Mezzogiorno d’Italia, culla di imprenditori under 30

Poco meno del 31% delle circa 9mila nuove imprese attive dal 2011 censite dal Centro studi di Unioncamere è allocato al Sud e nelle Isole ed è fondato nel 26% dei casi da giovani imprenditori in cerca di soddisfazione (non solo professionale).

Nel 2011, in Italia, il Sud e le Isole si confermano culla per nuove iniziative imprenditoriali.
Lo dicono i dati di un’indagine del Centro studi di Unioncamere condotta su un campione di circa 9mila imprese attive nate negli dodici mesi dello scorso anno. Di queste, un terzo (pari al 30,9%) sarebbe da ascriversi al Mezzogiorno, seguite a breve distanza dal Nord Ovest (28,6%) del Paese.

Secondo quanto emerso nell’indagine, le opportunità del “fare impresa” risulterebbero colte sempre più frequentemente dai giovani visto che, con ben due punti percentuali in più rispetto al 2010, l’incidenza degli under 30 supererebbe quota 26%, mentre un ulteriore 19,1% di neo-imprenditori sarebbe collocabile nella fascia di età tra i 31 e i 35 anni.

Tra coloro che hanno deciso di fondare, da titolari o da soci di maggioranza, una nuova azienda, il 57% affermerebbe di averlo fatto per perseguire la propria soddisfazione personale e professionale, segno che, anche in tempi di crisi, fare impresa nel nostro Paese è un sogno nel cassetto che, nel 2011, molti hanno potuto concretizzare.

Nella fattispecie, in Sud Italia, in 3 casi su 4, le nuove realtà risulterebbero fondate da imprenditori di sesso maschile, nel 50% dei casi diplomati, che, 7 volte su 10, hanno dovuto investire “solo” 10mila euro per partire, segno anch’esso, che l’impresa resta una grande opportunità soprattutto per i giovani o, come affermato in una nota ufficiale da Ferruccio Dardanello, presidente di Unioncamere: «Una concreta e solida chances per dare corpo alle giuste aspettative di soddisfazione professionale».

In un siffatto quadro, i servizi alle persone restano l’unico settore in cui il genere femminile detiene il primato delle nuove iniziative imprenditoriali (51,7%), anche se quote superiori alla media si sono riscontrate nei servizi turistici, nell’agricoltura e nelle attività commerciali.

Ancora una volta, fiocco rosa o azzurro che abbiano, le neonate realtà si muovono caute nel tessuto imprenditoriale e, impegnate come sono ad attendere i primi riscontri da parte del mercato, non avvertirebbero la necessità di assumere personale, anche se il 19,6% delle imprese nate con oltre 10 addetti prevedono già di dover svolgere una gamma più ampia di mansioni, per le quali sarà necessario introdurre figure con specializzazioni diverse.

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