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Blockchain va oltre la finanza e arriva all’energia

Blockchain sta andando oltre la sfera della finanza: le sue funzionalità infatti stanno iniziando ad interessare l’industria dell’energia e delle costruzioni che puntano a ottimizzare e ridurre i costi operativi.

Uno degli esperimenti più avanzati si trova in Francia a Lione, nel distretto ecologico Confluence. Con partner come Enedis e Schneider, Bouygues Immobilier sta lavorando su diverse applicazioni blockchain.

Primo caso di utilizzo: la gestione dei diritti di accesso ai dati energetici, nel caso di condomini con capacità di produzione e consumo di energia rinnovabile. È necessario essere in grado di gestire i diversi livelli di autorizzazione di accesso e tenere traccia di questi accessi. Il Gdpr rafforza le tutele, ma le questioni energetiche richiedono la disponibilità e la manipolazione dei dati e blockchain può ridurre i costi e migliorare la sicurezza.

Blockchain per lo scambio di elettricità

Un altro caso d’uso è lo scambio di elettricità. L’idea sarebbe di riunire tutti i partecipanti alla produzione di energia rinnovabile del distretto su un blocco di appartamenti, negozi e sedi.

Tutte le parti interessate potrebbero scambiare l’energia elettrica al prezzo di costo a seconda delle loro esigenze per limitare il più possibile l’uso della rete nazionale: ad esempio, un’impresa potrebbe utilizzare la produzione di pannelli solari per uffici chiusi il fine settimana. I contratti intelligenti, programmi integrati nella blockchain e che innescano automaticamente azioni purché siano soddisfatte un certo numero di condizioni, permettono di verificare senza intervento umano che chi chiede l’ accesso all’energia elettrica abbia il diritto di farlo e che chi fornisce l’energia sia in grado di farlo.

Queste transazioni potrebbero essere gestite tramite gettoni, moneta virtuale supportata da blockchain. L’idea è di fare ricorso a una potenziale Ico (Initial coin offering) agli utenti interessati all’autoconsumo, al fine di finanziare l’installazione dell’infrastruttura.

Un’altra questione relativa all’uso delle fonti energetiche rinnovabili è la certificazione della loro origine “verde” quando passano attraverso la rete nazionale, gestita da Enedis e Rte. La società francese di car sharing Clem, che gestisce veicoli elettrici e stazioni di ricarica, ha testato una soluzione in tal senso nella città cinese di Hanzou.

Mettendo i sensori in siti di produzione verdi su una determinata superficie, si può sapere esattamente quanta energia elettrica viene prodotta. Questa poi viene registrata nella blockchain. La quota di energia rinnovabile disponibile può quindi essere detratta dal resto della produzione.

I contratti intelligenti renderebbero addirittura possibile andare oltre vietando il consumo di elettricità che non proviene da fonti rinnovabili, anche se al momento è difficile fare a meno delle fonti tradizionali di elettricità. Lanciato nel settembre 2017, il progetto uscirà dalla fase sperimentale ed entro il 2018 l’azienda intende trasferire su questa piattaforma tutti i suoi precedenti clienti in Francia. Tuttavia, spetterà a loro concludere accordi con i produttori locali di energia rinnovabile.

I problemi sono commerciali

Tra gli altri progetti, il pioniere mondiale è Brooklyn Microgrid a New York, dove dal 2016 Siemens e la start-up L03 Energy stanno testando un sistema di produzione e commercio locale di energia elettrica attraverso blockchain.

A settembre, la prefettura di Fukushima ha annunciato che sperimenterà anche la tecnologia decentralizzata per distribuire l’eccedenza di energia elettrica prodotta da 1.000 famiglie alla ricerca di nuove fonti di energia dal disastro nucleare del 2011. E con tutti questi progetti di scambio di energia blockchain, diverse valute elettroniche e gettoni dedicati sono stati recentemente lanciati, come Grid+, Power Ledger e Solar Bankers.

Alcuni esperimenti hanno dimostrato la loro fattibilità tecnica ma non ancora commerciale, soprattutto in termini di redditività. Questo è il problema incontrato da Engie, che ha testato un sistema di monitoraggio delle perdite d’acqua e una richiesta di risposta automatizzata nell’Yonne.

L’azienda ha codificato un contratto intelligente che riceveva informazioni dai contatori dell’ acqua, rilevava un consumo anomalo e quindi potenziali perdite, e ha poi attivato una chiamata a un partner idraulico. Ma se il costo delle transazioni su Ethereum continua ad aumentare, il suo utilizzo potrebbe essere più costoso di un’infrastruttura It tradizionale.

Un altro problema è dato dall’elevato consumo energetico causato del processo di verifica delle transazioni che richiede enorme potenza di calcolo per risolvere calcoli complessi. Dotvision ha dovuto sviluppare le proprie soluzioni per gestire le borse dell’energia elettrica dopo aver notato una situazione particolarmente incongrua, dice il suo capo Erwin Guizouarn. L’energia utilizzata per registrare una transazione era infatti superiore al flusso di energia trasferita, con un rapporto ben superiore a 1:10.

 

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