Da Wal Mart a Metro Rfid per tutti

15 gennaio 2003 C’è fermento intorno alla Radio frequency autentication, Rfid, una sorta di bar code evoluto che può essere acquisito a distanza anche attraverso muri o imballaggi. Idc, una società di ricerca molto conosciuta nel mondo hi tech, prevede …

15 gennaio 2003 C’è fermento intorno alla
Radio frequency autentication, Rfid, una sorta di bar code
evoluto che può essere acquisito a distanza anche attraverso muri o imballaggi.
Idc, una società di ricerca molto conosciuta nel mondo hi tech, prevede per le
etichette intelligenti una crescita della spesa per il comparto retail
statunitense dai 91,5 milioni di dollari dello scorso anno a 1,3 miliardi nel
2008. Buona parte della spesa dovrebbe essere indirizzata verso
l’hardware, che include etichette, infrastruttura e system
integration, ed entro il 2007 potrebbe raggiungere gli 875 milioni di dollari.
Malgrado l’ottimismo delle cifre, Idc mette in guardia rispetto alla modalità
con la quale le aziende stanno cominciando a implementare la tecnologia. Troppo
spesso manca una vera e propria visione strategica di insieme, e soprattutto
troppo spesso manca un’idea di come debbano cambiare i processi di business per
poter sfruttare appieno i benefici derivanti dalla tecnologia.


Nonostante questo il vento è positivo anche perché recentemente Wal
Mart
e il ministero della difesa statunitense hanno deciso che i loro
fornitori saranno obbligati a utilizzare questa tecnologia. Per capire
quali effetti può avere l’adozione da parte di Wal Mart delle
Rfid consigliamo di leggere questo articolo del sito equiliber.org
(http://www.equiliber.org/item.php?tipo_content=ARTICOLI&tema=Telecomunicazioni&id_content=81)
di Stefano Quintarelli di I.net e Francesco Sacco, docente della Bocconi. Altro
segnale importante è arrivato dalla National Retail Federation
statunitense in occasione dell’apertura dell’annuale esposizione fieristica. In
quell’ambito, i più importanti retailer interessati allo sviluppo e
all’implementazione di nuove tecnologie per il tracking degli inventari hanno
trovato schierati al loro fianco i principali attori del comparto It. Il colosso
dei microprocessori Intel, tanto per fare un esempio, ha annunciato la propria
collaborazione con il consorzio Electronic Product Code Retail User’s Group of
Europe, del quale fanno parte aziende come Carrefour, Metro e
Tesco
.


Il consorzio sta lavorando attivamente sia su Rfid, sia su
Epc (Electronic Product Code). La prima tecnologia consente al
distributore di contrassegnare un oggetto (ad esempio un pallet) con
un’etichetta elettronica con tutte le informazioni relative al
contenuto dell’oggetto stesso. La seconda prevede invece l’utilizzo dei chip in
sostituzione dei codici a barre. Le due tecnologie possono essere utilizzate sia
congiuntamente sia separatamente e in ogni caso nelle aspettative di chi le
promuove dovrebbero consentire la riduzione dei costi connessi alla gestione dei
magazzini e degli inventari. Sun, da parte sua, ha annunciato l’intenzione di
integrare il proprio software Rfid con una soluzione di
tracking (che permette di controllare doove si trova la merce),
mentre anche Microsoft ha reso noto un proprio progetto relativo alle nuove
tecnologie per il tracking, destinato al mercato retail con applicazioni anche
per Pda o telefoni cellulari.


Lo sviluppo delle etichette intelligenti non riguarda però solo gli Stati
Uniti. Metro,che ha oltre 2.000 punti vendita in Europa e Asia ha chiesto ai
suoi principali fornitori di adottare la Radio Frequency Autentication sui loro
prodotti. Con Metro collabora anche Ibm, che ha dato vita, insieme al gruppo di
distribuzione, alla Future Store Initiative. Operativa dal prossimo mese di
novembre, prevede in una fase iniziale il coinvolgimento di 100
fornitori di Metro
, ai quali verrà chiesto di etichettare i propri
bancali, destinati ai 10 principali centri di distribuzione Metro e da questi a
250 magazzini, con etichette Rfid. A Future Store Initiative partecipano anche
Microsoft, Intel e Sap.

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