Home Digitale Wolters Kluwer: 2022, i dati delle piccole aziende al potere

Wolters Kluwer: 2022, i dati delle piccole aziende al potere

L’intervista a Pierfrancesco Angeleri di Wolters Kluwer Tax and Accounting.

A distanza di un anno dal varo a livello europeo del recovery plan, che in Italia ha portato al PNRR, 01net realizza un’inchiesta, basata su un ciclo di interviste con le principali società che operano in Italia nell’ICT sulla loro strategia per la digitalizzazione delle aziende italiane nel 2022.
Parliamo con loro di quattro temi cardine della trasformazione digitale: resilienza, cybersecurity, cloud, sostenibilità ambientale e sociale e le risposte consentono di costruire la mappa di partecipazione delle realtà ICT alla crescita del Paese in senso digitale.
E c’è un tema in più, il quinto: con spirito consulenziale, chiediamo di fornire agli imprenditori italiani un’idea in più, capace di produrre valore immediato sul piano dell’efficienza e della competitività.

Per Wolters Kluwer Tax and Accounting Italia ci ha risposto il managing director, Pierfrancesco Angeleri.

Un anno dopo il Recovery Plan, a che punto siamo con la reale trasformazione del Paese: con quali soluzioni, competenze e servizi partecipate alle missioni del PNRR che coinvolgono il digitale?

Il rapporto DESI 2021 è molto recente e in generale fotografa una situazione digitale in Italia ancora decisamente insoddisfacente, ancorché migliore dell’anno precedente. L’indice di digitalizzazione dell’economia e della società ci vede in 20esima posizione tra i 27 Paesi dell’Unione, in crescita dalla 25esima dello scorso anno. Restiamo tra gli ultimi, anche se abbiamo delle punte di eccellenza tra tutti i Paesi Europei, per fare un esempio la fatturazione elettronica, con la quale spicchiamo nel panorama europeo. L’implementazione del PNRR darà sicuramente una mano a migliorare la posizione digitale del nostro Paese considerando che quanto è stato destinato alla transizione digitale è quasi un quarto dell’importo complessivo.

I 48 miliardi di euro destinati a riforme e investimenti che devono contribuire alla transizione digitale riguardano la trasformazione digitale della pubblica amministrazione e del sistema giudiziario e il rafforzamento del sistema sanitario attraverso le tecnologie digitali, la modernizzazione delle imprese attraverso la diffusione di tecnologie avanzate (Transizione 4.0) e la diffusione della connettività Gigabit in tutto il Paese.

Un piano ambizioso ma assolutamente necessario per una svolta definitiva in senso digitale. Wolters Kluwer Tax & Accounting è una robusta componente della community ICT italiana ed è molto coinvolta nello sviluppo di soluzioni che accompagnano la direzione intrapresa con il PNRR. La nostra azienda è impegnata soprattutto a fianco dei professionisti e delle Pmi, ma anche delle micro-imprese e delle Partite IVA. Per tutti questi soggetti, fondamentali per la creazione del nostro PIL, abbiamo sviluppato ecosistemi di soluzioni che mettono a disposizione le enormi potenzialità di sviluppo offerte dall’analisi dei dati. Come sottolinea anche il rapporto DESI, il grande problema è anche quello delle competenze digitali necessarie per svilupparsi sotto questo aspetto. Noi abbiamo intrapreso la strada della semplicità.

Un po’ mutuando l’approccio degli smartphone che si sono resi accessibili anche alle utenze meno alfabetizzate, digitalmente parlando. L’approccio delle nostre soluzioni è il plug and play e quello auto-esplicativo. È la soluzione stessa che si spiega da sola all’utenza e i passaggi sono intuitivi e aiutati di volta in volta da video e pop up esplicativi. La semplicità c’è e la offriamo in tutte le nostre soluzioni.

Il 2021 è stato l’anno in cui il tema della cybersecurity è atterrato in tutte le imprese. Quali prospettive concrete vi siete dati per il 2022?

Il binomio è imprescindibile. Più il Paese si sviluppa in senso digitale e più si espone alla malavita digitale. Purtroppo il crimine si è evoluto di pari passo con l’evoluzione del mondo ICT e con naturalezza è entrato in contatto con il mondo produttivo. Il tema è ben presente e la nostra azienda lo affronta con serietà e rigore. Le protezioni sugli applicativi e sul cloud sono molteplici, ma voglio sottolineare che la più importante difesa dagli attacchi informatici è il comportamento.

La cultura e la coscienza digitale sono barriere molto solide contro i cybercrime. Accessi a doppio fattore di autenticazione, complessità di password, solidità delle strutture cloud, nulla può essere reso più sicuro di una corretta coscienza digitale unita alla profonda conoscenza del mondo virtuale. La pandemia ha moltiplicato le possibilità per i cybercriminali di penetrare le difese digitali perché la diffusione del lavoro ibrido e da remoto ha visto spesso le aziende costrette ad aprire le proprie reti ai pc personali dei dipendenti che operano da casa. Questo ha dischiuso tante piccole potenziali falle che possono costituire punti di ingresso per i cybercriminali. Le perdite di dati sono spesso causate da un uso degli strumenti digitali disattento e superficiale da parte dei lavoratori. La formazione e l’informazione rivestono quindi un ruolo fondamentale per accrescere la consapevolezza sui rischi degli incidenti informatici e sulle misure di prevenzione per evitarli. Noi siamo molto attivi nello sviluppare la coscienza e conoscenza digitale al nostro interno affinché siano poi a loro volta i nostri collaboratori a formare ed informare la nostra clientela.

Componente fondamentale della trasformazione digitale è il cloud. Quali sono le scelte che dovranno compiere le aziende italiane nel 2022?

L’Osservatorio Cloud Transformation, promosso dalla School of Management del Politecnico di Milano, stima in 3,84 miliardi di euro (+16% rispetto al 2020) il mercato del Cloud in Italia nel 2021. Tuttavia, circa un terzo delle imprese coinvolte nell’osservatorio dichiara di non aver ancora accompagnato questo percorso tecnologico con azioni di cambiamento organizzativo, come l’arricchimento delle competenze del personale esistente, il potenziamento della struttura organizzativa con specialisti nelle tecnologie cloud, o la revisione dei processi aziendali coinvolti. La nostra azienda, nell’ambito dello sviluppo strategico della propria offerta di soluzioni digitali, ha sviluppato un intero ecosistema di soluzioni totalmente in cloud che non necessitano di particolari capacità informatiche data la loro accessibilità e semplicità d’uso, l’ecosistema Genya.

Puntiamo moltissimo sulla semplicità e sull’intuitività dei nostri applicativi cloud. Oltre alla facilità d’accesso tipica delle soluzioni sulla nuvola, i nostri applicativi devono consentire agli operatori di concentrarsi esclusivamente sulla materia finanziaria amministrativa senza doversi far distrarre da ostacoli causati da poca competenza digitale. Come ho già detto prima, nello sviluppo delle nostre soluzioni traiamo ispirazione dal mondo delle telecomunicazioni che offre sempre di più apparecchi plug and play. Siamo convinti che questa strada verrà seguita anche da altre aziende che fanno del cloud il centro del proprio sviluppo. 

Dopo il Cop26 si è capito che la sostenibilità, sia ambientale sia sociale, oramai riguarda non solo tutti i Paesi ma anche tutte le aziende. Qual è la vostra strategia riguardo questi temi?

In quanto multinazionale ci sentiamo cittadini del mondo impegnati su molti fronti della sostenibilità ambientale e sociale. In qualità di azienda che fornisce informazioni essenziali, software e servizi, ci impegniamo per essere componenti rispettosi e rispettati nelle comunità nelle quali operiamo. Siamo una multinazionale e la sostenibilità è parte integrante del nostro lavoro quotidiano, ed è al centro della nostra strategia di crescita. Lo sviluppo delle nostre soluzioni è rispettoso dell’ambiente e delle sue risorse. Il rapporto che abbiamo con clienti e collaboratori vuole essere concretamente sempre sostenibile e punta al bilanciamento tra gli interessi delle persone, delle loro capacità e possibilità, del pianeta, ma anche del nostro conto economico. 

L’idea ICT del 2022

Se doveste proporre un unico investimento (prodotto, soluzione, metodologia) a un’azienda italiana, una scelta capace di produrre da subito un beneficio a livello di efficienza e competitività, su cosa verterebbe il vostro consiglio?

Mi piace essere un po’ provocatorio e immagino un’azienda italiana piccolissima, magari una partita IVA. La soluzione che proponiamo potrebbe essere replicata migliaia di volte con grande beneficio per tutte le partite IVA d’Italia. Una soluzione che si chiama Fattura SMART.

Partendo dall’obbligo della fatturazione elettronica abbiamo sviluppato un ecosistema cloud in grado di trasformarsi in mini gestionale per microimprese. L’obiettivo è offrire allo sconfinato mondo produttivo dei piccolissimi, i benefici dei dati e delle analisi automatiche.

Il potere dei dati è crescente e sviluppare in un ecosistema, che ha al centro l’applicativo della fatturazione elettronica, soluzioni che generano dati in modo automatico e accessibili a tutti è un plus incredibile. Dietro la fattura c’è un mondo di informazioni che portano tangibili benefici a chi li sa estrarre, leggere e interpretare.

L’ecosistema Fattura SMART, che stiamo continuamente e costantemente evolvendo e sviluppando, è la chiave di volta per tantissime microimprese e lavoratori autonomi. Per l’economia italiana sono una parte tanto importante quanto lo è la grande impresa.

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