artificiale, il machine learning, la robotica, l’automazione, la realtà virtuale e aumentata.

Chrois Nardecchia, senior vice president e Cio di Rockwell Automation

Ora che la tecnologia è evoluta fino a diventare pressoché matura, i Ceo hanno rivolto la loro attenzione a una serie di altri tipi di ostacoli che un Cio è in grado di superare.

Sicurezza dei dati. Spionaggio industriale, ransomware, protezione di una proprietà intellettuale faticosamente guadagnata e che costituisce un vantaggio competitivo –  sono oggetto di tensione continua. Nel momento in cui le aziende ricercano nuovi modi per trarre vantaggio dai dati – tramite il cloud, l’intelligenza artificiale e gli approcci ibridi – i dati di produzione devono essere sicuri. Ogni discussione sulla trasformazione digitale deve partire dalla sicurezza.

Dai progetti pilota all’adozione su larga scala. Quando ci si trova nel cosiddetto “purgatorio di progetti pilota” il successo si limita all’area o all’impianto, i problemi sorgono invece quando il tutto va esteso all’intera azienda. Non si può gestire la  trasformazione digitale su larga scala in modo compartimentale. La soluzione richiede  un allineamento organizzativo e questo ci porta a un’altra fonte di preoccupazione, la gestione del cambiamento.

Persone, cultura e cambiamento. I Cio, creando e gestendo un programma di allineamento di ruoli e responsabilità in tutta l’organizzazione, possono coinvolgere le persone con i profili adeguati e quindi aiutare a colmare le lacune e a costruire le competenze necessarie. Inoltre, la cultura gioca un ruolo di grande rilievo nelle trasformazioni di successo. Un Cio esperto allineerà la leadership sul percorso da seguire e si farà carico di un ruolo fondamentale, quello di definire il concetto di successo da un punto di vista culturale.

Per Nardecchia bisogna sempre tenere ben a mente che i limiti non risiedono nella tecnologia, ma piuttosto nell’immaginazione, cultura, allineamento all’interno dell’organizzazione e inerzia organizzativa. Per il successo di una trasformazione digitale su larga scala queste barriere devono essere abbattute.

Nardecchia osserva che oggi ogni azienda è un’azienda tecnologica: i Cio sono i manager che sanno garantire la continuità operativa e, al tempo stesso, raggiungere gli obiettivi di reddito e di crescita.

Ogni organizzazione deve essere guidata dai dati e, talvolta, benchè molte aziende siano ricche di dati, sono carenti di intuizioni derivanti proprio da quei dati.

Si è spesso pensato che la Digital Transformation  avrebbe avuto un maggior impatto all’esterno – sui clienti – mentre, in realtà, apporta altrettanto cambiamento, valore e beneficio al personale.

Il Cio ha una prospettiva che è diretta sia all’interno che all’esterno; è essenziale bilanciare entrambi gli ambiti al fine di trarre il massimo vantaggio dalla futura evoluzione industriale.

Le aziende più innovative stanno utilizzando la trasformazione digitale per creare nuovi prodotti ed essere maggiormente connessi ai clienti. La personalizzazione della customer experience, una tendenza che in passato era maggiormente diffusa tra i rivenditori è ora diventata elemento trainante per la maggior parte delle industrie.

Tuttavia, secondo Nardecchia, mentre i Cio e i Ceo sono al centro della trasformazione, questa è un’iniziativa interfunzionale e, in quanto tale, richiede una mentalità diversa da parte dei dirigenti di primo livello così come di tutta l’azienda. La conversazione intorno alla connected enterprise si sposta dalla produzione e dalla supply chain ai C-level per la connettività e la coerenza dei dati a supporto della crescita e dell’ottenimento dei benefici.

Se la trasformazione digitale prima della pandemia era una priorità, osserva Nardecchia, ora lo è ancora di più. Il Cio sarà il visionario e il principale motore; la persona che guiderà l’implementazione e l’impegno in tutta l’azienda.

Questo periodo costituisce un test di intelligenza per uomini e macchine. Il Cio orientato alla trasformazione, sarà il riferimento dei propri pari livello e dei colleghi per collaborare alle strategie di trasformazione digitale, per guidare il cambiamento dell’organizzazione, introdurre pratiche agili e flessibili ed essere all’avanguardia per ciò che concerne le tecnologie emergenti. Migliorare l’esperienza del personale ridurrà l’attrito interno ed esterno, traducendo il tutto in una migliore customer experience.

 

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