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Va bene la banda larga, ma le imprese aspettano l’Industry 4.0

Leggi l’articolo sulla posizione di Assinform e Confindustria Digitale in materia di Impresa 4.0

Sembra passato un secolo da quando nei discorsi dei presidenti di Confindustria non c’era mai la parola innovazione. Allora la principale preoccupazione era fare da sponda al governo di turno. Poi è cambiato il mondo, lo tsunami della crisi ha colpito l’Italia e oggi, quando ancora ci si dibatte in una situazione incerta, arriva la sfida dell’Industry 4.0. Così Confindustria ha deciso di cambiare rotta e oggi Assinform e Confindustria digitale non sono più sole (soprattutto la prima) nel chiedere “Piani Paese” (quante volte l’abbiamo sentito in questi anni?), incentivi, risorse, pianificazione.

Per la prima volta un presidente di Confindustria ha parlato del digitale come “driver di sviluppo” facendo seguito alle parole con impegni precisi e richieste al governo che non arrivano più solo dalle imprese informatiche. Anni fa si diceva che era inutile sostenere l’high tech fatta soprattutto di aziende straniere, mentre oggi sembra si sia finalmente compresa l’importanza per tutte le aziende del digitale. La situazione rimane difficile, il ritardo del manifatturiero nei confronti della Germania dal punto di vista dell’Industry 4.0 è quantificabile in anni, nelle classifiche siamo sempre indietro ma dobbiamo partire perché, come è stato ampiamente sottolineato, non ci sono alternative.

Conquistata Confindustria, apprezzata la visione di Antonio Samaritani dell’Agid rimane solo la politica. Confindustria, come molti altri, è certa di trovare efficiente sponda nel nuovo ministro Carlo Calenda rispetto al periodo non esaltante di Federica Guidi. La fiducia non è mal riposta, ma se dobbiamo trovare un neo nell’incontro di ieri ci tocca segnalare un po’ di delusione per l’intervento di Antonio Giacomelli, sottosegretario allo Sviluppo economico. Giacomelli è arrivato ha fatto il suo intervento e se è andato subito dopo come fanno usualmente i politici. D’altronde si sa, loro sono pieni di impegni mentre gli amministratori  delegati presenti hanno sempre poco da fare.
Il sottosegretario ha perso l’occasione di ascoltare interventi interessanti come quello di Andrea Pontremoli che ha raccontato come è cambiata un’azienda che che ha anticipato il futuro, anche se il business andava alla grande, come la Dallara.

In più Giacomelli si è esercitato nell’arte dello spin, propria di questo governo, parlando solo del piano sulla banda larga recentemente approvato dall’Europa, utilizzando stanche metafore calcistiche come quella secondo la quale “oggi siamo in zona retrocessione ma nel 2020 saremo in Champions league”. Sarà sicuramente così, ma la platea, che lo ha salutato con un applauso di cortesia, avrebbe probabilmente apprezzato qualche parola in più sul piano per l’Industry 4.0 che dovrebbe arrivare a settembre. Speriamo.

 

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