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Otto competence center per l’Industria 4.0 italiana

Otto competence center ammessi e due esclusi. L’ultimo atto del Ministero dello Sviluppo economico retto da Carlo Calenda è stata la comunicazione della lista di atenei ammessi alla fase negoziale per accedere ai finanziamenti pubblici.

La lista dei competence center vede al primo posto il Politecnico di Torino (Manufacturing 4.0), seguito dal Politecnico di Milano (Made in Italy 4.0), Alma Mater Studiorum Università di Bologna ( Bi-rex), Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa (Artes 4.0), Università di Padova (Smact), Federico II di Napoli (Industry 4.0), Consiglio nazionale delle ricerche (Start 4.0) e La Sapienza di Roma (Cyber 4.0). Fuori dai giochi il Centro siciliano di fisica nucleare, per mancanza di requisiti, e l’Università di Catania che ha raggiunto un punteggio non sufficiente.

Poli di ricerca e trasferimento tecnologico

Ai Competence center, nell’ambito del piano per l’Impresa 4.0 varato dal governo Renzi, spetta il compito di essere i poli di ricerca e trasferimento tecnologico con partner pubblici e privati. L’obiettivo è di sviluppare progetti negli ambiti di specializzazione e fornire servizi alle Pmi. In totale sono circa quattrocento le imprese che si sono alleate a una settantina tra università e organismi pubblici di ricerca pubblici.

La seconda fase del processo prevede che ogni singolo partenariato, che unisce componenti pubblici e imprese private discuta i progetti con i tecnici del ministero.

Poi, una volta raggiunto l’accordo sul progetto, per ogni competence center ammesso, sarà emanato il decreto di concessione che conterrà tra l’altro impegni, obiettivi, tempi e modalità di realizzazione dell’attività programmata, indicazione delle spese e dei costi ammissibili.

A disposizione ci sono 73 milioni di euro, una somma considerata sufficiente dal ministero. Una quota fino al 65% dei fondi dovrà supportare la costituzione e l’avviamento dei centri, nella misura del 50% delle spese sostenute per un massimo di 7,5 milioni per singola struttura. Almeno il 35%, invece, andrà a finanziare i progetti di innovazione presentati dalle imprese, sempre in misura del 50% e fino a 200mila euro.

Fra le Università coinvolte, il Politecnico di Milano sul Made in Italy 4.0 e i sistemi per il manifatturiero avanzato ha selezionato 34 aziende – da Comau a Brembo, da Bosch a Ibm – che offriranno servizi, competenze e sostegno economico. Altre 24 per il Poli di Torino (Fiat Chrysler Leonardo, Thales Alenia Space) mentre lo Smact dell’Università di Padovaha selezionato 30 imprese (Tim, Electrolux e Intesa San Paolo).

Sono 49 le imprese per il Bi-Rex di Bologna (Ducati a Siemens da Hera a Philp Morris) e 32 quelle per il competence center Start 4.0 guidato dal Cnr insieme a Iit e università di Genova e con big del calibro di Ansaldo Energia, Iren e Leonardo.

Intanto il ministero dello Sviluppo ha pubblicato il bando di gara per l’assegnazione di 3 milioni a progetti di potenziamento degli uffici di trasferimento tecnologico delle università e degli enti di ricerca pubblici. In particolare, 2,5 milioni sono destinati al rifinanziamento di progetti già agevolati negli anni scorsi e 500mila euro a nuovi progetti.

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