Apple potenzia l’Xserve per il cluster computing

La mossa appare una risposta alle offerte di prodotti cluster per l’informatica tecnica che arrivano dai concorrenti del mondo Intel.

19 marzo 2003 Seguendo le orme dei grandi competitor che vendono prodotti basati su Intel, Apple Computer ha iniziato a offrire una versione del proprio server, l’Xserve, che può essere collegata in gruppi, o cluster, capace di affrontare gigantesche operazioni di elaborazione. Apple è in forte competizione con Dell, Ibm e Hewlett-Packard, che hanno tutte affermato il proprio business vendendo prodotti cluster per l’informatica tecnica. Il sistema Apple costa circa 3.000 dollari ed è dotato di un biprocessore PowerPc G4 a 1,33 GHz, 1 Gb di memoria, una porta Ethernet a 1 Gbps e un hard disk.

Se comparato con l’Xserve general purpose, manca di un drive Cd-Rom, una scheda video, una seconda porta Ethernet e della capacità di ospitare hard disk multipli. I clienti del cluster ad alte prestazioni includono le compagnie petrolifere, quelle dei servizi finanziari, dell’animazione digitale, della progettazione di aeromobili e delle scienze della vita. In questo caso, Apple annovera tra i propri clienti Genentech e l’Università della Carolina del Nord oltre ad alcune società di creazione di contenuti digitali. I sistemi Apple Xserve sono, in qualche caso, i più adatti al mercato dell’high-performance computing, rispetto a quelli del mercato dei server generici. La transazione software viene facilitata dal fatto che il sistema operativo Apple Mac Os X è una variante della versione di Unix, FreeBsd, a sua volta cugino di Linux.

L’Xserve per il cluster computing include uno slot Pci a 66 Mhz e 64 bit, che può ospitare schede di networking ad alta velocità di Myricom, usate spesso nei cluster high-performance.

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