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Ufficiale, il 22 novembre Broadcom acquisterà Vmware. Operazione da 69 miliardi di dollari

Broadcom e VMware hanno annunciato di aver ricevuto tutte le approvazioni normative necessarie e di voler chiudere l’acquisizione di VMware da parte di Broadcom il 22 novembre 2023: una transazione che vale ben 69 miliardi di dollari.

Broadcom ha ricevuto l’autorizzazione legale alla fusione in Australia, Brasile, Canada, Cina, Unione Europea, Israele, Giappone, Sudafrica, Corea del Sud, Taiwan, Regno Unito e l’autorizzazione al controllo degli investimenti esteri in tutte le giurisdizioni necessarie. Non vi sono impedimenti legali alla chiusura dell’operazione in base alle normative statunitensi sulle fusioni.

Si chiude quindi una lunghissima trattativa: ne abbiamo parlato per la prima volta a maggio 2022, un anno e mezzo fa. Un tempo non breve ma direttamente proporzionale al valore monstre della transazione. 69 miliardi di dollari: senza dubbio una delle più grandi operazioni di acquisizione nel settore tecnologico.

Alcuni investitori delle società avevano temuto per l’esito dell’accordo, dopo che il mese scorso era stato riportato che le crescenti tensioni tra Cina e Stati Uniti avrebbero potuto indurre l’autorità di regolamentazione cinese ad annullare l’accordo; al recente Vmware Explore di barcellona, tuttavia, l’intervento sul palco dei CEO di Vmware e Broadcom aveva di fatto fugato i dubbi residui.

Chiusa la partita economica, si apre quella ancor più complessa delle strategie e delle sinergie tecnologiche. 

Broadcom-Vmware, i commenti di competitor e analisti

Ad esprimere la propria perplessità è, fra i primi, Rajiv  Ramaswami, CEO di Nutanix:

Rajiv  Ramaswami, CEO di Nutanix
Rajiv  Ramaswami, CEO di Nutanix

VMware è da sempre leader nell’innovazione tecnologica, ma questa acquisizione cambia il rapporto che i clienti avranno con l’azienda in futuro. Se si guarda alla sua storia, l’intero modello di business di Broadcom è stato quello di massimizzare le risorse acquisite in due o tre anni. I clienti di VMware ne risentiranno. Dai loro clienti ai loro collaboratori, sentiamo le preoccupazioni per questi cambiamenti e noi siamo l’opzione migliore per i clienti che vogliono ridurre la loro dipendenza da VMware”.

Un commento, quello del CEO di Nutanix, certamente non neutrale. Tuttavia è innegabile che Broadcom ha una tradizione non esattamente favorevole per quanto riguarda le società acquisite. Molti ricorderanno, infatti, la sorte toccata a Computer Associates: la società americana, fondata nel 1976, venne acquisita da Broadcom nel 2018 per 19 miliardi di dollari e poco dopo cessò di esistere.

Dubbi avanzati anche da Dave Raffo, analista senior, Gruppo Futurum:

Dave Raffo, analista senior, Gruppo Futurum
Dave Raffo, analista senior, Gruppo Futurum

“C’è molta preoccupazione per l’acquisizione Broadcom-VMware per quanto riguarda i prezzi, il supporto e altre questioni. Nutanix AHV è l’hypervisor che i clienti VMware hanno a disposizione come alternativa. È una soluzione disponibile da anni e la maggior parte dei clienti Nutanix lo utilizza già, molti dei quali insieme a VMware ESXi. Ciò significa che molti clienti VMware hanno già familiarità con AHV, che esegue gli stessi carichi di lavoro HCI”.

Al tempo stesso, un investimento di queste proporzioni non viene certo fatto senza un piano di sviluppo che giustifichi l’esborso economico. Da domani, nei fatti si apre per Vmware e per Broadcom un nuovo capitolo. Se sarà positivo, o negativo, lo scopriremo fin troppo presto.

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