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Cimea e la blockchain per mobilità ed equivalenze accademiche

Cimea, Centro di Informazione su Mobilità ed Equivalenze Accademiche, è un ente ufficiale italiano che fa uso, tra le altre cose, della tecnologia blockchain. Il Centro è nato a Roma nel 1984 e da allora si occupa della valutazione e della comparazione dei titoli esteri, per chi intende proseguire il percorso di studi o entrare nel mercato del lavoro in Italia, e svolge attività di informazione e consulenza sui temi legati all’istruzione e alla formazione superiore e universitaria sia italiana sia internazionale, in qualità di unico Centro nazionale riconosciuto dal MUR – Ministero dell’Università e della Ricerca.

Cimea dispone della più grande banca dati in Italia sulle tipologie di titoli di studio di ogni Paese nel mondo e di un database internazionale sui sistemi esteri di istruzione e formazione superiore. Attraverso strumenti innovativi, tra i quali la blockchain, Cimea rilascia attestazioni di comparabilità, per inquadrare il titolo di studio estero nel sistema italiano, e di verifica su tutte le qualifiche di scuola secondaria superiore e della formazione superiore ottenute in qualsiasi Paese del mondo.

Abbiamo intervistato Luca Lantero, direttore di Cimea.

LE INTERVISTE DI 01NET –  LA TECNOLOGIA BLOCKCHAIN

Le tecnologie blockchain sono di estrema attualità e le loro applicazioni sono destinate a diventare sempre più rilevanti in numerosi settori nei quali possono essere fondamentali i concetti di disintermediazione e decentralizzazione che le contraddistinguono. Le blockchain fanno parte della famiglia di tecnologie chiamate Distributed Ledger, sistemi basati su un registro distribuito accessibile e modificabile da più nodi di rete. Per fare chiarezza sui limiti, il potenziale, le applicazioni e gli strumenti di blockchain, 01net ha intervistato una serie di aziende che impiegano questa tecnologia o che forniscono gli strumenti necessari per attivarla e gestirla.

Secondo l’osservatorio Blockchain & Distributed Ledger del Politecnico di Milano continuano ad aumentare i progetti di blockchain in ambito internazionale, ma il mercato italiano sembrerebbe ancora in fase di attesa nonostante il favore dei consumatori per ambiti quali criptovalute, NFT, DeFI e così via. Cosa ne pensa del mercato italiano e soprattutto in quali ambiti le blockchain potrebbero essere usate con favore e proficuamente da aziende e istituzioni italiane?

Luca Lantero

Le iniziative sul mercato italiano sono numerose. Tra tutte, Cimea fa parte di IBSI, Italian Blockchain Service Infrastructure, un progetto promosso da Agenzia per l’Italia Digitale che vede coinvolti vari soggetti, quali Poste Italiane, Inail, Inps, Infratel Italia, RSE, GSE, Politecnico di Milano, Università di Cagliari, CSI Piemonte, Enea e Sogei, con l’obiettivo di realizzare attività di ricerca e sviluppo sulla blockchain e permettere di sfruttarne le potenzialità in diversi ambiti, dalle certificazioni al tracciamento fino allo sviluppo di nuovi modelli energeticamente sostenibili. A nostro avviso, questo è un primo passo importante verso la diffusione della blockchain su più ambiti e usi.

Come tutti gli strumenti, la blockchain non è risolutiva delle problematiche intrinseche a ogni settore, ma certamente potrà aiutare i vari portatori di interessi ad avere una certezza sui dati e sugli elementi condivisi in ogni transazione commerciale e non.

La lettura interpretativa di tali dati e il loro utilizzo saranno sempre oggetto di interazioni e giudizi lasciati agli utilizzatori: ad esempio, nel settore del riconoscimento dei titoli di studio, il fatto che un titolo di studio sia autentico, elemento che possiamo desumere dall’utilizzo della tecnologia blockchain, non implicherà sempre una possibile accettazione da parte di una istituzione o datore di lavoro nelle procedure selettive di ingresso a corsi o al mercato del lavoro.

Nel vostro caso specifico, ci può raccontare in maniera dettagliata come state usando la tecnologia blockchain?

In Cimea utilizziamo la blockchain dal 2018 per effettuare il riconoscimento dei titoli di studio esteri in modalità trasparente, sicura e digitale, volta a facilitare la condivisione del documento con tutti i soggetti coinvolti. L’Italia con Cimea è il primo Paese al mondo a usare la blockchain applicata nell’ambito del riconoscimento delle qualifiche.

Abbiamo sviluppato un servizio per permettere a chiunque debba farsi riconoscere un titolo di studio estero in Italia di avviare la procedura in maniera veloce e semplice.

Abbiamo sviluppato un servizio per permettere a chiunque debba farsi riconoscere un titolo di studio estero in Italia di avviare la procedura in maniera veloce e semplice. Abbiamo realizzato una private permissioned blockchain, aperta ai possessori della qualifica, le istituzioni della formazione superiore, gli enti che rilasciano titoli e qualifiche non accademiche e gli enti certificatori.

Ogni soggetto può modificare solo le informazioni di sua competenza, senza andare a compromettere i dati inseriti dagli altri attori coinvolti. Questo meccanismo permette quindi di individuare eventuali contraffazioni, qualora le informazioni nei vari passaggi dovessero essere discordanti.

Il processo di riconoscimento viene avviato dal possessore della qualifica, che carica sul proprio wallet i titoli ottenuti durante la propria carriera accademica e professionale. A questo punto entra in gioco Cimea che verifica le informazioni riportate sulle qualifiche e, dopo attenta analisi, provvede a rilasciare la valutazione finale.

Qualora la valutazione sia positiva, il possessore della qualifica riceverà sul proprio wallet l’attestato di comparabilità e/o di verifica, che inquadra il titolo di studio estero all’interno del sistema della formazione superiore italiano, e potrà condividere il documento contenente informazioni affidabili e certificate con qualsiasi ente terzo, tra cui le istituzioni della formazione superiore o il datore di lavoro, in maniera immediata e digitale.

Vi siete rivolti  a fornitori esterni per la soluzione di blockchain che avete implementato?

Abbiamo realizzato un prodotto a livello sistemico, proponendo la nostra soluzione come esempio di buona pratica a livello di EBSI – European Blockchain Service Infrastructure, e utilizzandola anche nel settore del riconoscimento dei titoli di rifugiati in possesso di scarsa o assente documentazione, grazie a una collaborazione con il Consiglio d’Europa per lo sviluppo del European Qualifications Passport for Refugees – EQPR.

Quali benefici avete ottenuto?

I benefici per noi sono chiari. La blockchain permette una valutazione e una condivisione istantanea, trasparente e immutabile dei titoli. Questo consente di ridurre il rischio di frodi, garantendo al contempo la tutela della privacy e la sicurezza dei dati personali.

Trattandosi di una private permissioned blockchain, i soggetti coinvolti possono modificare solo le informazioni in loro possesso, senza andare a intaccare i dati caricati dagli altri attori. Questa modalità permette di avere dei valori sempre verificati alla fonte e di individuare le eventuali contraffazioni, qualora le informazioni nei vari passaggi siano discordanti.

La blockchain permette una valutazione e una condivisione istantanea, trasparente e immutabile dei titoli. Questo consente di ridurre il rischio di frodi, garantendo al contempo la tutela della privacy e la sicurezza dei dati personali.

Per un settore altamente burocratizzato come quello dell’istruzione, dove la maggior parte dei documenti sono cartacei, la blockchain è stata fondamentale anche nel supportare la mobilità internazionale degli studenti durante il Covid-19, perché ha permesso loro di ottenere la documentazione richiesta da remoto, in modalità digitale e in tempi rapidi.

Secondo il suo parere, la blockchain potrebbe essere veramente la base di quella che viene chiamata “next web revolution”, o Internet decentralizzato (Web 3) e in che modo?

Sempre più raccomandazioni a livello europeo spingono all’utilizzo della blockchain, quindi riteniamo che questo strumento assumerà una maggiore rilevanza non solo negli ambiti del riconoscimento dei titoli ma anche in altre settori della pubblica amministrazione.

Come ogni rivoluzione, servirà ancora del tempo prima che venga assorbita da tutti, ma riteniamo che il percorso vada in questa direzione, anche se, come ogni processo tecnologico, la fase di implementazione sul campo potrà mostrare futuri limiti, potenzialità e interazioni con altre soluzioni digitali e di intelligenza artificiale.

Sicuramente la blockchain sta modificando radicalmente i precedenti paradigmi e le strutture informatiche esistenti, pertanto tutti, sia tecnici che utilizzatori, saremo chiamati a un cambio di prospettiva.

Sicuramente la blockchain sta modificando radicalmente i precedenti paradigmi e le strutture informatiche esistenti, pertanto tutti, sia tecnici che utilizzatori, saremo chiamati a un cambio di prospettiva che non sempre e non per tutti risulterà immediato e privo di conseguenze rispetto a strutture informatiche e digitali esistenti e già implementate che utilizzano differenti tecnologie. Indubbiamente la blockchain ci aiuterà sempre più a realizzare sistemi aperti, interoperabili e sicuri, tenuto conto che la stessa “filosofia informatica” alla base di tale tecnologia è “distribuita” e condivisa.

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