L’Ict utile a chi cura e a chi è curato

Grazie al contributo di Doxapharma e Fimmg, all’interno della Ricerca 2012 dell’Osservatorio Ict in Sanità c’è anche il parere di 637 medici di medicina generale e di 1.001 pazienti. Ecco a quale tecnologia si dicono interessati.

A dispetto di difficoltà di utilizzo dei sistemi istituzionali, assenza di attori in grado di supportare decisioni di acquisto, difficile misurabilità dei benefici e assenza di una formazione adeguata, in Italia, il 94% dei medici di medicina generale interpellati nella Ricerca 2012 dell’Osservatorio Ict in Sanità, mostra una certa confidenza con Internet.

Quella promossa dalla School of Management del Politecnico di Milano con il contributo dell’Ict Institute del Politecnico di Milano e in collaborazione con Senaf/Exposanità, è un’analisi empirica che, grazie alla collaborazione con Doxapharma e Fimmg, ha raccolto il parere di 637 medici di medicina generale.

Da qui una serie di evidenze utili a constatare il grado di diffusione attuale dell’Ict tra i medici di casa nostra che, nell’ambito della medicina generale, si dicono convinti utilizzatori della Rete per ricercare informazioni, supportare la relazione con i pazienti, ma anche per formarsi e scambiare informazioni con altri operatori sanitari.

Ma non solo.
Circa un quarto del campione interpellato possiede un proprio sito Internet, attraverso il quale è in grado di fornire prevalentemente informazioni sul proprio studio medico, mentre ancora molto rari si configurano quei servizi interattivi che permettono di prenotare autonomamente online visite mediche, richiedere ricette ripetitive o accedere a strumenti di medicina 2.0 come forum, blog, chat e quant’altro.

Sulla medesima falsa riga (anche se solo l’11% degli interpellati in camice bianco utilizza sistemi di teleconsulto per confrontarsi con i propri colleghi), ben il 67% ha palesato il proprio interesse similmente a quel 65% di interlocutori che sperimenterebbero senza remore i sistemi di telemonitoraggio e teleassistenza dei pazienti rispetto a quel ben più contenuto 8% che già lo fa.

Più contenuto, invece, l’interesse espresso (dal 49 e dal 46%) dal campione della Ricerca 2012 in tema di ricette elettroniche e di consultazione del Fascicolo Sanitario Elettronico a cui accedono rispettivamente il 23 e il 34% dei medici di medicina generale coinvolti nella survey.

Ancora una volta, le criticità espresse ruotano attorno a usabilità e utilità degli strumenti elettronici e informatici per i quali sono sempre molto forti le aspettative nutrite in termini di aumento della velocità nello svolgimento delle proprie attività mediche (citata dal 66% del campione), mentre per il 63% l’utilizzo pieno delle nuove tecnologie potrebbe apportare un notevole aumento della qualità delle prestazioni offerte quando un altro 62% promuove la semplificazione dei processi svolti “grazie all’apporto nello snellimento burocratico e dei passaggi decisionali e alla maggior razionalizzazione delle attività”.

E i cittadini/pazienti?
Grazie alla collaborazione con Doxa, nella survey promossa dalla School of Management del Politecnico di Milano non è mancata anche la voce di un migliaio di cittadini interessati, nel 30% dei casi, a consultare online i propri referti, ma anche ad accedere (28%) alle informazioni sanitarie personali e verso servizi self service, tra cui prenotazione/annullamento delle prestazioni (24%) e pagamento online delle stesse (23%).

Com’è ragionevole supporre, i benefici evidenziati dai cittadini che utilizzano questi servizi sono rilevanti su tempi e costi per prenotazioni, pagamenti e accesso a prestazioni sanitarie, mentre risultano ancora limitati su aspetti che favoriscono la consapevolezza e l’autodeterminazione del cittadino in termini di possibilità di scegliere fra diverse strutture/medici o di venir coinvolto nel proprio processo di cura.

Secondo quanto evidenziato, risultano naturalmente di interesse i servizi di assistenza domiciliare, che però presentano livelli di utilizzo molto limitati nonostante per alcune tipologie di strumentazione (come i sistemi di segnalazione delle emergenze, di monitoraggio delle condizioni del paziente a distanza e di telediagnosi presso il proprio domicilio) i cittadini sarebbero anche disposti a pagare.

Nemmeno a dirlo, i benefici evidenziati da coloro che già li utilizzano risultano, nel 71% dei casi, un maggiore controllo del proprio stato di salute, l’aumento della qualità delle cure ricevute (72%), la riduzione di tempi/costi per usufruire delle prestazioni (63%) e l’umanizzazione della cura stessa (58%).

Com’è logico presumere, gli utenti chiave di questo tipo di servizi sono persone di età superiore a 45 anni, con un buon livello di istruzione, utilizzatori esperti di smartphone e tablet, “a dimostrazione di come il canale mobile sia destinato a rappresentare una leva importantissima per la diffusione di questi servizi soprattutto nelle nuove generazioni”.

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