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Perché serve un cloud provider europeo

Prima di arrivare a essere un cloud provider europeo OVH ha iniziato a muovere i primi passi come hosting provider in Francia, partendo dai server che fin dall’inizio costruiva in autonomia. Man mano è cresciuta nel resto dell’Europa.

Il cloud è arrivato dopo, ed è stato un’evoluzione nata sia all’interno dei laboratori di Ricerca & Sviluppo, sia dalle partnership con società come VMware, per poter mettere a punto soluzioni in grado di rispondere alle richieste dei clienti rivolte soprattutto a maggiore flessibilità mantenendo costi contenuti. L’offerta si recentemente perfezionata con l’acquisizione di vCloud Air che comprende tutte le risorse anche a livello di customer operation e customer success team. Questo consente a OVH di offrire cloud ibrido e sicuro, grazie alla tecnologia del Software-Defined Data Center.

Dionigi Faccenda, Sales & Marketing Director, OVH Italia

Come dice Dionigi Faccenda, Sales & Marketing Director di OVH Italia «l’acquisizione di vCloud Air ci ha messi nella condizione di poter competere nel mercato americano, dove risiedono i nostri principali competitor». Gli abbiamo chiesto alcune delucidazioni.

Quali sono i vantaggi oggettivi dell’essere provider europeo? A livello di normative?

Su questo punto siamo già attivi, insieme ad altre aziende abbiamo istituito il CISPE – Cloud Infrastructure Services Providers in Europe – una coalizione formata da oltre 20 provider di infrastrutture Cloud (IaaS) attivi in Europa – che ha presentato il primo Codice di Condotta per la protezione dei dati, con cui si impegnano a offrire ai loro clienti la possibilità di gestire e salvare i propri dati esclusivamente in Europa (UE/EEE). In virtù delle disposizioni di questo Codice di Condotta, i provider di infrastrutture Cloud non possono utilizzare i dati personali dei propri clienti per effettuare data mining o profiling per attività di marketing, pubblicità o simili, sia per proprio conto sia per la rivendita a terzi. Il Codice CISPE precede l’entrata in vigore del nuovo Regolamento Generale sulla Protezione dei Dati (RGPD o GDPR) dell’UE. Il Codice è conforme alle condizioni previste da questo nuovo regolamento che mira essenzialmente a restituire ai cittadini il controllo sui propri dati personali e semplificare il quadro normativo per il commercio internazionale, uniformando la regolamentazione all’interno dell’UE. CISPE raggruppa i provider di riferimento dei servizi di infrastrutture Cloud, di qualunque dimensione, con sede o attività in oltre 15 Paesi europei.

È una caratteristica che viene percepita dal mercato?

Si tratta di una caratteristica molto importante che viene ben percepita dal mercato europeo. Di fatto, noi non siamo obbligati a essere uniformati al Patriot Act, al contrario delle aziende straniere che operano negli Stati Uniti. Ci sono grandi contrasti in questa prospettiva – basti pensare all’esempio della richiesta dei dati globali dei clienti di Microsoft da parte del Governo negli Stati Uniti. Sotto questo aspetto, i nostri clienti apprezzano molto il fatto di essersi affidati a un provider europeo e di sapere che i propri dati sono localizzati in Europa e/o in Canada, e quindi non soggetti a rischi simili.

Cosa cambierà quando aprirete il datacenter italiano?

Sicuramente la presenza del datacenter in Italia potrà dare un ulteriore impulso al business, soprattutto per quei segmenti di mercato che ancora sono legati al concetto della presenza dei dati sul nostro territorio per motivi riconducibili a normative soprattutto legate al mondo finanziario.

Al contrario, essere europei può essere un elemento di difficoltà negli USA e in Canada?

I due Paesi costituiscono due casi piuttosto differenti. In Canada, la nostra filiale opera da anni ed è in continua crescita, resa ancor più significativa dal fatto di operare con uno dei datacenter più grandi del Nordamerica. Per entrare nel mercato statunitense ci siamo dovuti adeguare al Patriot Act e abbiamo costituito un’azienda indipendente, chiamata OVH US, che si sta rivelando un’azienda di successo, forte anche di due data center collocati sul territorio degli USA, a Vingt Hill (Virginia) e Hillsboro (Oregon).

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