Vivendi: tramonto di un sogno?

Il presidente Jean-Marie Messier rassegna le dimissioni, il titolo crolla, trascinando al ribasso le Borse europee

4 luglio 2002 Dopo WorldCom è la volta delle
Borse europee. Negli ultimi due giorni la bufera si è sollevata intorno al titolo Vivendi, provocata da un lato dalle dimissioni più volte annunciate e poi rassegnate dal presidente del gruppo Jean-Marie Messier, dall’altro dal sempre più pesante indebitamento del gruppo, dall’altro ancora da dubbi su alcune operazioni contabili risalenti allo scorso anno, sollevati in questo caso dal quotidiano francese Le Monde, che per altro punta un’altra volta il dito contro Andersen, firmataria di una nota sull’operazione stessa.
Nella sola giornata del 2 luglio sulle Borse europee sono
stati bruciati qualcosa come 170 milioni di euro, tanto forte è stato l’effetto
del tracollo del titolo Vivendi, che in una sedeuta è arrivato a perdere oltre
il 40% del proprio valore.
“Il tramonto di un sogno”, così titolano giornali
e comunicati. Per molte società di analisi, la pesante perdita di fiducia subita
da Jean-Marie Messier e da Vivendi Universal, altro non è che un brusco ritorno
alla realtà, la consapevolezza che una società onnicomprensiva, in grado di
operare con la massima efficienza su settori diversi quali le utilities,
l’entertainment, i media, le telecomunicazioni, forse davvero altro non era che
un sogno.
E oggi c’è chi comincia ad avanzare l’ipotesi “spezzatino”, che
vede per prima cosa una separazione, via acquisizione o spin-off, delle attività
americane, sia nell’area dei media sia dell’entertainment, per affidarle
alla guida dell’attuale responsabile dell’attività televisiva e
cinematografica del gruppo, Barry Diller.
In discussione sono anche i
portali, Vizzavi in testa, sui cui rendimenti sussistono forti perplessità.

L’ipotesi separazione era quella più invisa allo stesso Messier, il quale in
una lettera ai dipendenti avrebbe scritto che il “solo errore non recuperabile
sarebbe quello di rompere il gruppo nelle sue attività centrali”.
Ma ormai
la gestione Messier è finita e la patata – quantomai bollente – è passata nella
mani di Jean-Renè Fourtou, manager del gruppo assicurativo Axa, ben spalleggiato
dall’establishment economico francese.

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