Dito puntato sulle norme speciali che regolano i rapporti tra il dipartimento di giustizia statunitense ed i servizi online cui è fatto obbligo di fornire i dati degli utenti collaborando alle indagini in corso.
Twitter ha deciso di avviare una vertenza legale chiamando in causa niente meno che il governo degli Stati Uniti.
L’accusa è quella di aver violato il primo emendamento della
Costituzione che garantisce la libertà di parola e di espressione per
ogni cittadino.
Il social network fondato da Dick Costolo punta il
dito soprattutto sulle norme speciali che regolano i rapporti tra il
dipartimento di giustizia statunitense ed i vari servizi online: realtà
come Twitter, Facebook, Google, Microsoft – insieme con qualunque altra
società operante nel settore delle telecomunicazioni e dei servizi
Internet – hanno l’obbligo di fornire i dati dei loro utenti
collaborando alle indagini in corso.
Allo stesso tempo, viene vietata la diffusione di informazioni sui programmi di sorveglianza avviati dalle agenzie governative.
Ed è proprio questo il punto oggetto di maggior contestazione: Twitter
vuole girare agli utenti i dettagli sugli obiettivi dei programmi di
monitoraggio avviati dal governo.
Twitter si fa quindi paladina di una battaglia volta a garantire maggior trasparenza nei confronti dell’utenza e ad allentare quei lacci che le agenzie governative a stelle e strisce sono oggi libere di imporre.
Le finalità dell’azione legale di Twitter sono illustrate in un post pubblicato in questa pagina.





