All’Europa piace Rfid

Un finanziamento di 12 milioni di euro spingerà la ricerca continentale a trovare un modo più economico per diffondere il riconoscimento a radiofrequenza.

26 marzo 2004

L’Unione Europea ha finanziato un progetto teso a sviluppare un processo di costruzione di circuiti elettronici basato sui polimeri.


Il progetto, chiamato PolyApply, comprende anche lo sviluppo a basso costo di chip per applicazioni Rfid (riconoscimento a radio frequenza),


La Commissione Europea, nel quadro del Sesto programma di ricerca e sviluppo tecnologico, ha stanziato 12 milioni di euro per finanziare un gruppo di 20 realtà, fra produttori e organizzazioni di ricerca per concretizzare il progetto entro il 2007. Fra queste, la svedese Acreo, le tedesche Infineon Technology e Siemens, l’olandese Philips Electronics e la franco-italiana St Microelectronics.


Le società lavoreranno attorno al conceto di “ambient intelligence”, che sottende un complesso di attività per l’integrazione di funzioni elettroniche (come il sensing, il computing e lo storage) in un’ampia gamma di materiali, per renderli capaci di comunicare tramite tecnologia a radio frequenza.


In ciò i sistemi basati sui polimeri giocano un ruolo chiave. I costruttori di chip tradizionali, allora, declineranno le loro conoscenze maturate sul fronte del silicio, verso nuovi materiali e dispositivi che dovrebbero poter essere costruiti a costi più bassi, tali da consentirne un utilizzo diffuso sui beni di consumo.


L’annuncio del finanziamento europeo arriva contemporaneamente a una ricerca di Evans Data condotta su 450 sviluppatori mondiali di soluzioni a base Rfid e che ha scoperto che il 30% di loro utilizza la tecnologia a radio frequenza per creare applicazioni di sicurezza, e che solo il 20% la usa per classiche operazioni di tracciamento (inventario). L’esito della ricerca ha sorpreso gli stessi analisti, che quantomeno si attendevano percentuali rovesciate.

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