Vmware, 15 anni vissuti anti-fisicamente

Tre lustri di virtualizzazione, ma sembra un secolo di It. E ora la nuova sfida: il datacenter software defined. Parla Alberto Bullani.

È il regional manager Alberto Bullani a fare a Milano da celebrante dei quindici anni di Vmware, società che nacque nella valley sull’onda di una tesi di laurea, su come portare la virtual macchine del mainframe su piattaforme standard e che all’ultimo Vmworld di San Francisco è stata capace di richiamare 23mila persone.

Per ripercorrere tutta la storia della società c’e la web app Time Machine QUI.

Quelli che hanno eliminato la concezione di server fisico, avrebbero potuto dire Enzo Jannacci e Beppe Viola per definire questa società che può affermare che nel 2016 l’80% di tutti i server mondiali sarà virtuale.

Datacenter sì, ma software defined

E ora, spiega Alberto Bullani, tocca fare del datacenter una commodity, software defined.

«È la risposta alle esigenze di automazione e di It as a service – spiega – . Oggi le applicazioni si installano senza la lettura di un manuale. Siamo alla terza generazione It: la prima era ilmainframe, poi è venuto il client server, ora siamo nella mobile cloud era, che è fatta, appunto, di it as a service, milioni di app, virtualizzazione, mobile device che richiedono il provisioning in minuti, workload ovunque, automatismi».

La rete virtuale
Il Software defined datacenter è un passaggio importante per Bullani: «fino a un anno fa non era realizzabile, mancava la componente storage e di rete. Automazione della rete è stata resa possibile con l’acquisizione di Nicira Networks, che con Openflow fa disaccoppiare la rete fisica».

Lo stack di Vmware si è recentemente arricchito con prodotti in tutti gli strati: a livello astrazione e pooling con VSphere 5.5, Nsx per il network e Vsan beta (storage). VC Ops e Log Insight a livello operations management (workload) Vcac a livello automazione (service catalog).

Nell’arena dei servizi
La società ha anche annunciato l’ingresso nel mondo dei servizi con la partnership con Savvis, realtà che ha cinque datacenter negli Usa.

I servizi di Iaas targati Vmware sbarcheranno anche in Europa a inizio 2014. Proporranno un modello elastico, per spostare carichi all’esterno nei momenti di picco, in alternativa alla proposta di Amazon.
«Non costruiremo datacenter in Europa, ma faremo questi servizi con partnership», rivela Bullani.

LASCIA UN COMMENTO

Inserisci il tuo commento
Inserisci il tuo nome