2003, un anno nero che però prelude a un futuro migliore

Il consuntivo porta un segno negativo mai così pesante per l’It, soprattutto in Italia. Tuttavia, l’annata in chiusura ha lasciato segni importanti, dalle concentrazioni nell’Erp e nella Bi alle manovre di alcuni big. Nuove promesse arrivano da tecnologie innovative, come il wireless.

 


Non si può aver paura di essere smentiti se si afferma che si sta chiudendo il peggiore anno della storia informatica, in termini di mercato. Soprattutto se ci riferiamo al nostro Paese, dove avevamo già archiviato un 2002 che aveva registrato una flessione del 2,2% secondo stime Assinform. La stessa associazione, che raggruppa i principali costruttori del settore, ha valutato per il primo semestre di quest’anno un ulteriore calo del 4,4% e sulla stessa lunghezza d’onda è sintonizzata Sirmi, che prevede una flessione complessiva della spesa It del 4,9% per il 2003. In tutti gli analisti prevale la prudenza sul futuro, che dovrebbe riservare un’inversione di tendenza, però non ancora definibile a livello temporale e per ora ipotizzata a cavallo dei prossimi due anni. Un pochino più ottimista si è mostrata Gartner, che ha preconizzato un 2004 positivo, non fosse altro che per la necessità di rinnovare un parco di prodotti che per molte aziende ha un’anzianità di almeno cinque anni. Il mood generale degli utenti è stato più volte evidenziato e non pare volersi modificare a breve. Come testimoniato da Linea Edp nell’annuale indagine sui budget informatici, il sistema informativo è visto dalla maggioranza delle aziende come un supporto operativo e solo in parte come strumento per le decisioni strategiche. Il contenimento dei costi è diventato l’imperativo un po’ per tutti e così i progetti hanno ceduto il passo all’efficienza e all’ottimizzazione dell’esistente. Passati i fattori di traino "coatti", come l’Anno 2000 o l’euro, gli utenti hanno iniziato, e continuano a rafforzare, uno sviluppo basato su soluzioni che evidenzino fin dall’inizio gli elementi di convenienza, sia in termini di costo che di successivo risparmio nelle attività ordinarie. E se comparti come la finanza o la grande distribuzione continuano a mostrare, pur con questi limiti, un certo dinamismo innovativo, il potenziale bacino della Pubblica amministrazione, per esempio, si è maggiormente appiattito, complici tagli alla spesa pubblica e il condizionamento esercitato a molti livelli dall’operato della Consip.

Le operazioni finanziarie


Pur in un’annata di chiaro regresso, la lettura dei principali eventi del settore Ict lascia, comunque, intravedere possibili elementi di larvato ottimismo per il futuro. Paradossalmente, la ripresa della tendenza alla concentrazione, che ha colpito comparti molto significativi e dal trend in ascesa, può essere letta in modo positivo, poiché segnala un risveglio della propensione all’investimento da parte di aziende che hanno deciso di mettere in gioco una parte della propria liquidità. A creare i maggiori argomenti di dibattito è stato il settore Erp, dove, a metà anno, sono arrivate le notizie delle acquisizioni di Jd Edwards da parte di PeopleSoft e di Baan da parte di Ssa. A smuovere ulteriormente le acque ci ha pensato Oracle con il tentativo di acquisizione ostile di PeopleSoft. Sul piatto ci sono 7,3 miliardi di dollari e la partita pare ancora aperta. Comunque vada, il mercato ne esce modificato, con la numero uno che non solo è rimasta a guardare, ma ne ha approfittato per consolidare la propria offerta con il rilascio di mySap Erp e per estendere il proprio raggio d’azione, in particolare, verso le Pmi, con la suite Business One, e verso l’integrazione applicativa, con l’acquisizione di NetWeaver. Un’altra area che ha conosciuto un drastico processo di concentrazione è quella della Business intelligence, dove Crystal Decisions e Brio sono finite rispettivamente nei panieri di Business Objects e Hyperion. Tratto comune alle due operazioni è la volontà degli acquirenti di allargare il raggio verso il reporting, laddove si sono allineate, con offerte proprie, anche Cognos, Sas e MicroStrategy.

Linux si fa business


Un altro ambiente che ha conosciuto nel 2003 movimenti significativi è quello Linux. Da tempo la tendenza a trasformare in business quanto nato sotto forma di comunità libera si è consolidata sotto la spinta di qualche big (Ibm e Oracle in testa) e un pugno di specialisti. Nel 2003, la dicotomia fra queste due anime si è violentemente accentuata.


A portare scompiglio nel settore ci ha pensato Sco, che ha annunciato a metà anno di voler perseguire legalmente innanzitutto Ibm, accusata di aver violato brevetti in possesso della casa californiana. Poi, a rincarar la dose, la minaccia è stata estesa a tutti gli utenti Linux, che in qualche modo sarebbero complici dell’illegalità insita nel sistema operativo. Per loro, anche in Italia, sarebbero in arrivo ingiunzioni al pagamento di royalty per non dover affrontare, in alternativa, una causa giudiziaria. Nell’ultima parte dell’anno, poi, va registrato il rinnovato attivismo di Novell, dapprima appropriatasi di Ximian e la sua tecnologia desktop e, in tempi più recenti, di SuSe, storico distributore Linux. Quest’ultima notizia è arrivata in parallelo a quella dell’abbandono della distribuzione pura anche da parte di Red Hat, segno che ormai i giochi sulla creatura di Linus Torvalds si sono fatti pesanti.

Il pragmatismo di Microsoft


A volo d’uccello, concludiamo la panoramica riassuntiva sui fatti e le tendenze del 2003 nell’Ict citando i segni di cambiamento giunti anche dal mondo dello storage, sempre più intersecato con quello del sistema informativo nel suo complesso, soprattutto in termini di gestione, come dimostrano le mosse di Emc, sia sul fronte dei prodotti che su quello delle acquisizioni (Documentum). Sarà invece il 2004 a chiarire quali prospettive ci potranno essere per le promesse avanzate da concetti quali il grid computing (sposato soprattutto da Ibm e Oracle), l’Identity management, il Wi-Fi o l’utility computing (adaptive, on demand o come altro si voglia chiamare la logica dell’implementazione evolutiva di potenza e soluzioni, sulla base delle necessità operative).


Chiudiamo, fra il realismo e il pragmatismo, con ciò che di concreto ha fatto un’azienda capace di orientare tutto il mercato, dall’alto dei suoi numeri costruiti, in vario modo, negli anni. Microsoft, nel 2003, ha introdotto sul mercato le nuove versioni del sistema operativo enterprise (Windows Server 2003) e della suite desktop per antonomasia (Office Server 2003). Nessuno dei due prodotti presenta caratteristiche tali da parlare di nuova rivoluzione e sono semmai degli aggiornamenti che, doverosamente, integrano standard e tecnologie che vanno per la maggiore. Una Microsoft più silenziosa del solito li ha già resi una realtà operativa per tante aziende e non è detto che non sia questo l’atteggiamento migliore per orientare, dal lato offerta, la ripresa del mercato.

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