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La svolta di Confindustria: il digitale driver di sviluppo

Magari c’è voluto qualche anno di troppo, ma oggi Confindustria sembra essere veramente impegnata sul fronte del digitale. La svolta arriva con il convegno che si è tenuto oggi a Milano “Impresa 4.0 – per un’Industria italiana più competitiva nell’era digitale” dove l’associazione degli industriali non ha voluto focalizzarsi sull’Industry 4.0 ma affrontare in generale il tema, sempre più urgente della digitalizzazione delle imprese. Agostino Santoni, presidente di Assinform, ha aperto l’incontro osservando come oggi “l’impresa deve essere sempre pronta al cambiamento” guidata da driver come il software, i cui tempi di implementazione si sono ridotti dell’83% e un’organizzazione centrata sui dati. Leadership, dati, connettività, piattaforme ed ecosistemi sono gli aspetti importanti senza dimenticare le competenze perché la nuova rivoluzione industriale “mette al centro le persone”.

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Il digitale come driver di sviluppo

Significativa la presenza di Vincenzo Boccia, presidente di Confindustria, che ha parlato di “digitale come driver di sviluppo” spiegando che “dobbiamo diventare esperti del futuro” perché, come aveva già affermato Santoni, “il Paese non ha un piano B”. Parafrasando Obama “Yes, we must” è il motto scelto da Boccia che ha lasciato a Elio Catania il compito di raccontare i passi concreti che Confindustria (e non solo Assinform o Confindustria digitale come avveniva in passato) sta facendo. In mezzo c’è stato l’intervento del sottosegretario allo Sviluppo economico Antonello Giacomelli che ha ricordato il piano per lo sviluppo della banda larga che prevede cinque miliardi di investimenti. Un piano che “entro tre anni ci porterà davanti a tutti in Europa”.


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Da Elio Catania l’impegno definitivo

Ma è stato Elio Catania a dare concretezza all’incontro milanese spiegando nel dettaglio le mosse degli industriali. “Confindustria ha deciso di dare centralità al progetto per la trasformazione competitiva digitale – ha spiegato Catania-. Sappiamo cosa c’è da fare e che i prossimi 12-24 mesi saranno cruciali”. Per questo gli industriali stanno preparando un documento da presentare al governo dove si spiega che le imprese vogliono affiancare l’esecutivo per aiutare l’Agid (l’Agenzia per l’Italia digitale) a realizzare le piattaforme per i servizi della Pa, sviluppare un programma per la formazione “non per esprimere una generica esigenza, ma per stabilire quante persone servono e in che tempi”, spronando le università a organizzare corsi per il digitale. Altro tema di intervento è quello del Digital single market, mentre per quanto riguarda le politiche di sostegno Confindustria chiede incentivi per chi investe in tecnologia. “Stiamo riprogettando il Paese” ha dichiarato Catania che ha annunciato anche l’apertura nei prossimi quattro mesi di cinque Innovation hub (il primo dei quali potrebbe essere a Milano) dedicati agli imprenditori.
Stiamo girando il territorio per spiegare l’Impresa 4.0 che è un tema tecnologico ma soprattutto di leadership. E vogliamo coinvolgere filiere ed ecosistemi perché per anni non abbiamo fatto nulla”. Perché non c’è piano B.

 

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