Sco continua la propria battaglia

Un bilancio in parte penalizzato dal peso delle spese legali, ma migliorativo nel suo insieme. E la società riparte con la sua battaglia per la difesa della proprietà intellettuale su Linux. Questa volta nel mirino le Fortune 1000

23 dicembre 2003 1,6 milioni di dollari. A tanto ammontano le
perdite registrate da Sco nel quarto trimestre dell’anno.
Perdite sicuramente ridotte rispetto ai 2,7 milioni del pari periodo dell’anno
precedente e tutte ampiamente ascrivibili alle forti spese
legali
sostenute dalla società nella sua battaglia per la difesa della
proprietà intellettuale su Linux.
Senza queste spese, che nel trimestre hanno
pesato per 9 milioni di dollari, la società avrebbe invece registrato un utile
di 7,4 milioni, su un fatturato che è passato dei 15,5 milioni dell’anno scorso
agli attuali 24,3 milioni.
La società ha reso noto che 10,3 milioni del
fatturato provengono dalla divisione ScoSource e dalle attività di licensing,
molte delle quali legate ai contratti stipulati nel corso dell’anno con
Microsoft e Sun.
Gli altri 14 milioni provengono dalla vendita di prodotti e
servizi Unix.
Per quanto riguarda l’intero esercizio fiscale, Sco ha
registrato utili per 5,3 milioni di dollari, in deciso recupero rispetto alla
perdita di 24,9 milioni dell’anno precedente.
Escluse le spese legali, gli
utili sarebbero saliti a 14,3 milioni di dollari.
Comprensibile la
soddisfazione della società che, forte non solo di un bilancio in ripresa ma
anche di un investimento privato di 50 milioni di dollari, ritiene di avere
risorse e flessibilità per proseguire nella sua battaglia ed espandere il
proprio core business.
Per il trimestre in corso, che terminerà il prossimo
31 gennaio, la società si aspetta un fatturato di circa 15 milioni di dollari,
in linea con quanto registrato nel pari periodo dell’esercizio precedente.


Nel frattempo, però, la battaglia continua e Sco ha reso noto di aver
inviato una seconda tornata di lettere alle aziende che hanno
adottato Linux nei propri sistemi informativi, con l’obiettivo di portarle a
sottoscrivere il contratto di licenza che le metterebbe al riparo da qualsiasi
altra ripercussione qualora l’esito della disputa sia a suo favore.
Le
lettere sono state inviate tra l’altro alle aziende che compaiono nella
classifica Fortune 1000, evidenziando come, con l’adozione di Linux, stiano di
fatto utilizzando oltre 65 Abi (Application Binary Interface), di cui Sco
detiene la proprietà.
Alcune Abi, ha dichiarato ufficialmente Sco malgrado lo
scetticismo di Linus Torvalds e di Novell, sono protette da copyright e sono
state copitate letteralmente dal codice Unix. Quest’ultimo richiamo è separato e
distinto da quelli inclusi nella causa intentata la scorsa primavera contro Ibm,
e chiama direttamente in causa aziende e fornitori.
La pena prevista per i
contravventori, secondo Sco, sarebbe di 30.000 dollari in caso di violazione
inconsapevole, e fino a 150.000 dollari in caso consapevolezza e
volontarierà.

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