Troppi datacenter obsoleti, le reti richiedono upgrade

Da un’indagine di Brocade risulta che parecchie strutture non sono pronte a rispondere alle esigenze dettate da cloud e virtualizzazione. In un’azienda su tre c’è un guasto di rete alla settimana. La soluzione sta nell’Sdn.

Una ricerca commissionata da Brocade a Vanson Bourne e realizzata su 1.750 decisori It ha evidenziato come siano ancora molte le aziende che fanno affidamento su infrastrutture di datacenter obsolete, con un impatto significativo sulla produttività e sugli utenti.

Nonostante i tre quarti delle aziende abbiano aggiornato il proprio ambiente It negli ultimi tre anni il 91% degli intervistati afferma che la propria infrastruttura informatica abbia bisogno ancora di upgrade sostanziali per rispondere alle esigenze di networking in continua evoluzione in base alle necessità imposte da virtualizzazione e cloud.

Non basta: un terzo degli intervistati ammette che la propria azienda subisce settimanalmente numerosi guasti di rete.

Visto che oggi le aziende interagiscono costantemente con dati e applicazioni, attraverso strumenti di video conferenza o accedendo a database da dispositivi remoti, la rete del datacenter subisce pressioni.

Il 61% degli intervistati dichiara che le reti aziendali non sono adatte per gli obiettivi previsti, con il 41% che ammette come il downtime di rete abbia avuto risvolti negativi sul business, derivanti da guadagni persi o da Sla non mantenuti, oltre che dalla perdita di fiducia da parte dei clienti.

Dato che l’operatività di business, la pianificazione e la competitività fanno sempre più affidamento sulle infrastrutture It, l’esigenza di una rete di data center resiliente, agile e ad alte prestazioni, non è mai stata così fondamentale e non farà altro che accrescere la propria rilevanza.

Il fatto è che, come rileva Jason Nolet, Vice President Data Center Swtiching and Routing di Brocade, molti datacenter sono basati su tecnologie di venti anni fa e non sono più in grado di rispondere alle esigenze attuali.
La virtualizzazione e il cloud, invece, richiedono maggiori livelli di agilità e performance di rete, oltre che una riduzione dei costi operativi e della complessità.

Le aziende all’avanguardia stanno facendo passi in avanti per realizzare ambienti di rete sempre più scalabili, con il 18% che utilizza già reti basate su fabric e il 51% che sta pianificando di implementare Ethernet fabric nel prossimo anno per supportare piani di virtualizzazione.

Inoltre, molte aziende stanno guardando alle reti di tipo Software Defined entro il 2015 per incrementare la produttività, fornire un accesso migliore alle informazioni in tempo reale e aumentare la disponibilità e la garanzia di servizio.

Oltre due terzi degli intervistati ha affermato di accogliere con favore una topologia di data center on-demand.
Questo tipo di infrastruttura combina elementi di networking fisici e virtuali che possono fare il provisioning delle capacità (computing, rete, storage e servizi) richieste per fornire applicazioni fondamentali più velocemente e facilmente rispetto alle reti legacy. Questo approccio è considerato una strategia migliore per rispondere alle sfide di provisioning di nuove applicazioni, servizi e dispositivi per soddisfare i requisiti di business e spianare la strada verso l’Sdn.

La ricerca ha evidenziato inoltre che in media le aziende effettuano l’upgrade delle proprie reti di datacenter ogni due anni, ma il 24% aspetta oltre tre anni prima di investire in nuova tecnologia.

Il 79% dei decision maker It ammette che alcuni dipartimenti all’interno dell’azienda hanno installato servizi cloud-based, con il 13% che confessa come queste azioni siano avvenute senza alcuna indicazione dall’It.

Tre quarti delle aziende hanno data center on-premise, mentre il 19% lo ha in outsourcing.
I benefici dell’Sdn sono percepiti per incrementare la produttività (42%), migliorare l’accesso alle informazioni in tempo reale (40%), aumentare l’uptime e la disponibilità (38%) e la fornitura di servizio (30%).
La percentuale media di server virtualizzati è del 46%, ma entro il 2015 l’obiettivo è quello di raggiungere il 59%.
Il 16% affronta quotidianamente interruzioni di rete; gli elementi che causano maggiori problemi sono le applicazioni di database (41%), gli strumenti di comunicazione (30%) e i programmi Microsoft Office (25%).
Le interruzioni durano in media 20 minuti. Il 2% degli intervistati subisce arresti di oltre un’ora.
Più di un terzo dei lavoratori afferma che le interruzioni hanno causato il non raggiungimento degli Sla, con clienti che non ricevono i servizi richiesti.
Il 41% ha aggiunto che questi disguidi hanno dato luogo a un risarcimento ai clienti.

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