Virtual storage, in Gruppo Finiper è questione di snapshot

Il Cto manager della catena distributiva, Giovanni Oteri, ha detto addio ai problemi di migrazione, cambio configurazione e richieste di ottimizzazione dei dati aziendali con Dell Compellent.

Lungi dal considerare la pianificazione tecnologica per il mondo It «un’arte divinatoria», per Giovanni Oteri, Cto manager di Iper Montebello, Finiper Group, la risoluzione di problematiche di datacenter e applicazioni in evoluzione «di sei mesi in sei mesi» ha significato, in primis, concentrarsi sulla componente storage e sullo strato di virtualizzazione che a essa sottende.

Elementi, che il responsabile (dal 1994ndr) delle infrastrutture tecnologiche della realtà, oggi costituita da 26 ipermercati, 150 supermercati a insegna Unes, 75 ulteriori realtà in franchising per un totale di 9mila dipendenti, ha affrontato nel 2002 «con il software di virtualizzazione Vmware in grado, in particolar modo per l’universo front end necessitante di replicare dati ed effettuare simulazioni partendo da restore su nastro per rigenerazioni costosissime, di astrarre i sistemi rispetto all’hardware fisico utilizzato».

A realizzare il sogno inseguito fin dal 1997 «di snapshot illimitate, a un prezzo concordato senza imporre alcuna ampiezza di banda» ci ha pensato lo storage di Compellent, adottato dalla struttura It di Oteri nel 2009, prima dell’acquisizione da parte di Dell «già fornitore di Iper per tutta la parte hardware».

Da lì a beneficiare della funzionalità di Data Instant Replay per creare istantanee dei dati continue, il passo per Oteri è stato breve.

Chiamata a gestire e garantire l’accesso a informazioni logistiche, finanziarie, amministrative e di inventario a magazzino, il Cto di Gruppo Finiper ha optato per un’It centralizzata che, basata su due datacenter It Telecom di Gruppo Telecom Italia continuamente replicati l’uno con l’altro nelle sedi di Rozzano (Mi) e Cesano Maderno (Mb), ha dalla sua due Storage area network identiche e reciproche.

A rispondere alla crescente necessità di immaginare scenari «che – ci spiega Oteri –, su sistemi di fascia enterprise arrivavano, all’epoca, a costare anche 10-15mila euro per la sola ricompilazione del layout di un disco, ci ha pensato Dell Compellent con la proposizione di virtualizzare l’unità logica offrendo un resoconto, in ottica di thin provisioning, grazie al software Dynamic Capacity, di quello che si è realmente scritto su disco».

Per uno storage a misura di business

Detto addio alla rete San con tecnologia fibre channel fino a quel momento in uso, la scelta è stata, dunque, sostituire l’infrastruttura di storage esistente con una rete San Dell Compellent Center che, basata su tecnologia Dell Fluid Data, «è andata oltre le nostre aspettative, anche grazie a una policy omnicomprensiva in merito a problematiche di backup e data recovery realmente scalabile sulle nostre esigenze» è l’ulteriore conferma del nostro interlocutore.

Il passaggio a uno storage a più livelli automatizzato ha così permesso alla realtà di ridurre tempi amministrativi e i costi complessivi di storage facendo risiedere i blocchi più attivi di dati aziendali in unità ad alte prestazioni, mentre i dati a cui si accede più raramente vengono spostati su unità Sata, «sempre ad alta capacità ma a costo inferiore, senza che si rendano necessari ripetitivi trasferimenti manuali dei dati stessi».

Ora, in ottica di scalabilità, le linee guida tracciate da Oteri guardano «all’ulteriore virtualizzazione delle capacità di I/O, sulle quali si gioca la partita tecnologica reale, e delle macchine fisiche in uso».

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