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TILT: le startup trovano spazi – e finanziamenti – a Trieste

Per favore, non chiamatelo incubatore.
Più che una raccomandazione un mantra più volte ripetuto in occasione della presentazione ufficiale, questa mattina a Trieste, di TILT, Teorema Innovation Lab Trieste, iniziativa a più mani alla quale concorrono la software house Teorema, Area Science Park di Trieste, l’Università degli studi della città giuliana, Microsoft e il Comune.
Un innovation lab, un digital hub o, come i promotori preferiscono, un ecosistema creato per far realmente crescere le startup.
TILT è un progetto nel quale pubblico e privato, università e impresa, locale e nazionale si uniscono, con l’obiettivo di offrire nuove – e reali – opportunità ai giovani con idee imprenditoriali valide.
Un progetto che, rivendica il sindaco Roberto Cosolini, “non poteva che nascere a Trieste, città che si è aperta al mondo proprio grazie alla ricerca, che oggi mantiene relazioni costanti con i centri di tutta Europa e nel mondo e che sulla ricerca ha posto le premesse del proprio futuro”.
Un progetto, sottolinea a sua volta Maurizio Fermegli, magnifico Rettore dell’Università degli Studi di Trieste, “nel quale la tecnologia e la scienza lavorano per la società, in una sorta di triangolo benedetto”.

Logo TILT

Il ruolo di AREA Science Park

Il luogo fisico – e non solo – in cui TILT mette radici è AREA Science Park, parco scientifico multisettoriale, che metterà a disposizione del progetto sia gli spazi all’interno del campus, sia le proprie competenze in termini di business planning, in questo caso attraverso il suo incubatore certificato Innovation Factory.
L’idea – spiega Stefano Casaleggi, presidente di AREA Science Park – è quella di far convergere impresa e ricerca in uno stesso luogo, in un’ottica di fertilizzazione incrociata. TILT si innesta in questa convergenza di interessi: le mentorship, la disponibilità di spazi attrezzati e reti a banda larga, la collaborazione con l’università, il supporto tecnologico. Il tutto integrato in un sistema di supporto finanziario, grazie anche al recente accordo di collaborazione con Invitalia Ventures”.
L’obiettivo è ambizioso: 10 startup in un anno. Si parte dal digitale, per poi esplorare altri ambiti, biomed, biotech e scienza dei materiali.
Vogliamo costruire un vivaio perché il tasso di natalità d’impresa aumenta anche facendo diminuire il tasso di mortalità nel primo anno di vita”.

Il ruolo di Teorema

Ideatrice, promotrice e mentore di TILT è Teorema, azienda triestina specializzata nello sviluppo di soluzioni informatiche per le imprese, nata all’interno di AREA Science Park ormai 18 anni fa e attiva sia a livello nazionale dalle sedi di Trieste, Milano e Padova, sia a livello internazionale con attività estese in oltre 20 Paesi al mondo.
L’idea è venuta a Michele Balbi, presidente della società, dopo un viaggio tra le startup, molte delle quali italiane, di San Francisco. “Ho voluto partire da Trieste perché creare un movimento di startup in questa città può farla pensare come una nuova Silicon Valley”.
È lui che più di tutti rifiuta l’idea di incubatore: “TILT è come un cloud dal quale attingere servizi. Quelli classici degli incubatori e risorse tecnologiche, marketing, partnership commerciali, finanzia e controllo, coaching e supporto per monetizzare i progetti”.

100.000 euro per ogni startup 

Monetizzare, ecco l’altra parola chiave.
Lo dice Balbi, ma lo ripete anche Casaleggi, che parla di aspettative per risultati immediati.
Perché in TILT si investe, la stima è di circa 100.000 euro di investimenti congiunti per ogni startup finanziata, ma poi ci si aspetta che il tutto funzioni.
Non a caso Casaleggi ventila l’idea di fare di TILT una best practice da replicare in futuro anche nel Sud Italia.

La convinzione di Microsoft

Ma ce ne era davvero bisogno?
A questa domanda risponde Carlo Purassanta, amministratore delegato di Microsoft, presente all’evento. Sì, ce ne è bisogno sostiene. E non solo perché in Italia lo scorso anno si sono investiti solo 104 milioni di euro in imprese innovative laddove in Francia si parla di 1,8 miliardi di eruo, di 2,6 miliardi in Germania, di 4,3 miliardi in UK, di 7 miliardi nella sola città di New York e di 27 nella sola San Francisco.
Ce ne era e ce ne è bisogno perché progetti come TILT rispondono a quell’idea di territori digitali nei quali Microsoft sta investendo. Territori nei quali pubblico, privato e università convergono in una unità di intenti. E per quanto l’Italia abbia più volte dato prova di saper fare di necessità virtù, con TILT riusciamo ad andare oltre, aiutando le imprese nelle fasi di ideazione e strutturazione dei loro progetti, nell’organizzazione dei flussi di lavoro, nell’individuazione delle competenze, oltre naturalmente alla disponibilità a titolo gratuito delle componenti infrastrutturali”.
Così, Microsoft su questo progetto mette una fiche da 1,5 milioni di euro l’anno, mentre Teorema mette sul piatto il coaching – “e in qualche caso anche la condivisione della propria intellectual property”, ricorda Fabrizio Albergati, storico manager in Microsoft e da poco entrato in Teorema con il ruolo di marketing manager – fino all’introduzione del prodotto sul mercato, eventualmente anche su marketplace.

Due startup al via

Al momento TILT ha già selezionato due startup con cui lavorare. Una, App and Map, fondata con un socio da Luca Pazzarella, è una piattaforma per campagne di marketing di prossimità, che fa ampio uso di tecnologie di prossimità, a partire dai beacon, e che ha già sviluppato progetti per clienti come Lavazza e Gruppo Vegé.
La seconda, M2Test, è costituita da madre e figlia e si occupa di medicina preventiva: ha sviluppato e brevettato una nuova metodologia diagnostica per l’osteoporosi.
In questo caso – spiega Casaleggi – la selezione ha tenuto conto sia della valenza del progetto, sia della sua estendibilità ad altri ambiti applicativi”.
Tra maggio e giugno ci sarà una nuova call per le selezioni delle prossime startup che entreranno a far parte di TILT.

Torna in campo GrowItUp

Ma l’operazione non si chiude qui.
L’obiettivo è creare un contesto nel quale lo startupper italiano trovi non solo i luoghi, ma anche i meccanismi per ricevere i finanziamenti che gli consentano di fare il vero salto in avanti. Cosa succede quando, finita la fase di startup arriva il momento di cercare il milione o i 10 milioni di finanziamento necessari per crescere e magari internazionalizzare?”.
In questo caso entra in gioco GrowITUp, il progetto annunciato lo scorso mese di novembre in occasione della visita in Italia di Satya Nadella e che troverà una sua forma compiuta a Milano.
GrowITUp sarà un catalizzatore per valutare quali tra le startup che abbiamo aiutato a emergere hanno i requisiti per fare scale up, anche a livello mondiale. Abbiamo identificato i dieci settori industriali nei quali l’Italia ha rilevanza mondiale e vogliamo coinvolgere le grandi imprese di questi settori in attività di finanziamento e supporto”, conclude Purassanta.

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