Secondo il Commissario europeo al commercio l’accordo non è il Big Brother e difenderà i diritti europei senza modificare di una virgola la legislazione vigente.
Il Commissario europeo al Commercio Karel De Gught è intervenuto a una riunione della Commissione commercio internazionale del Parlamento europeom (Inta) sul tema Acta, il controverso accordo anticontraffazione che l’Ue ha firmato a gennaio a Tokyo e che ha scatenato un’ondata di protesta che ha generato una petizione contraria, che ha raccolto due milioni e mezzo di firme.
Cliccando qui si ottiene il testo integrale del discorso tenuto,
da cui enucleiamo per punti i tratti essenziali e le battute più efficaci.
Per De Gucht la visione apocalittica che si dà all’accordo non corrisponde al vero.
Acta non è un attacco alle libertà, ma una difesa di quelle degli europei.
Acta non è un grande fratello: non siamo nel 1984, ma nel 2012, e si tratta di affrontare i problemi economici che viviamo.
Nel far questo Acta è solamente una parte della soluzione.
Creatività e innovazione sono i nostri valori migliori e li dobbiamo difendere.
Acta fa questo cercando di estendere i valori che fondano l’Ue oltre i suoi confini.
Acta è un trattato di rafforzamento, non di indebolimento: per attuarlo l’Ue non deve cambiare una virgola della sua legislazione.
Acta non censura Internet: non porterà al controllo delle email delle persone, dei loro blog o delle loro attività di condivisione file.
Non produrrà l’ispezione di computer personali o dei lettori Mp3 da parte di ufficiali di dogana.