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Threads e il business: come sfruttare il nuovo social network di Meta

Le aziende possono utilizzare Threads in maniera molto profittevole, se sanno come fare. Per riuscirci sono necessarie molta pazienza, tenacia e fantasia, ma i risultati sono (quasi) garantiti.

Threads, il nuovo social network di Meta, sta facendo molto parlare di sé. Nato per dare una nuova “casa” a tutti gli insoddisfatti di X (Twitter), si sta gradualmente ricavando uno spazio nella quotidianità degli utenti a scapito delle altre piattaforme. Il 14 dicembre, e cioè il giorno in cui è diventato disponibile in Italia, contava già 141 milioni di utenti in tutto il mondo, numeri davvero interessanti per una piattaforma così nuova.

Threads è una app di microblogging, vale a dire che il contenuto principale con cui gli utenti interagiscono tra loro è di tipo testuale. Certo, possono essere condivise anche foto e video, tuttavia queste categorie ricoprono un ruolo lievemente più marginale.

Usare Threads non è difficile: come spiegato in questo articolo, per iscriversi è necessario un account Instagram. Si può accedere senza un profilo: in questo caso non è possibile condividere niente, ma soltanto fare da spettatore.

Proprio grazie al suo stretto rapporto con Instagram, Threads offre un grande vantaggio a chi inizia ad utilizzarlo, e cioè quello di avvisare i propri follower di Instagram che si è cominciato a usare la nuova piattaforma. Se quindi gli stessi dispongono di un profilo, saranno invitati a seguirlo. Ma cosa comporta tutto questo in termini pratici?

Generalmente, quando si inizia a usare una nuova piattaforma, guadagnare un certo numero di follower richiede tempo e pazienza. Su Threads, grazie a questa funzione, non necessariamente, poiché se un utente Instagram ne ha già un numero considerevole – supponiamo 100.000 – è molto probabile che, se non tutti, almeno una buona parte di questi lo seguiranno anche sulla nuova piattaforma. Risultato? Appena registrato su Threads, un utente potrebbe ritrovarsi già con un buon seguito e iniziare da subito a interagire con esso.

Certo, su Threads le interazioni sono molto diverse rispetto a Instagram. Più che i “mi piace”, qui, a fare la differenza sono le ripubblicazioni e soprattutto i commenti poiché aiutano i post a comparire non solo nella sezione “segui già” della homepage (quella popolata dai post delle persone che si seguono, ndr), ma anche nella sezione “per te”, ossia quella riservata ai contenuti “virali”. La viralità, poi, non si ferma su Threads, ma può anche aiutare a guadagnare nuovi preziosi follower su Instagram, che per molti rimane il social network prediletto e su cui investire la maggior parte del tempo.

I post che possono essere condivisi su Threads non sono soltanto composti da testo, ma anche da foto, video, sondaggi e Gif. Ne risulta che le combinazioni che si possono adottare per esprimersi o per raccontare qualcosa di sé sono molte e limitate potenzialmente soltanto dalla fantasia di chi scrive.

Questo vale non soltanto per le persone, ma anche per le aziende che scelgono di utilizzare questa piattaforma. Alcune, già presenti ormai da oltre un mese, rappresentano un vero e proprio caso di successo. Vediamo alcuni esempi.

Threads e il business: i casi di successo

Tra le aziende che stanno utilizzando al meglio Threads per creare engagement e quindi acquistare visibilità ci sono Netflix Italia (@Netflixit) e Spotify Italia (@Spotyfyitaly). Al netto dell’importante numero dei follower – ovviamente alto data la popolarità dei soggetti -, quello che è apprezzabile di questi due profili è il modo in cui hanno deciso di utilizzare la piattaforma: naturale, simpatico e con contenuti potenzialmente virali. Inoltre, vengono seguite alcune regole preziose che nessuno – utente privato o azienda – dovrebbe mai dimenticare.

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Profilo Netflix Italia – Threads

Sul profilo di Netflix, per esempio, viene condiviso praticamente un post al giorno, non uno di meno, non uno di più. I contenuti condivisi sono molto vari: tra i più popolari ci sono frammenti delle serie tv trasmesse sul popolare servizio di streaming, sondaggi per capire quali sono i personaggi più amati dagli utenti, oppure Gif simpatiche. Le cose da notare, tra le più importanti, sono due: la costanza, fondamentale per far crescere i follower e le interazioni in maniera organica sui social network, e la varietà dei contenuti, ogni giorno sempre diversi ma di qualità.

C’è poi il profilo di Spotify Italia: anche in questo caso i post realizzati sono molto diversi tra loro: immagini, Gif e sondaggi. Rispetto al profilo di Netflix Italia, qui è possibile notare un uso molto frequente delle cosiddette “call to action”, ossia di un invito, generalmente situato alla fine di un post, in cui si chiede agli utenti e ai follower di interagire in un certo modo (commentando, citando un amico, ecc.). Questa tattica è molto preziosa per aumentare le interazioni.

I social media manager di Spotify Italia, inoltre, dimostrano una grande attenzione per le tendenze del momento. In questi giorni, data la vicinanza che ci separa dall’inizio del Festival di Sanremo, essi stanno sfruttando l’evento per promuovere dibattiti e scambi di opinione. Come risultato, molti giovani stanno già discutendo sul social network della manifestazione che sarà, di chi potrebbe vincere la competizione, dei cantanti in gara, degli esclusi, eccetera. Il profilo ha perfettamente intercettato questa tendenza: condivide infatti molti post sul tema, che naturalmente generano moltissime reazioni positive, commenti e discussioni.

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Threads e il business: cosa possono imparare le aziende e come possono sfruttarlo

I due esempi menzionati nel paragrafo precedente sono serviti per fornire una dimostrazione pratica dei risultati che possono essere ottenuti se si utilizza Threads in maniera ottimale. In particolare, come evidenziato, le realtà che decidono di sfruttarlo per entrare in contatto con nuovi follower o per fidelizzare quelli già acquisiti, sono chiamate a tenere in considerazione i meccanismi fondamentali che regolano il corretto funzionamento della nuova piattaforma, ai fini della sua ottimizzazione.

Qui li riassumiamo brevemente: serve essere costantemente presenti, ciò vuol dire che non ha senso aprire un profilo Threads e condividere saltuariamente contenuti già destinati ad altre piattaforme; è invece fondamentale pubblicare almeno uno o più post al giorno, altrimenti si rischia di diventare irrilevanti e di non farsi notare.

Inoltre, per fare un buon lavoro e vederne i frutti è necessario pensare a dei contenuti appositi per Threads, sfruttando tutte le possibilità che mette a disposizione. Questo vuol dire alternare immagini, video, Gif, sondaggi e “call to action” ingaggianti. Naturalmente, non è detto che ognuno di questi formati vada bene per ogni profilo, per capire quale si addice di più al proprio bisogna provare, sbagliare e provare di nuovo.

Threads, infine, deve essere studiato. Per capire cosa condividere e intercettare le principali tendenze serve analizzarlo quotidianamente. Osservando attentamente i feed e cosa postano le persone che fanno parte della propria bolla, l’utente che gestisce il profilo aziendale può capire verso quali temi orientarsi per creare dibattito, quelli da evitare, come impostare il proprio tono di voce, eccetera. In questo modo il proprio profilo può crescere organicamente, portando nuovi follower non solo su questa piattaforma, ma – vista la sinergia voluta da Meta – anche su Instagram.

Ma quindi, in pratica, cosa possono fare le aziende con Threads e quali dovrebbero utilizzarlo? È necessario partire da un presupposto. Questa piattaforma non è ancora per tutti. Non tutte le aziende, specialmente quelle non abituate a comunicare nel mondo digitale, riescono a mettere in atto una strategia efficace.

Quelle che ci vogliono essere devono avere una presenza ben curata, altrimenti rischiano di far passare un messaggio sbagliato, e cioè quello di un’azienda che non cura la comunicazione pubblica: cosa che oggigiorno potrebbe risultare fatale.

Le realtà che devono capitalizzare Threads sono sicuramente quelle che hanno già un seguito importante su Instagram, ipotizziamo sopra i 10.000 follower. In questo caso, è possibile che parte di essi, quando l’azienda creerà il profilo, lo seguiranno. Per aumentare il proprio bacino di utenza, qualora questi dovessero tardare ad arrivare, è possibile condividere il proprio profilo su altre piattaforme in maniera molto semplice. È sufficiente andare sul proprio account, premere su “Condividi profilo” e scegliere il social network destinato alla condivisione.

Una volta creato il profilo, quando l’azienda è pronta a esordire, è possibile iniziare a diffondere i primi post. Cosa condividere, naturalmente dipende dall’azienda. Il miglior modo per rispondere a questa domanda è capire quale formato di post serve a presentare meglio i propri prodotti e servizi.

All’inizio è consigliabile puntare forte su ciò che si fa meglio, per poi provare, gradualmente, ad aprirsi anche ad altre opportunità. In poche parole, sperimentare e pubblicizzare sé stessi. Da un punto di vista pratico le notizie che possono essere condivise sono principalmente le novità che riguardano l’azienda, l’acquisizione di nuovi importanti clienti, l’assunzione di una nuova risorsa, l’apertura di una nuova sede (magari con qualche foto), eccetera.

Naturalmente, uno strumento di cui non bisogna dimenticarsi è quello della ripubblicazione. È fondamentale sottolineare questo aspetto perché si tratta di una funzione esclusiva di questo social network, di X e LinkedIn.

Ripubblicando un contenuto è possibile fare due cose distinte: mostrare sostegno al post o al suo creatore con la semplice ripubblicazione, oppure citarlo e inserire il proprio commento. In questo modo è possibile comunque creare interazioni con gli altri utenti, senza la necessità di creare un post ad-hoc. Ovviamente questa soluzione va usata con parsimonia, infatti non è consigliabile condividere soltanto post già scritti da altri, ma piuttosto prediligere contenuti originali.

Per ultima, ma certamente non per importanza, una azione da non dimenticare assolutamente è quella di rispondere a chi commenta i post. Una persona che compie questo genere di azione, molto spesso, non lo fa in maniera fine a sé stessa, ma piuttosto con l’intento di ottenere una risposta. Non rispondendo si rischia di perdere quel follower e quindi – per estensione – un possibile cliente.

Certo, rispondere a tutti i commenti può essere un lavoro molto impegnativo, specialmente in termini di tempo, quando il profilo guadagna molto séguito; tuttavia, farlo può portare molti vantaggi da un punto di vista delle interazioni e quindi dei risultati. Insomma, Threads può rappresentare un modo nuovo e innovativo per comunicare con una platea d’ascolto, per sfruttarlo al meglio però è fondamentale capire il suo linguaggio e dedicargli il tempo che merita, e per farlo servono risorse e soprattutto molta dedizione.

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