Microsoft è categorica: non ci saranno rinvii. I motivi per aggiornare, con una raccomandazione in più: la logica che spinge al passaggio a Windows 7 non è compatibile con il percorso di innovazione delle imprese.

No, non ci saranno ulteriori rinvii.
La fine del supporto di Windows XP arriva dodici anni dopo il suo lancio, con due anni di proroga rispetto al quanto prevede la politica di Microsoft in merito.
“Abbiamo una strategia molto chiara – sostiene l’amministratore delegato della filiale italiana Carlo Purassanta . Quando lanciamo un prodotto l’utente ne conosce già il ciclo di vita: 5+5 anni senza eccezioni”.
Eccezione che è stata fatta invece per Windows XP riconoscendone il peso e la diffusione soprattutto nel mondo delle imprese.

Che sia arrivato il momento di cambiare, è probabilmente chiaro, tuttavia Microsoft ci tiene a sottolineare i motivi per cui questo cambiamento è indispensabile.
Per Purassanta il tema chiave è l’innovazione: ”Nel frattempo sono passati tre sistemi operativi – sottolinea – . E una azienda che non utilizza prodotti moderni, di fatto non sta concependo un modo di lavorare moderno, contraddistinto da facilità, efficacia, collaborazione, indispensabile dunque per guadagnare quella competitività che si dice manchi al Paese”.
E mette le mani avanti, Purassanta, rispondendo a chi pianifica la migrazione da Windows Xp verso Windows 7, invece che verso la versione più recente del sistema operativo.
C’è ancora questo falso mito della versione più stabile, irrealistico in un mondo in cui lo sviluppo viaggia a una velocità decisamente diversa rispetto a quella cui si era abituati dieci anni fa. E tutto sommato, decidere di aggiornare alla versione precedente del sistema operativo è come fare un passo verso il futuro tenendo la testa rivolta al passato”.

Claudia Bonatti, responsabile della divisione Windows Client di Microsoft, sottolinea gli aspetti pratici della fine supporto”.
C’è un tema di sicurezza, che le imprese non devono trascurare: ”Mantenere il vecchio sistema operativo significa rendere più vulnerabile l’intera infrastruttura aziendale”, chiarisce subito.
In questo momento in Italia ci sono ancora tra i sei e i 7 milioni di pc con a bordo Windows Xp: molti sono nel mondo consumer, ma molti sono installati nelle piccole e medie imprese.
Ed è qui che nascono le preoccupazioni: ”Le grandi imprese si stanno già organizzando, ma le piccole imprese, che non hanno la struttura It adeguata, stanno di fatto sottostimando le tematiche di sicurezza, esponendo le proprie strutture ad attacchi mirati o a furti di dati”.

Che fare dunque?
Bonatti è tranchant: ”Bisogna aggiornarsi, magari pianificando l’acquisto di nuovo hardware, nella consapevolezza che oggi l’offerta da parte dell’ecosistema dei nostri partner Oem comprende macchine di tutti i tipi e di tutte le fasce di prezzo”.
non solo.
Oggi il 60 per cento delle macchine in circolazione supporta già il nuovo sistema operativo: ”Esiste un parco importante di macchine più recenti downgradate a Windows Xp. In questo caso c’è solo da aggiornare il sistema operativo”.
Per la fase di migrazione, Microsoft sta coinvolgendo direttamente la rete dei suoi partner.
Ne ha già formati 400 in oltre 15 incontri di formazione già svolti, mentre altri sono in programma nelle prossime settimane.
Microsoft ha aperto una pagina sul proprio sito dedicata alla fine del supporto, mentre è stata attivata anche una linea telefonica attraverso la quale mette in contatto le aziende con i loro partner.

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