Vmware fa Infrastructure 3

Pronta la virtualization di nuova generazione, molto simile all’utility computing.

Vmware ha completato il rinnovo della propria offerta tecnologica di virtualizzazione, che ora incarna molti aspetti propri delle pratiche di utility computing.

Con Vmware Infrastructure 3, infatti, la divisione di Emc propone un framework che vuol consentire di unire applicazioni provenienti da più sistemi in un contesto di risorse gestito centralmente.

Si tratta di una mossa che va nella direzione di superare gli ostacoli legati alla legame macchina-software proprietario, ossia di un tentativo di omogeneizzare le risorse di calcolo.

Infrastructure 3 è costituito da una miscela di “vecchie conoscenze” della virtualizzazione e nuove tecnologie.

Fanno parte del primo novero Esx Server 3, ossia la piattaforma di virtualizzazione per server e storage, e lo strumento di gestione VirtualCenter 2, completato però con un VMotion, strumento per spostare virtual machine da un host a un altro, potenziato.

VMotion, infatti, ora ha a disposizione il nuovo Drs (Distributed Resource Scheduler), che aggrega le risorse hardware in un contenitore concettuale e le alloca alle applicazioni che girano sotto le virtual machine, il tutto in ottemperanza al principio “autonomico” di funzionamento dei sistemi. Ovvero. laddove esiste necessità, il Drs alloca le risorse redistribuendo le virtual machine fra i server fisici.

Nuova funzionalità è la virtualizzazione storage con Vmfs 3, un file system distribuito che consente di raccogliere capacità di storage presenti su vari array e di canalizzarle verso le applicazioni che le richiedono.

E nuovo è anche lo strumento Vmware High Availability (Ha), che provvede a vincere i pericoli di falla in un sistema hardware, riallocando e facendo ripartire le virtual machine.

Insieme a ciò, il Consolidated Backup porta i lavori di backup a un server centrale, riducendo il carico dell’Esx Server, consentendogli di far girare più macchine virtuali nelle ore di picco operativo, mentre le nuove funzioni di Smp virtuale puntano a far sfruttare le capacità di elaborazione parallela dei sistemi multi-Cpu, garantendo anche il supporto di iScsi e dei sistemi Nas.

Vmware Infrastructure è stato in beta per quasi nove mesi e testato con centinaia di server e array di storage, nonché applicazioni di gestione software.

Ora è pronto per accogliere Windows in tutte le forme, Linux, Netware e Solaris.

Viene proposto in versione base (Starter) a mille dollari per un sistema con due Cpu.
La versione Standard (con Esx Server, Vmfs 3, Virtual Smp e Virtual Center) parte da 3.750 dollari, mentre quella completa (Enterprise), destinata ai capaci datacenter, parte da 5.750 dollari.

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