Echo Dot Smart speaker with Alexa

Amazon Alexa sembra stia al momento primeggiando nella sfida tra gli assistenti virtuali basati sull’intelligenza artificiale.

A sostenerlo è la nuova ricerca Ovum, intitolata AI Assistant Tracker: 1H18.

Sempre secondo lo studio Ovum, Google Assistant si sta avvicinando rapidamente e rappresenta una minaccia per la supremazia di Amazon. Altri contendenti come Siri, Cortana e Bixby sono in ritardo rispetto ai primi due.

Questi altri assistenti presentano vantaggi competitivi per casi d’uso specifici. Tuttavia, sostiene il report Ovum, hanno possibilità minime di vincere questa competizione.

Ciò, rispetto alle funzionalità in rapida crescita di Alexa e Google Assistant. Così come, inoltre, per quanto riguarda l’interoperabilità con dispositivi di terze parti nell’ambito della smart home.

Amazon Alexa e Google Assistant primeggiano

In termini di strategia di mercato, Amazon e Google stanno seguendo i passi l’uno dell’altro. Entrambe le aziende fanno molto affidamento sul supporto per i loro ecosistemi da parte di partner e sviluppatori per migliorare la funzionalità delle proprie piattaforme. Così come per ridurre gli ostacoli che rallentano il progresso di queste tecnologie.

Amazon, rileva ancora lo studio Ovum, intende creare un’esperienza utente più coinvolgente offrendo funzionalità avanzate e opzioni di personalizzazione. Dall’altro lato, Google si è concentrata sull’espandere la disponibilità internazionale di Google Assistant. E quindi si è impegnata nel fornire supporto per più lingue e funzionalità legate alla localizzazione.

Lo studio AI Assistant Tracker: 1H18 di  Ovum intende fornire uno strumento per comprendere la strategia dei principali attori di questo mercato. Cioè del settore dell’assistenza digitale basata sull’intelligenza artificiale. Persegue questo obiettivo valutando le prestazioni di noti assistenti virtuali come Alexa, Assistente Google, Siri, Cortana e Bixby.

Il benchmark si basa su un sistema di punti composto da sei criteri strategici. Questi sono: skill, supporto linguistico, user experience, categorie di dispositivi, innovazione e business model.

In ogni caso “È presto per dichiarare un vincitore assoluto”, afferma Mariana Zamoszczyk, senior analyst nel team Consumer Services di Ovum.

Che prosegue: “Nel frattempo, la battaglia si intensificherà, concentrandosi non solo sui dettagli, ma anche guardando al quadro generale, che è quello di creare la migliore esperienza utente possibile e sostenerla nel tempo man mano che l’intelligenza artificiale matura”.

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