huawei 5g

La Commissione europea ha varato quello che la Commissione stessa definisce un pacchetto di strumenti comune per affrontare i rischi alla sicurezza per gli Stati membri, collegati alle reti mobili di ultima generazione 5G.

Si tratta di un toolbox che nell’intento della Commissione europea ha la funzione di delineare una serie di misure di sicurezza che consentano di mitigare i rischi in modo efficace e di garantire l’implementazione di reti 5G sicure in tutta Europa.

Non sembra emergere, al momento, una posizione di esclusione verso singoli operatori, nello specifico Huawei, la cui possibilità di operare come fornitore di infrastrutture di rete ha causato polemiche, ban e limitazioni negli Stati Uniti e nel Regno Unito.

Tanto è vero che la stessa azienda cinese ha rilasciato uno statement ufficiale riguardo alle ultime linee guida della Commissione europea sul 5G:

Huawei accoglie con favore la decisione europea, che consente a Huawei di continuare a partecipare allo sviluppo del 5G in Europa. Questo approccio privo di pregiudizi e basato sui fatti riguardo alla sicurezza del 5G consente all’Europa di disporre di una rete 5G più sicura e più veloce. Huawei è presente in Europa da circa 20 anni e ha una comprovata esperienza in termini di sicurezza. Continueremo a lavorare con i governi e l’industria europei per sviluppare standard comuni per rafforzare la sicurezza e l’affidabilità della rete.

Tuttavia, ciò non significa che la Commissione non consideri necessario valutare con grande attenzione tutti i rischi relativi alla sicurezza.

Da un lato, si riconosce il ruolo fondamentale che il 5G può svolgere nell’innovazione digitale e nell’economia europea. Dall’altro, c’è la consapevolezza delle serie minacce di cybersecurity e di attacchi informatici.

Afferma la Commissione che “Poiché molti servizi essenziali dipenderanno dal 5G, garantire la sicurezza delle reti riveste la massima importanza strategica per l’intera UE”.

Il pacchetto di strumenti dell’UE, inoltre, affronta tutti i rischi, non solo quelli tecnici, ma anche, nelle parole della stessa Commissione: “il rischio di interferenza da parte di un paese terzo o di soggetti sostenuti da governi di paesi terzi attraverso la catena di approvvigionamento del 5G”. Il riferimento alle interferenze di Paesi terzi, seppur generico, non può non far venire in mente i contenuti che sottendono anche le polemiche e i timori riguardanti Huawei.

Infatti, la Commissione avverte anche che: “gli Stati membri hanno convenuto di rafforzare i requisiti di sicurezza, valutare i profili di rischio dei fornitori, applicare le restrizioni pertinenti per i fornitori considerati ad alto rischio, comprese le necessarie esclusioni per i principali asset considerati critici e sensibili (come le funzioni principali della rete), e predisporre strategie per garantire la diversificazione dei fornitori”. Sembra dunque confermata, e non esclusa, la possibilità da parte degli Stati membri di escludere determinati fornitori, se viene valutata l’esistenza di rischi. 

La decisione su misure specifiche in materia di sicurezza, specifica la Commissione, rimane di competenza degli Stati membri. Al contempo, c’è accordo sul seguire un approccio teso alla cooperazione e alla definizione di risposte condivise in materia di sicurezza delle reti 5G, proprio perché se ne riconosce a livello europeo l’importanza strategica.

L’approvazione del pacchetto di strumenti arriva al termine di un lungo percorso, iniziato nel 2016 e passato, nel corso dello scorso anno, attraverso la raccomandazione sulla cybersecurity delle reti 5G e le successive valutazioni dei rischi degli Stati membri, seguite da una relazione coordinata e poi da una mappatura delle minacce pubblicata dall’Agenzia dell’UE per la cibersicurezza.

Ora, sulla base di questo toolbox, la Commissione rimane in attesa che gli Stati membri compiano i prossimi passi, sulla base di una valutazione oggettiva dei rischi individuati e di misure di attenuazione proporzionate, e ha chiesto l’attuazione di misure chiave entro il 30 aprile 2020.

Maggiori informazioni e documentazione completa sono disponibili sul sito della Commissione europea.

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